@Lizz ma ciao, sai che una mia cara amica (ci conosciamo da più di vent'anni) ha "fondato" un gruppo sui social dal nome "Le disabilità invisibili", proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema? Lei ha diverse patologie croniche di cui una, insorta nel 2019, l'ha resa disabile. Artrite reumatoide, spondilite anchilosante, lupus, non si sa ancora bene cos'è; fatto sta che ha forti dolori ovunque e fatica a camminare, si stanca subito se si muove più del dovuto e dopo deve trascorrere la giornata a letto. La sua è una diversità invisibile perché comunque non ha bisogno della sedia a rotelle, e si è dovuta scontrare con la sospettosità della gente che vede i disabili in maniera stereotipata.
Lei per fortuna ha un'indole super positiva ed è più attiva perfino di me: fa un sacco di cose, lavora, studia, prende lezioni di canto e batteria, compie viaggi intorno al mondo (prima però deve preparare il terreno in modo che l'accolgano come si deve), ha moltissimi hobby e in più, come detto, fa l'attivista (organizza convegni, aiuta le persone come lei, realizza video, elabora proposte ed è attiva nella politica locale). In confronto io sembro uno zombie... :P
L'argomento che hai inaugurato è interessante e sterminato. In questi ultimi decenni stanno scoprendo tante di quelle diversità (che coincidono proprio con diversità a livello anatomico, non soltanto funzionale) prima misconosciute e fonte di immensa sofferenza e disagio. La neurotipia era lo standard; il resto era
out, discriminato, messo alla berlina: ritardati, scemi, stupidi, asociali, imbranati, pigri, idioti ecc. Era colpa loro. E non parlo di medioevo, parlo di pochi decenni fa. Adesso si rischia di cadere nel problema opposto, cioè quello della sovradiagnosi (credo si dica così). Bisogna stare molto attenti.
L'esempio più eclatante è quello delle DSA. Ma ce ne sono così tante...
Ti racconto la mia. Io come te soffro di ipersensibilità, però inserita in una diversità più ampia. La chiamano
giftedness,
plusdotazione, termini secondo me infelici perché non ci azzeccano una ceppa con la complessità della cosa. Che non è un
plus, è proprio una diversità. Ci sono cervelli con una quantità di connessioni neuronali più alte rispetto alla media, da cui si può trarre benefici (QI elevato, creatività, intuito ecc.) ma anche svantaggi (confusione mentale, sovraesposizione agli stimoli, pensiero arborescente anziché lineare, difficoltà sociali, depressione esistenziale, iper-emotività, iper-empatia, ipersensibilità e altri iper). Chi ha la fortuna di crescere in un contesto comprensivo può esprimere grandi potenzialità, e poi ci sono gli sfigati come me per cui gli inglesi hanno coniato un termine,
underachieved, che significa pressappoco "hanno conseguito meno di quanto ci si aspettava da loro"
(Scusate i termini stranieri, ma questi tipi di diversità sono sconosciuti in Italia perfino agli addetti ai lavori, mentre in Francia, America e Inghilterra sono avanti da un bel pezzo).
Anch'io condivido con te l'intolleranza alle situazioni rumorose e affollate: fatico a farlo capire alla mia amica che è totalmente il contrario e mi invita a cene, feste ecc.
"Sai che preferisco le occasioni più intime..."
"Ma sì, dai, siamo solo in sette..." Ah beh :D :D
dyskolos ha scritto: "nonvolersialzaredallettite"
Io ho la "seggiolite": quando mi siedo sulla poltroncina del PC poi non riesco più a schiodare il sedere e me ne vado in giro per casa spingendomi a destra e a sinistra...