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Re: La scelta

Premetto che non è il mio genere, ma andando avanti la follia del protagonista mi ha incuriosito.
Matteo è un pittore e come molti artisti della tela è pazzo, questo è uno stereotipo un po' scontato forse, ma certo ma il suo "male" non è banale, accosta atteggiamenti sani e insani con un' "armonia" insolita, cosa che lo rende un buon personaggio: Mi piace la lucidità con la quale chiede all'infermiera se secondo lei è migliorato, sa benissimo della falsità della risposta, ma in fondo tutte le persone sane hanno bisogno di qualche buona bugia per vivere meglio. 
Non mi piace la punteggiatura del racconto e poco armoniosa, e non trovo il senso dell'uso della virgola così cadenzato, rivedrei l'uso della pausa breve in tutto il racconto, ma potrebbe darsi che sono io valutare male visto che non leggo mai, e dico mai, cose simili.
La parte che più mi piace è questa:

"La clinica è un mare senza stelle, Alfonso il suo vicino di camera, però pare riconoscere la strada anche bendato, è la quarta volta in due anni che viene ricoverato: ogni volta tenta di suicidarsi tagliandosi le quattro vene dei polsi, ma fino ad ora non c’è mai riuscito, perché fondamentalmente, come lui stesso dice, vuole abituarsi a morire a tappe. "

Alfonso con il suo suicidio a rate è forse alla ricerca delle stesse bugie di Matteo, che da artista matto si è comunque legato in modo molto avveduto a una donna bella alla moda e contemporanea, il massimo della sanità mentale insomma.

Un bel racconto al quale farei una manutenzione straordinaria in termini di punteggiatura e dialoghi (questi dovrebbero essere molto più imprevedibili visti i personaggi), continuerei a far fare cose a Matteo per scoprire se riesce a resistere in questo straordinario equilibrio.

Grazie di aver pubblicato, spero di leggerti ancora, mi auguro di non aver scritto nulla di male.

Ettore

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