La ricerca ha trovato 2 risultati

Torna a “La musica salva”

Re: La musica salva

bonsaitales92 ha scritto: @bwv582 Cari lettori e scrittori, 
ritorno sul forum dopo una breve assenza. Non ho avuto granché da scrivere in questo periodo, la mia voce la sento ancora "chiacchierina", ma da quando ho messo mano ad un racconto sono entrato così tanto in antipatia col personaggio da me stesso creato da bloccarmi completamente nel processo di scrittura. L'ho odiato. E ancora mi sto qui a domandare come si può odiare qualcosa creato con le proprie mani! Mi ci sto ancora raccapezzando. Piuttosto, mi sono concesso il tempo di leggere, di comprendere che la scrittura è fatta anche di strutture narrative più o meno convincenti, e che in qualche modo bisogna possedere questi strumenti per avere una mappa in cui orientarsi. Allora sto andando a caccia di modelli di esempio, anche per il racconto breve, che bisogna sperimentare le potenzialità e i limiti della propria scrittura (e della propria fantasia).
In questo periodo ho incontrato un muro. Mi ci sono fermato, ho fermato un attimo la penna. Ho constatato che il mio "censore interiore" sta iniziando a diventare critico e che le parole vengono stroncate sul nascere: "è una pessima idea, è poco realistica. Un racconto del genere non vale la pena di essere scritto, sarebbe troppo dispendioso in tempo ed energie."
Per quanto io abbia (sicuramente) qualcosa da raccontare, sedersi e fare i conti con la paternale interiore è un fatto di disciplina a cui, credo, molti di voi saranno già abituati.
E nel frattempo il vortice della vita quotidiana mi risucchia, dando priorità ad altre cose e lasciando nel cassetto quella scintilla letteraria (che spero di recuperare a breve). 
Nel mentre che la mia penna tocca il foglio, lascio un caro saluto a tutti voi. E spero di leggervi presto. 
Ciao Bonsai!
Mi spiace realmente per questa reazione che hai avuto. Leggerò il tuo racconto e ti inserirò nelle citazioni le parti che risultano strane così che potrai avere gli strumenti per comprendere e sbloccarti. Purtroppo condividere i propri racconti, se da una parte può essere utile, dall'altra può letteralmente distruggere la fantasia e la creatività quando le critiche non sono spiegate o sono spietate senza motivo.

All'inizio ti metto le parti che non sono gravi e facilmente aggiustabili, poi arriverò al problema focale del testo.
bonsaitales92 ha scritto: La musica salva

Qui tu scrivi letteralmente il titolo del racconto. È strano perché si capisce che è stato fatto di proposito e fa uscire il lettore con prepotenza da quello che sta leggendo per formulare delle riflessioni sul perché tu lo abbia fatto. Ti consiglio di riformulare la frase.
bonsaitales92 ha scritto: e il viale alberato – che paradosso! La sua stagione preferita, l'autunno, si apriva con uno spettacolo di foglie dorate. Ma

Allora questo è un errore di interpretazione delle emozioni. Se lei sta pensando al padre che sta per morire, puoi scommetterci entrambe le tue mani sul fuoco che non si metterebbe mai a notare le foglie dorate e lo spettacolo dell'autunno.
bonsaitales92 ha scritto: Cuore duro, ripeteva tra sé, ora

Questa frase fa lo stesso effetto di 'la musica salva', si vede che è una frase inserita di proposito e fa uscire il lettore dalla storia perché ci si chiede come mai è stata utilizzata proprio un pensiero del genere.
bonsaitales92 ha scritto: azionando la locomotiva.

??? Perché l'auto si trasforma in un treno?
bonsaitales92 ha scritto: corpo nudo

Non specificare l'essere nuda perfavore.
bonsaitales92 ha scritto: Eloisa si avvicinò al lago, stringendolo per mano.
Alla vista di un'anatra strabuzzò gli occhi. Cos'è quella?, si domandava. Era la prima volta che vedeva un'anatra e si meravigliava di quante creature potessero popolare la Terra, note e ignote. Chissà quanti altri animali ci saranno in giro, pensava. Quella scoperta la riempì di stupore. Un'anatra! Quei piccoli dilemmi da fanciulla erano dei veri e propri rompicapo. Invidiava quell'età in cui i veri dilemmi della vita erano questi: Chissà quanti altri animali ci saranno in giro.

Questo paragrafo ha due problemi. 
Prima di tutto manca un piccolo enunzio sul fatto che lei stia ricordando. So che il paragrafo precedente lo scrivi e anche nel finale ma ribadirei il concetto prima di 'Eloisa si avvicinò al lago, stringendolo per mano.' perché a leggerlo la prima volta sembra letteralmente che lì vicino ci sia un lago e lei vede un'anatra proprio in quel momento. E questo sembra molto cringe.
Io che ho riletto due volte il tuo racconto ho capito che lei sta rivangando il passato ma anche così non va bene lo stesso perché lei si sta soffermando su un ricordo dove non c'è il padre. Nel senso: si sta chiedendo di quanti animali esistono al mondo ma non è questo il momento per farlo.
Bene, arriviamo alla parte più complicata da sistemare.
Allora, tutta questa situazione ha due problemi: uno di temporaneità e l'altro di interpretazione delle emozioni. 
Non c'entrano nulla le tue idee  che fanno schifo, sono irrealistiche o tutto quello di cui ti sei lamentato.

Gli atti fra quando la protagonista scopre che il padre è malato, il nome della patologia e l'epilogo della morte sembrano accadere in un lasso di tempo di un'ora o massimo due. Accade tutto a grande velocità e il lettore non ha tempo per comprendere cosa stia accadendo e perché.
Lo stesso equivale fra quando la protagonista è in orario di visita e quando ritorna con il violino. Dal testo sembrano passati sì e no quindici o venti minuti ma il padre in quel lasso di tempo è già morto e l'orario di visita è concluso.
 
D'altra parte, esiste una incongruenza anche  fra quello che dicono i medici e la reazione dei protagonisti. 
I medici dicono: «Non possiamo fare deduzioni sul decorso della patologia.» 
Il padre replica: «Addio... Avrei voluto avere più tempo per stare con la mia famiglia ma ormai è troppo tardi.» 
La figlia si scapicolla fuori dall'ospizio per il terrore perché sa che il padre sta lì lì per morire.

Risulta irrealistica questa reazione perché noi non abbiamo abbastanza informazioni per capire quanto è grave la situazione. Ti consiglio di cambiare il modo abbottonato che hanno i medici per fare comprendere meglio la drammaticità di cosa stiamo leggendo. 

Codice: Seleziona tutto

Eloisa scoppiò in lacrime.
«Signorina, non è orario di visite. Lei non può sostare nella stanza!» proferì un operatore sanitario.
Aggiungo che anche questa parte contiene un errore di interpretazione delle emozioni. Puoi scommettere tutti i mignoli del tuo corpo che nessun essere umano nell'intero globo terrestre si soffermerebbe a pensare all'orario di visita in quel momento.

Ti assicuro che le tue idee non hanno niente di malvagio ma fai piccoli errori, come hanno tutti i nostri racconti, che possono essere sistemati!

Ciao!

Torna a “La musica salva”