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Re: La volpe

Ciao @Almissima 
Un racconto triste, struggente. Ma la vita è anche questo, magari non sempre, ma a un certo punto sì.
Questo vecchio si è ritrovato solo quasi senza accorgersene, certo non bada ai suoi anni, pur essendone consapevole, non tanto per sé stesso ma per quello che possono pensarne gli “altri”, i giovani e meno giovani, quelli che pensano che per loro la vecchiaia non arriverà mai, vivranno l’eterna giovinezza che viene spiattellata quotidianamente come unica forma di vita possibile, dove la vecchiaia e la morte non esistono anzi, sono vergogne, colpe da cancellare.
Molto triste che il vecchio abbia constatato che quando si trova in città non trova serenità nemmeno ad andare nei giardinetti che oggi come oggi oltre a essere posti potenzialmente pericolosi, anche compiendo un atto che un tempo era normale come scambiare due parole con un bambino sconosciuto, si possa venire travisati o guardati con sospetto.
Ancora peggio i volontari, con il loro finto interesse e mielosità, che li trattano come cretini. In quanto ai figli, forse non tutti ma la maggioranza, per non far “adombrare” le mogli che non vogliono impicci tralasciano i genitori anziani o nel migliori dei casi li rinchiudono negli ospizi. Lo stesso discorso vale anche per le figlie, che non vogliono che i loro mariti si scoccino a tenere in casa i genitori anziani. Non tutte le figlie, ma la maggioranza. Il rispetto per il padre e la madre, il rispetto per gli anziani non fa quasi più parte di questa società.
La cosa bella del racconto è l’amicizia del vecchio con la volpe, animale molto diffidente e sospettoso che piano piano, per amore del cibo, si avvicina al vecchio. E sarà propria la volpe l’ultimo essere vivente che si avvicinerà a lui nel momento della morte. Non morirà solo. Non poteva che essere così. Nonostante la sua brevità ed essenzialità un racconto commovente e ben scritto.


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