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Re: I posti che conosci anche tu

Ciao @pale star

Questa storia mi è piaciuta per svariati motivi.
Innanzi tutto per il tono direi quasi sommesso in cui l’hai raccontata, quasi come se fosse un dialogo confidenziale ma non con estranei, bensì con la stessa gente del paese, come si usa davvero fare quando si parla di avvenimenti conosciuti, che ci stanno a cuore ma che in alcuni punti conservano dei misteri, dei punti non chiariti o non compresi da tutti. Perché in una piccola comunità tutti sono partecipi della vita di tutti, si amano fare congetture, fantasticare anche, perché no.
Poi per il particolare rapporto fra Laura e Andrea. Un rapporto così si può creare soltanto se ci si conosce fin da bambini, non dico che sia una legge  di natura, ma di massima viene più facile e spontanea una così piacevole complicità per tutte le cose. 
Quel vedersi e trovarsi sempre insieme, pur essendo in mezzo agli altri, quel vivere anche esteticamente uno per l’altra, pure mettendosi la maglietta uguale, una cosa apparentemente casuale e certo lo è ma che denota una totale sintonia fra i due, molto bello.
Poi c’è la storia di questa ragazza di un paese vicino che vuole vedere Andrea, chissà dove lo ha conosciuto ma vuole vederlo. Ma Andrea, che pure le parla, la pianta in asso e se ne va con Laura. Forse è stata un’azione un po’ maleducata, diciamo, ma penso abbia fatto bene perché la ragazza dell’altro paese non poteva essere gestibile in quel contesto, a meno che non si fosse in compagnia anche con altri.
Poi questa ragazza ha dato la colpa a Laura e qui si intravede già l’astio, il veleno, la rabbia di casi del genere, che talvolta possono sfociare in episodi peggiori, ma qui non succede niente del genere, per fortuna.
Il rapporto fra Laura e Andrea continua, in mezzo alla natura, le loro risate, gli incontri.
Ma c’è sempre un’ombra di vita scura nella felicità e qui quest’ombra si palesa con il fatto che da un giorno all’altro i due non si incontrano più, anzi, si evitano totalmente, senza un apparente motivo, solo voci, futili voci di dispetti o disattenzioni, piccole cose ma che talvolta, questo l’ho notato anche nella vita, sono sufficienti a troncare bruscamente un rapporto, un’amicizia.
Il fatto che si rivedano in occasione di feste e manifestazioni e pur restando a breve distanza fra di loro in mezzo agli altri non si parlino anzi, fingono ognuno di non vedere l’altro e fanno finta di niente è talmente eclatante che tutti lo notano.
Forse anche Laura e Andrea, secondo me si poteva far notare questo, pur fingendo di non accorgersi l’uno dell’altra sotto sotto cercavano di farsi vedere, di far indugiare lo sguardo dell’altro/a su di loro rispettivamente. Questo di certo portava ulteriore sofferenza ma il farsi vedere e il non parlarsi portava ad ognuno di loro come una sorta di vendetta, di compiacimento nel far soffrire l’altro, come a dire che ognuno continuava a vivere, poteva continuare a esistere anche da solo,  senza più essere legati.
Avrei calcato un po’ di più su questo particolare come talune coppie che si lasciano, anche dopo un litigio, ma soffrono questo distacco e pur senza riavvicinarsi cercano di farsi notare dal partner con il quale hanno troncato.
Talvolta le abitudini sono dure da sradicare, specie quando si tratta di un amore da sempre, che cede per sciocchezze.
Poi l’evento del cinema, i posti a sedere. Sembra tutto concordato troppo bene perché debba andare così, perché possa trattarsi solo di un caso, con il fatto che i due si siedano uno accanto all’altra, nel loro solito posto e poi si mettano improvvisamente a ridere assieme per il film e tornino di nuovo assieme, come se nulla fosse successo.
Nella vita può anche succedere così. Da una parte è bello, ma da un’altra parte ci trovo anche malinconia, tanta malinconia.
La vita passa e possiamo andare in disaccordo con la persona che amiamo, talvolta per sempre e poi, analizzando, non ricordiamo nemmeno più per quali motivi.
Però mi è piaciuto come hai descritto questa situazione, con molta delicatezza e naturalezza, senza voler spiegare tutti i proponimenti e tutti i desideri dei due ragazzi, ma non ce n’era bisogno, perché parlavano da soli.

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