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Re: [MI 156] Nella casa stregata

Ciao @m.q.s. 
m.q.s. ha scritto: Mi interessa molto il discorso sui paradigmi. Potresti per favore approfondire? 
P.S. Qual è il libro che ti ha aiutato a digerire meglio l'Ulisse? (se ti va di indicarmelo :) ) Grazie mille di nuovo
Non pensare che io sia un esperto di scrittura, uso metodi che per me vanno bene ma che per altri  possono risultare astrusi, per quanto alcuni siano usati in scuole di scrittura più o meno creativa poi io ci aggiungo di mio.
Per paradigma intendo i pilastri su cui poggiare il testo. Tieni presente che per un romanzo c’è un lungo lavoro ricognitivo da fare ancora prima di scriverlo, per un racconto è più facile, nel senso che ci vuole meno tempo, ma sempre una ricognizione devi fare sul terreno dove vuoi ambientare la storia.
È un’abitudine che ho preso nell’Esercito. Se vuoi andare in un posto a compiere una missione, prima devi conoscere a menadito quel posto, pure se non ci sei mai stato. Una volta arrivato saprai bene cosa fare, come muoverti e in caso di imprevisti attuare piani alternativi.
In soldoni, se ad esempio vuoi descrivere una strada, devi figurartela, “vederla”, magari associandola a una che conosci davvero. Com’è quella strada di giorno? Di notte? Con la pioggia, che odore ha con la pioggia? Con il sole? Con la nebbia, con la gente, quando è deserta eccetera? Vedila in tutte le accezioni possibili, direi quasi fino alla nausea. Camminaci sopra scalzo e con le scarpe. Hai presente Karate Kid: metti la cera, leva la cera… viene da vomitare ma quando devi descrivere la strada conosci ogni sasso. 
È una strada “vissuta” e ci cammini d’incanto. La descrivi come un quadro o una foto, viva, reale.
Stesso lavoro, accurato, per i personaggi. Questi li devi conoscere, parlare con loro, scrivere dei dialoghi con loro che parlano con te e con loro che parlano con gli altri personaggi, che ti raccontano la  loro vita, i loro sogni, i loro desideri. Devi conoscerli fisicamente, come vestono, cosa mangiano… non serve a niente, magari  nemmeno le metti queste cose nel racconto ma penso che ti troveresti meglio a descrivere come cammina, come parla, come reagisce una persona di tua conoscenza, un caro amico ad esempio, piuttosto che inventare un carattere, un atteggiamento sconosciuto da un momento all’altro.
Ci sono dei perfezionisti della scrittura che all’epoca di internet creano le fisionomie dei loro personaggi, può essere utile, talvolta l’ho fatto anche io, andando in quei siti divertenti dove puoi scaricare volti umani reali di tutte le età e sessi, volti che non esistono, creati da algoritmi. Naturalmente se ti servono effettivamente, se devi avere moltitudini di visi da associare a un carattere.
Naturalmente ci sarebbe da dire moltissimo di più, ma già da queste basi, che ritengo un materiale un po’ discreto, si può iniziare un lavoro, che poi uno perfeziona secondo i suoi gusti e le sue esigenze.
Tieni presente che il lavoro certosino si fa per personaggi basilari, centrali, per quelli secondari si può andare più per le spicce.
 
Il libro, una ristampa del 1989 che acquistai tanto tempo fa, (nel 1993) che spiegava di Ulisse era un Oscar Mondadori e si intitolava “James Joyce – Ulisse – Guida alla lettura".

Un altro libro che può essere utile, del grande Ray Bradbury, il genio che descrisse la distopia di Fahrenheit 451 che mi permetto di consigliarti è "Lo zen nell'arte della scrittura". Mi ha aiutato moltissimo. Ma ce ne sono molti altri, come pure incidono infinite varianti diverse per ognuno di noi. Siamo pezzi unici, anche se fatti a immagine di... e mi fermo per non farmi dare del reazionario e quant'altro di bello abbiamo in questo bellissimo mondo di oggi fatto a immagine di uno schermo.
Ciao

Re: [MI 156] Nella casa stregata

@m.q.s. 
Alla luce della tua spiegazione in un commento sotto il racconto la storia diventa più chiara e concordo che con l'accento dell'est per me acquista anche un certo fascino particolare. Ho vissuto quelle atmosfere tanto tempo fa e se riesci a renderle, sia nell'introspezione dei personaggi che nelle descrizioni plumbee di quei paesaggi, ne ricaveresti visioni oltremodo interessanti.
Capisco il tuo desiderio di sperimentare, sono molto favorevole alle sperimentazioni e talvolta faccio anche io dei tentativi ma a volte è meglio andare per gradi.
Sono rimasto anni senza andare oltre la lettura di poche pagine dell'Ulisse di Joyce, finché non ho letto un altro libro che spiegava come leggere l'Ulisse, mi forniva i paradigmi. Una volta capita la struttura ho letto e apprezzato l'Ulisse tutto d'un fiato. Ed è fonte di ispirazione. Anche tu dovresti fornire i paradigmi, pure sapientemente dosati e diluiti all'interno del racconto. Sono convinto che sarebbe oltremodo interessante.

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