Ciao @L'illusoillusore
Vedo che sei nuovo, perciò benvenuto.
Hai elaborato bene i particolari della mia traccia; ci ho visto quello che mi aspettavo, questa “maledizione delle piccole cose” io la conosco, può essere un bene e un male, sia nella vita reale che nella trasposizione letteraria. Spesso ne ho scritto.
Ho apprezzato il tuo incipit, rimembranze siloniane che mi hanno ricordato qualcosa de Il segreto di Luca, ma qui l’elaborazione è differente, stante anche i pochi caratteri a disposizione, per cui occorreva condensare in poco spazio una vita. Cosa che ritengo tu sia riuscito a fare ottimamente. Mi è piaciuto quel bambino “strano” che descrivi, forse non proprio strano ma sensibile, più sensibile dei suoi simili, quello si. E questo porta ardore di conoscenza e di seguito anche sofferenza.
Voglia di conoscere il mondo immergendosi nei suoi particolari, quelli che gli altri non vedono, non sanno, non ne vogliono sapere, irridono. Bella l’immagine del bambino in chiesa, ciò che vede, come lo vede. Da quelle sole descrizioni ci si potrebbe dilungare per ognuna in rappresentazioni all’infinito; già da quelle, inoltrandosi, si potrebbe descrivere la vita, sia del protagonista che di quelli che gli sono intorno… Sarebbe un discorso troppo lungo, per me affascinante ma non so quanto interessante od opportuno, diciamo.
Chiaramente, come a tutti i bambini, i ragazzi “strani” qualcosa di spiacevole doveva accadere al protagonista ed è accaduto.
La cosa si è risolta nel migliore dei modi, era innocente dell’infamia che gli era stata attribuita ed era la stessa Anna a dirlo, pur non creduta, ma lei credeva e si fidava di lui, questo è l’importante.
Bello anche il finale, nonostante la vena di tristezza nel constatare che Anna, dopo essere diventata moglie del protagonista e aver vissuto con lui una vita sia poi morta prima di lui. Bella l’immagine della nipote Elisa che lo va a cercare, ricordando i particolari che gli ha indicato la madre, la figlia di Anna. Bello il pensiero finale del protagonista, che conosciamo solo come “strano” che giunge alla constatazione, ma secondo me lo ha sempre saputo, che la vita è fatta di infiniti dettagli, particolari, sfumature, pensieri e analisi del tutto. Sembrerebbe la visione di un folle, ma c’è modo e modo. Compenetrando nel tutto non si è schiavi ma liberi, davvero liberi di vivere e respirare la vita, in attesa del passaggio a un’altra dimensione dove, allora si, i particolari saranno infiniti, sublimi, si uniranno e ci si unirà nel tutto per sempre, in ogni molecola dell’universo. Forse in Dio. Scusa il commento un po’ “oltre” le righe. È tipico di me. Sono anche io “strano”…
Re: [MI148] Strano
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- Argomento: [MI148] Strano
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- mar apr 13, 2021 12:36 pm
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