La ricerca ha trovato 1 risultato

Torna a “[MI148] La ragazza del funerale”

Re: [MI148] La ragazza del funerale

Ciao @Plata 
Viene da dire che si tratta di un uomo molto meticoloso, molto solo.
Mi piace la maniacalità del personaggio: nella sua ricerca dei particolari non cè unimmersione profonda, una ricerca. Soltanto unimmersione. I motivi possono essere molteplici e tutti interessanti per quanto possano essere anche contrari alle recondite motivazioni di chi si immerge per un suo profondo o congenito impulso alla ricerca di qualcosa.
Il personaggio quando esce di casa sembra camminare in una città di fantasmi, un simulacro; altra bella immagine di desolazione mentre cammina nelle strade deserte. Un paesaggio apocalittico.
Anche la vista della croce qui non ha valore simbolico ma solo di simulacro, come una rovina che si erge fra le rovine, a ricordare qualcosa. La chiesa con lodore di incenso che rimanda al borotalco speziato è un apparente e momentanea normalità, consuetudine di cose, di particolari che il protagonista nota ma non ama. È distaccato. La visione del vecchio morto ha un qualcosa di arcaico, quelle rughe valgono una vita, una storia.
Anche qui la croce ha solo una funzione decorativa, non suscita impressioni o emozioni, semplice compendio funebre il cui accento evocativo risalta comunque, malgrado tutto, al semplice nominativo del nome del Cristo.
Tutto questo ha una qualche influenza sullanima del protagonista? Sono indeciso, ma mi da limpressione di no, per quanto si metta a pregare. Anche qui si intuisce lautomatizzazione di questazione.
Poi, e questa mi è piaciuta, luomo attacca discorso con la nipote del morto inventandosi una storia assurda circa il modo in cui poteva averlo conosciuto salvo a pentirsene e dire che non era vero niente. Qui ci vedo il bisogno delluomo di avere un contatto umano, una vicinanza, una motivazione per vivere, a qualsiasi costo. Potrei sbagliarmi, di sicuro mi sbaglio. Ma in un simile vuoto affettivo il profumo dei capelli di una donna, il suo profumo, farebbero fare qualsiasi cosa a un uomo così, tanto è vero che sente la sua mancanza non appena il contatto con il suo braccio si stacca. Praticamente è come se la conoscesse da sempre, credo sia per questo che le manca.
Il breve dialogo sulla morte che i due hanno suona reale nella sua inverosimiglianza, ma è quanto di più logico si possa dire.
Come anche che luomo sia andato al funerale di uno sconosciuto per avere qualcosa a cui pensare prima di addormentarsi. Tipica nevrosi moderna, dove i giovani uccidono perché si annoiano, con la differenza che qui si va a vedere chi è già morto per dare un senso alla propria noiosa vita.
Non ho capito bene il fatto dellocchio nero, forse non ho capito bene nemmeno altro, mi faccio sempre dei miei ragionamenti su un testo, mi baso su ciò che mi evoca e talvolta prendo cantonate colossali, per cui scusami se sono uscito di binario.
Peccato che il protagonista alla fine ritorni a essere solo nella sua casa, con le sue meticolose e inutili azioni e osservazioni.
Meno la moka caricata la sera prima, ovviamente.
Almeno un appuntamento con la ragazza del funerale non poteva rimediarlo? Ma a volte certi uomini soli lo sono proprio per scelta, come diceva la canzone dei Pooh.
Una bella costruzione la tua, mi è piaciuta, sia come ambientazione che come introspezione dei personaggi.

Torna a “[MI148] La ragazza del funerale”