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Re: La maleducazione delle case editrici

Darksy ha scritto: Storia vera: mi scrive, a settembre 2023, una piccola casa editrice che sarebbe interessata a pubblicare il mio romanzo. Nella mail mi chiedono quando possono chiamarmi per telefono. Gli scrivo che va bene il giorno dopo o quello dopo ancora e gli ricordo il mio numero. Non hanno mai chiamato. Tre o quattro settimane fa, mi riscrivono dicendo che hanno avuto da fare (?) ma che sarebbero intenzionati a pubblicarmi, e la stessa richiesta. Dò la stessa risposta: chiamatemi domani o dopo, il mio numero se l'avete perso è questo. Non hanno mai chiamato.

Prevedibile domanda: perché non li hai chiamati tu? Risposta: perché è una piccola casa editrice, senza infamia (forse) e senza lode. Anche se in effetti gli avevo spedito il mio romanzo, preferirei trovare di meglio. Se mi mandassero una proposta di contratto la guarderei, ma senza grandi aspettative. Non sono abbastanza motivato per chiamarli io, insomma. Fosse una casa editrice più grande e/o migliore, sì. Loro, no. Ma questa storia era giusto per descrivere il modo in cui si comportano certe case editrici, che per qualunque azienda sarebbe bizzarro, inspiegabile, mentre nell'editoria sembra sia quasi la norma.

Magari mi riscriveranno a giugno, chi lo sa. Gli ridarò il mio numero, nel caso.
Curiosità mia: se non sei convinto di questa CE, per quale motivo darai nuovamente il tuo numero? Un ripiego? 

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