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Re: [Lab 13] L'incontro

Ciao @Kasimiro,
il tuo racconto mi ha lasciato un piacevole senso di sorpresa e sospensione in uno spazio altro, durante tutta la lettura. Innanzitutto sorpresa, per l'arrivo della grossa formica, che inizialmente sembra mostruosa, e poi per l'affinità inaspettata della sua natura con quella umana, che con semplicità si delinea nel dialogo. Poi sospensione in un'atmosfera costruita sull'implicito, al contempo assurda e familiare, che mi è piaciuta molto[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]. Inoltre, in contrasto con i suoi[/font] tratti fiabeschi, la morale del racconto non è evidente. Hai ribaltato in modo molto interessante la modalità della fiaba, lasciando al lettore l'interpretazione del finale ed arrivando ad accennare anche una scena tabù come l'incontro sensuale tra l'uomo e la formica, caratteristiche che hanno contribuito a questo senso di gradevole straniamento. 
Il personaggio della formica è ben riuscito: è una creatura semplice, consapevole del proprio ruolo ben definito nella sua società (che sembra coincidere in modo interessante col concetto umano di "natura"), e ciò che pensa di sé coincide sostanzialmente con quel che comunica al protagonista umano. Umano che, però, in quanto tale, sembra dirci, nel dialogo, solo una parte di ciò che pensa e prova. Sicuramente è coerente con la "costruzione sull'implicito" che hai scelto, ma credo che qualche spiraglio in più sui suoi sentimenti, sulla sua percezione del proprio ruolo nella società umana, avrebbe arricchito il racconto e creato un bel parallelismo con variazioni rispetto alla formica. 
Kasimiro ha scritto: Ma a differenza di me non si lamentava
Kasimiro ha scritto: Quando le confido che alla sera sono così stanco che mi addormento davanti alla tv
Kasimiro ha scritto: Aveva ragione, questo mini loft dei poveri era un gran casino
Kasimiro ha scritto: è uno dei nostri piaceri dopo una dura giornata di lavoro.
Questi brevi riferimenti alla frustrazione del protagonista umano, dovuti alla sua condizione sociale e all'alienazione dovuta al lavoro, potevano diventare, a mio parere, un'occasione per dargli maggiore caratterizzazione.

Questo vale anche per il finale. La breve parabola della formica, da subito conscia del proprio destino, si compie. Il suo ritorno alle dimensioni "normali" sembra simboleggiare una sorta di uscita dal tempo fantastico e sospeso che aveva caratterizzato il dialogo, possibilmente un ritorno alla "realtà". Ma l'uomo? Forse accetta in modo esistenzialistico ciò che vede, forse prova una profonda amarezza per la rinnovata solitudine che lo attende, forse entrambe. O forse il messaggio è che a volte, nella vita, non c'è un messaggio chiaro; semplicemente le cose, anche quelle assurde, accadono e basta. Mi sarebbe piaciuto poter conoscere di più i pensieri del protagonista umano e poter empatizzare di più con lui, in un racconto in cui questo sentimento è centrale.
Sicuramente il tuo testo, nel suo stile lineare e semplice, intriga ed offre tanti spunti interessanti, complimenti :D

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