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Re: Scrittura del racconto breve

bonsaitales92 ha scritto: Cosa sapete dirmi, invece, della novella? Oppure di un racconto normale, non breve? Come si caratterizzano questi racconti, quale struttura seguono, quale stile? In particolare, la novella? Avete mai scritto novelle? 
Scritto una novella (un thriller distopico), ho tentato di pubblicarla senza successo qualche anno fa. A ripensarci meglio così, perché non era matura.

Per me la scrittura di una novella si avvicina più al romanzo, la differenza maggiore è la scala: meno protagonosti, trama e archi dei personaggi ridotti, temi più focalizzati (al massimo uno o due). Per il resto è esattamente come un romanzo.
Tuttavia, data la scala ridotta, è più semplice scriverla anche per un "giardiniere", senza necessità di pianificare tutto in anticipo. Infatti io ho scritto così la mia.

Per i racconti non brevi, dipende dalla lunghezza. In generale li tratto come i racconti brevi, ma se sono molto lunghi e vicini alla novella diventa più complesso gestirli... a quel punto di solito li tratto come se fossero novelle brevi. Ma è solo una questione di forma mentis, in realtà dal punto di vista realizzativo cambia poco, specie se opti per una scrittura "da giardiniere".

Re: Scrittura del racconto breve

bonsaitales92 ha scritto: In genere quando progetto un "mondo" tendo a farlo in modo dettagliato, completo, ma questo mi porta a scrivere troppo (quindi a superare le parole consentite in un racconto breve)
Imparare a tagliare è una delle cose più importanti. Ma è anche una delle più difficili: quando si pensa a qualcosa di una storia, si fa fatica poi a non scriverla, o a eliminarla, proprio perché come autori ci affezioniamo a quello che creiamo.
La cosa da fare, durante la revisione, è chiedersi per ogni scena, paragrafo, frase, parola: "è necessario/a per la comprensione del testo? Che messaggio voglio trasmettere con questo/a scena/paragrafo/ecc.? Se lo eliminassi, il messaggio arriverebbe lo stesso?"
Lavoro difficile per un autore, perché nella nostra testa "tutto è indispensabile"... anche quando non lo è.
bonsaitales92 ha scritto: oppure troppo poco (vado in contrasto con qualcosa che non mi piace della trama, oppure con un personaggio antipatico e metto il racconto alla gogna). 
Questo è qualcosa su cui puoi lavorare. Anch'io ero così, anni fa.
Ci sono due soluzioni.
Prima opzione: abbandoni il progetto, ma tieni le idee buone, potrebbero tornare utili in altre storie. Per esempio, il protagonista è interessante ma la trama non va bene: prendi nota del personaggio, potrai usarlo in un'altra storia.
Seconda opzione: cerchi di capire cosa non funziona e lo sistemi. Il personaggio è antipatico? Si fa fatica a scrivere? Perché? C'è qualcosa che non va nella trama? Cosa? Si può cambiare la trama in quel punto lasciando inalterato il resto? Se non è possibile, qual è il minimo cambio per mantenere gran parte del resto della trama?
Una volta trovata la risposta alle domande, si cambia il personaggio o la trama, o entrambi, facendo attenzione a quanto identificato prima. Talvolta ci si impiega giorni o settimane. Per esempio, io sto lavorando a un romanzo in questo momento, ma ero bloccato per una questione di trama (mancanza di conflitto per far procedere gli eventi) e di prosa (mantenere il punto di vista per troppo a lungo mi impediva di raccontare determinati fatti, importanti per lo sviluppo). La soluzione per proseguire mi è venuta solo dopo una settimana di tentativi.
Questo secondo approccio funziona bene se sei un "architetto", ovvero se pianifichi tutto (o molto) della tua storia in anticipo. Se sei un "giardiniere" (ovvero se segui l'ispirazione del momento e ti lasci guidare) è molto più difficile, e ci vuole più disciplina.

Re: Scrittura del racconto breve

bonsaitales92 ha scritto: Personalmente sto agli esordi della mia scrittura, riscontro enormi difficoltà a trovare l'ispirazione. 
Questo ero io circa una decina d'anni fa.
Bisogna leggere, e studiare, e fare esperienza. Senza tutte e tre queste cose è difficile riuscire a scrivere qualcosa di valido.

Leggere: scegli opere che ti ispirano, e del genere che vuoi scrivere. Vuoi scrivere racconti fantastici e surreali? Leggi Borges. Racconti horror sulla conoscenza proibita e esseri sovrannaturali che vanno oltre l'umano? Lovecraft. Gialli/polizieschi "classici" dove si sfida il lettore a individuare il colpevole? Ellery Queen. Vuoi scrivere un romanzo? Leggine alcuni degli autori che ti ispirano di più.
Tuttavia, questa lettura non dev'essere solo uno sterile scorrere dello sguardo tra le righe. Cerca di capire i tratti specifici di un determinato autore in una determinata opera.

Studiare: narratologia, di quella che serve al tuo scopo. Io ho letto alcuni libri sulla stesura di racconti: niente di che (infatti non ricordo nemmeno i titoli o gli autori), ma mi hanno dato alcuni consigli (che scriverò più sotto). Per i romanzi è più facile: anche solo YouTube ha corsi interi che coprono praticamente qualsiasi aspetto della stesura di un romanzo. Il mio preferito è il corso universitario di scrittura creativa di Brandon Sanderson (in inglese). È incentrato sulla narrativa fantasy e di fantascienza, ma la base è valida per tutti i generi.

Fare esperienza: scrivere. Tanto. I contest e i laboratori qui sono un'ottima palestra, perché ti obbligano a scrivere anche senza avere "l'ispirazione".
Esercitarsi: scrivi uno spezzone nello stile di X (e qui ti viene utile il lavoro fatto durante la lettura, che ho menzionato sopra). Scrivi un racconto alla Edgar Allan Poe. O un fandom di Sherlock Holmes nello stile di Doyle. O una scena esistente di Harry Potter, ma nello stile di Martin de "Il trono di spade". Poi rileggi e valuta. Se possibile, chiedi consiglio ad altri autori (qui in CdM è un buon punto di partenza).
bonsaitales92 ha scritto: Trovare qualcosa di originale in mezzo alle idee che mi balenano in testa è un altro paio di maniche. Sono quelle idee che mi sembrano tanto scontate, e verso le quali nutro pregiudizi, che mi bloccano. Vorrei raccontare d'altro, di qualcosa di estraneo, di nuovo alla mia esperienza, e in parte utilizzo la scrittura per intercalarmi in qualcosa di diverso da me (non scrivo neanche il primo rigo, oppure inizio a scrivere chilometri di pagine). 
è qualcosa di abbastanza incontrollato, molto casuale. 
Qui hai bisogno di molto autocontrollo e disciplina.
Ricorda che tutto è già stato scritto. L'apporto della tua scrittura, il "qualcosa di originale", è il tuo punto di vista. È il modo in cui racconti la storia. Sono le tue esperienze che si fanno spazio nella tua prosa, perché le tue esperienze sono tue soltanto, e nessuno potrà mai avere le stesse che hai vissuto tu.
Quando Manzoni scrisse il suo "Fermo e Lucia", già altri avevano scritto romanzi storici, già altri avevano scelto protagonisti tra la povera gente. Ma l'esperienza personale di Manzoni (e un lavoro di lima tra i più ammirabili degli ultimi 200 anni) gli hanno permesso di diventare un capolavoro.
Decenni fa Richard Adams pubblicò il suo Watership Down (tradotto in italiano come "La Collina dei Conigli"). Non era altro che una rivisitazione dell'Eneide, l'ennesima. Eppure, quante di queste rivisitazioni avevano come protagonisti dei conigli? E quei conigli non erano venuti fuori da un cilindro ( :D ): appartenevano all'esperienza dell'autore, che aveva visto quei luoghi (la collina Watership, la fattoria di Nuthanger). In quel romanzo, l'autore aveva riversato la sua esperienza, dalla passione per i classici ai posti che aveva vissuto e che gli erano rimasti impressi.
bonsaitales92 ha scritto: Detto ciò, vorrei scrivere racconti brevi, avere dei suggerimenti sulla struttura, e magari trovare qualche struttura sul piano della narratologia che mi aiuti a comprendere "quale struttura segue", per non sforare oppure evitare di dare l'impostazione di un racconto che invece potrebbe essere un romanzo (che non sono pronto a scrivere). La brevità non è il mio forte...
Il mio consiglio: comincia con la struttura ternaria, che è la più semplice.
Non c'è bisogno di studiare granché per usarla, ed è la più facile per iniziare. Si può usare per tutti i generi, e la trovi in gran parte dei racconti brevi, quindi puoi vederla "in azione" in numerosi esempi.
Se cerchi i racconti che ho postato qui sul CdM da quando mi sono iscritto (fine settembre), sono quasi tutti basati su questa struttura.

Si compone di 3 parti, come dice il nome: introduzione, sviluppo, finale. Queste parti sono separate da due importanti elementi narrativi: la rottura dell'equilibrio e il climax.
  1. nell'introduzione descrivi la situazione iniziale, lo "status quo", la "normalità" dei protagonisti. Tra l'introduzione e lo sviluppo inserisci una "rottura dell'equilibrio": un evento che impedisce la continuazione della situazione iniziale, e che distrugge la "normalità".
  2. nello sviluppo descrivi come i protagonisti reagiscono alla rottura dell'equilibrio. I più comuni sono: a) tentativo di ritorno all'equilibrio iniziale; b) tentativo di trovare un nuovo equilibrio o una nuova "normalità". Questi tentativi possono riuscire o falllire, a seconda di cosa vuoi raccontare. La riuscita o il fallimento avvengono nel climax, il culmine della tensione narrativa, che di solito sta tra lo sviluppo e il finale. Qui si sciolgono i maggiori nodi della storia.
  3. nel finale concludi quanto iniziato nello sviluppo: i protagonisti sono riusciti o hanno fallito nel tentativo di trovare un equilibrio? Se sono riusciti, lo accettano, e come? [lieto fine] Se non sono riusciti, tenteranno ancora? [finale aperto] O rifiuteranno la situazione (o magari è la situazione a "rifiutare i protagonisti")? [finale tragico] O forse l'equilibrio non è affatto quello che si aspettavano? [finale a sorpresa]
Per esempio, se guardi il mio racconto del Labocontest ("Bobi"), ha proprio questa struttura:
  • descrizione della normalità (tipiche giornate di Bobi e Sabrina, con le fiabe della mamma);
  • un elemento rompe la normalità (niente più fiabe per Sabrina);
  • i protagonisti reagiscono alla rottura dell'equilibrio, per cercarne uno nuovo (Bobi interagisce con gli altri giocattoli cercando una soluzione, Sabrina è triste mentre elabora la perdita);
  • climax (sfogo di Sabrina col papà).
  • ritrovamento dell'equilibrio, sebbene diverso da quello iniziale, con i personaggi che accettano il nuovo equilibrio (Bobi e Sabrina ascoltano la fiaba raccontata dal papà).
Il 90% dei miei racconti ha questa struttura. Una volta che hai questa struttura ben chiara, puoi cominciare a usarla in maniera più libera, per esempio iniziando "in medias res" dallo sviluppo (come ho fatto per il racconto del Contest di Halloween: iniziava a storia già avviata, e narrava l'introduzione e la rottura dell'equilibrio attraverso flashback).
Noterai che una buona fetta di tutti i racconti in giro hanno la medesima struttura: Buzzati, Kafka, Borges, Lovecraft, Poe, Doyle...

...mamma mia, ho scritto un papiro. :asd:
Non è granché ma è la mia esperienza a riguardo. E mi ha aiutato tantissimo in questi anni.
Spero che possa essere utile anche a te. :)

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