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Re: Labocontest n.11 - Discussione generale - Bambini e ragazzi

Grazie per la risposta, @Poldo.
Immaginavo ci potessero essere problemi legati alle discrepanze tra lavori. Pensavo anche potessero esserci problemi logistici (come caricare le immagini? In che formato/dimensione sarebbero state accettabili? ecc.). Non avevo pensato alla questione del copyright perché comunque avevo intenzione di crearle da me.
Sono contento quantomeno di aver sollecitato una riflessione in merito. :D 

Ora vedo se riesco a pensare a una storia alternativa per partecipare. 
Grazie ancora per il chiarimento!

Re: Labocontest n.11 - Discussione generale - Bambini e ragazzi

Una domanda (a @Kikki o @Poldo).
Dal momento che il laboratorio è puramente di scrittura, immagino che una storia accompagnata da illustrazioni non vada bene.

Penso ad esempio a Il Piccolo Principe, che richiede illustrazioni dato che il testo stesso vi fa riferimento. Ma ci sono altri testi in cui le illustrazioni sono imprescindibili, specie per bambini delle primarie.

Chiedo perché mi piacerebbe partecipare, ma l'unica storia che mi è venuta in mente finora ha bisogno di immagini. :) 
E nel regolamento non se ne fa menzione.

Ovviamente se non è possibile non fa nulla, penserò ad altro se faccio in tempo.
Tra l'altro ho visto che già è stato cambiato il regolamento per eliminare il minimo di caratteri, quindi vorrei evitare di incasinare ulteriormente la vita agli organizzatori.
Però chiedere non costa nulla, quindi... chiedo. :P 

Re: Labocontest n.11 - Discussione generale - Bambini e ragazzi

Albascura ha scritto: Il fatto che un libro  piaccia ai ragazzi non è indice de fatto che sia una lettura adatta per quella etá. 
Indubbiamente, ma se i protagonisti sono ragazzi dell'età dei lettori, la prosa è pensata per quell'età e i temi sono comunque resi in maniera tale che possano essere affrontati da lettori di quell'età, allora è probabilmente un libro adatto a quell'età.

Certamente Hell House non rientra in questa definizione.   :asd:

Certi temi possono essere piuttosto pesanti, ma questo non significa che non siano adatti a dei ragazzi.
Penso per esempio a Un ponte per Terabithia della Paterson (anche se, a mio avviso, è mooooolto più "leggero" de Il mio amico Jan).

A un certo punto anche i ragazzi crescono, e credo sia giusto che inizino a leggere libri dai temi più adulti.
La morte, il lutto, la violenza, l'angoscia, la paura... Sono tutte cose che fanno parte del nostro mondo, e che possono essere addolcite solo fino a un certo punto. Per questo sarebbe bello se i genitori potessero dedicare tempo ai loro figli quando si imbattono in questi temi per la prima volta, con la speranza che si tratti solo di un libro per ragazzi.
Albascura ha scritto: Infatti poi ho fatto leggere loro Momo per stemperare l'atmosfera. 
Gran bella scelta! <3 
Cavolo, mi hai fatto venire voglia di rileggerlo. :P 

Re: Labocontest n.11 - Discussione generale - Bambini e ragazzi

Ci sono storie che, secondo me, andrebbero lette insieme ai genitori. O quantomeno discusse con loro.

Il libro che ho citato in questo topic (Il mio amico Jan) ne è un esempio. In teoria il target è middle-grade (Salani lo ha indicato dagli 11 anni in su), ma è... pesante per quell'età, diciamo così. Non a caso viene classificato come un thriller. Tratta di violenza con toni molto cupi, ed è angoscioso, anche più di certi thriller per adulti.

Quando lavoravo come aiuto bibliotecario, ricordo di che lo avevamo dato in prestito una dozzina di volte, incluso me. Quando lo restituivano i ragazzini, dicevano che gli era piaciuto molto ma non l'avevano capito bene. Quando lo riportavano gli adulti, erano tutti preoccupati perché lo avevano capito meglio, e non lo ritenevano adatto a ragazzini di quell'età. Ma il fatto che tutti i giovani lettori lo apprezzassero comunque indica che, in fondo, era adatto a loro.

Tuttavia posso condividere le preoccupazioni degli adulti. Se mio figlio leggesse un libro come quello, io vorrei che condividesse con me le esperienze che il libro gli ha trasmesso. Non fosse altro che per spiegargli meglio l'angoscia e la violenza presenti nella storia.

Quello è solo un esempio. Sono conscio che i giovani lettori dovrebbero imparare a leggere in autonomia, e che in fondo l'esperienza di "vivere una storia" è personale. Ma ritengo anche che un genitore dovrebbe quantomeno guidarli nel percorso, soprattutto per quel che riguarda certe letture più "complesse" di altre.

Una storia non dovrebbe "fare la morale" a un giovane lettore, perché si suppone che ogni giovane lettore abbia un adulto che possa spiegargliela, se necessario.

Re: Labocontest n.11 - Discussione generale - Bambini e ragazzi

Albascura ha scritto: vorrei che accada qualcosa che le faccia riflettere su ciò che hanno fatto.
Credo che dipenda dal tipo di opera e dal target. Alcune possono far riflettere nel modo che descrivi. Altre no. Non tutte le opere si prestano a questo processo moralizzatore.

Il mio amico Jan di P. Pohl è uno dei più bei libri per ragazzi degli ultimi quarant'anni, a mio avviso, e ha vinto con merito molti premi. Eppure, non solo i protagonisti fanno cose "che non si dovrebbero fare", ma lo Jan del titolo è il personaggio che fa le cose più audaci, pericolose e "illegali", e viene descritto come l'idolo del gruppo.
La storia non mostra nessuna conseguenza diretta per queste bravate, semplicemente perché non è nello spirito dell'opera: fa riflettere in maniera diversa.

Niente di male se, nella Camera dei Segreti, Ron riceve la Strillettera per il guaio combinato con l'auto del padre. Ma non tutte le storie per ragazzi si prestano a quel tipo di narrazione, e infilarcela a forza quando non c'entra rischia solo di straniare i lettori.

Nel tuo esempio, Viola potrebbe assistere a una conseguenza alla sua bravata come no. Più facile che ci sia una conseguenza diretta se la storia è per un pubblico più infantile e/o se ha un tono diretto e una trama lineare. Ma già dal middle-grade le storie diventano più complesse e sfumate, e questo tipo di conseguenze potrebbe non essere nello spirito del libro.

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