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Re: [H23] Il magazzino

Comincio dal tuo racconto, che è l'ultimo che ho letto.

Bel pezzo, una miniatura semplice ed efficace.
Sono rimasto piacevolmente colpito dai dialoghi. Soprattutto quello più lungo, in questura (caserma?).
Pochi "beat" fuori dal discorso diretto, eppure la conversazione risulta vivida, come se si svolgesse davanti agli occhi del lettore, ciascun personaggio con la propria voce ben definita. Una prova tecnica notevole per qualunque scrittore, un esempio da mostrare a chiunque si avvicini alla scrittura.

Proprio perché i dialoghi mi sono piaciuti molto, partirò da quelli per entrare un po' più nel dettaglio.
Sineddoche ha scritto: ven nov 03, 2023 10:54 pm“…”
È il tuo racconto, i dialoghi sono tuoi, e una scelta stilistica come quella qui sopra può anche starci. Io però eviterei di "reinventare la ruota" quando già esistono soluzioni efficaci. Il racconto è, in teoria, un mezzo che usa la lingua scritta. I tre puntini di sospensione "orfani" di qualsiasi testo sono una soluzione visuale, utilizzata per lo più in altri mezzi (il fumetto su tutti). Lo stesso concetto poteva essere reso in maniera più tradizionale (e puramente scritta) con un semplice "tacque" o "non rispose".
Sineddoche ha scritto: ven nov 03, 2023 10:54 pm“Buonasera.”
“Salve.”
Nella vita reale non salutare è segno di maleducazione. Un dialogo scritto però non è la vita reale. I convenevoli non aggiungono niente alla narrazione, e sono quindi evitabili. Esattamente come non raccontiamo dei nostri personaggi mentre fanno cose di poco conto (andare in bagno, ecc.), possiamo evitare i saluti nei dialoghi. Oppure, possiamo inserirli come "beat" prima di iniziare il discorso diretto: "Dalcò lo salutò e chiese:..."
Sineddoche ha scritto: ven nov 03, 2023 10:54 pm“Ha ottant’anni circa, ancora in gamba.
“Mia moglie, questa porta qua.”
Stesso appunto segnalato da Edu. Questa frase pronunciata davanti a uno di quell'età potrebbe risultare offensiva. La parte in grassetto si può eliminare.

Ora passiamo al resto. Sorvolerò sui refusi perché già te li hanno segnalati (e io sono una ciofeca a trovarli).

Del cambio di tempo già ti hanno detto. In realtà una scelta simile si potrebbe giustificare, poiché indicherebbe uno stacco tra quanto accaduto in passato e le ultime scene, ambientate nel presente. Ma crea instabilità nel testo, e a mio avviso è superflua.

Il mio appunto maggiore riguarda le questioni lasciate in sospeso.
È un mystery soprannaturale, quindi ci sta che non tutto venga spiegato. E il nucleo della narrazione (la storia della vecchietta) trova comunque uno sviluppo e una conclusione.
Resta il fatto che, per essere una storia così breve, ci sono davvero parecchi fili sciolti. Annodarne qualcuno in più avrebbe conferito un senso di chiusura più efficace. Secondo me si dovrebbe rispondere almeno a uno di questi due quesiti, che sono i maggiori lasciati in sospeso:
  • com'è morto Daniele? Per quale motivo?
  • fra Galizio ha davvero un legame con quanto accaduto? Se sì, quale? Se no, perché la vecchietta lo menziona?
Leggendo il testo si possono fare alcune congetture, ma nessuna definitiva. Forse valeva la pena accennare qualcosa in più.
Ci sono altri elementi che non trovano spiegazione (perché la vecchia dice di abitare ai Camilloni quando chiaramente non è vero, per esempio), ma sono minori e in una storia di stampo sovrannaturale credo sia totalmente accettabile lasciarli aperti.

Questo è quanto.
Ho apprezzato la tua scrittura, e la capacità di narrare una storia così bene in così pochi caratteri. Complimenti. :)

A rileggerti.

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