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Re: [Lab10] Segreti di versi

Prima volta che leggo un tuo scritto, e di sicuro non sarà l'ultima. Direi che il tuo nickname è meritato.
Ci sono molte inversioni, nella tua prosa, ed espressioni altamente poetiche. Mi piace la scrittura così ricercata, specie quando funziona bene come la tua.

Poco da dire, per la verità. Ho apprezzato alcuni riferimenti intertestuali, mentre altri li avrò certamente e bellamente mancati, ma la mia cultura è limitata. Della prima metà del racconto mi è piaciuta la dinamica Cyrano-Rossana-Cristiano, per così dire. Ho apprezzato che si sia evoluto poi in qualcosa di diverso.

Ti dirò giusto alcune cose che avrei cambiato, con la mia sensibilità. Sia chiaro, sono dettagli: il testo funziona anche così. Ma siamo qui per confrontarci, dunque... confrontiamoci. :)

La prima è una considerazione di carattere linguistico.
Il tuo racconto fa un uso della lingua tradizionale, e quasi poetico anche al di fuori dei versi che hai incluso. Con quell'uso, parole quali "hobby", "input", "sgamato" stonano un po', soprattutto perché esistono alternative dello stesso registro per le prime due, o colloquiali e adatte al discorso diretto senza essere spudorati neologismi per la terza.

La seconda è una nota che riguarda la chiarezza. Ci sono frasi che, ritmicamente, sono molto "orecchiabili", ma che risultano di difficile comprensione per la loro costruzione. Per esempio:
Poeta Zaza ha scritto: Era così ambito il frequentarlo che le marachelle dei ragazzini, dentro o fuori dal campo, d'intesa coi genitori, costavano loro il saltare un turno di partite per somma di ammonizioni.
Bella, ma estremamente convoluta. Doppio inciso ("dentro ecc.", "d'intesa ecc.") in una consecutiva ("così... che") che a sua volta include una oggettiva ("saltare un turno..."). Il tutto condito da un gran numero di complementi, soprattutto di specificazione ("di... di... di"). A volte è necessario sacrificare qualcosa nel ritmo per una miglior chiarezza, per esempio:
Poeta Zaza ha scritto: Era così ambito frequentarlo che le marachelle dei ragazzini, d'intesa coi genitori, costavano loro un turno di squalifica per somma di ammonizioni.
Ci sono altri due o tre punti nel testo in cui, credo, sia necessario effettuare piccole sforbiciate.

Altro appunto: la promessa.
Per come è iniziato il racconto, sembrava essere la storia di Carlo e Franco. In realtà è più la storia di Franco, perché è l'unico che seguiamo senza soluzione di continuità dall'inizio alla fine.
Essenzialmente, nell'incipit è stata "promessa" la storia di entrambi, perché nel primo paragrafo entrambi hanno lo stesso peso narrativo e sono sullo stesso piano. Però questa promessa non viene mantenuta, e in realtà il racconto si incentra su Franco.
Si tratta di una piccolezza, ma se si riuscisse a dare un peso leggermente maggiore a Franco non si sentirebbe l'effetto della "promessa non mantenuta". Un modo semplice per rimediare sarebbe scrivere il paragrafo dal punto di vista di Franco:
Poeta Zaza ha scritto: Franco era tra i bambini fortunati  del Condominio Azzurro, nella periferia urbana, a pochi passi dall'aperta campagna, dagli alberi, dalle fattorie con gli alberi da frutta, dal giocare in libertà, e Carlo era il suo migliore amico da sempre, anche se erano diversi sia nel fisico che nel carattere.
Basterebbe questa piccola modifica, e improvvisamente la promessa dell'incipit cambierebbe, e nel racconto la manterresti fino al finale.

Infine, piccola nota tipografica: occhio agli spazi quando usi le virgolette nel discorso diretto.

Con quello che ho scritto pare quasi che la mia sia una critica importante, ma ti assicuro che sono solo piccolissimi dettagli.
Il tuo racconto è ben scritto. Sono io che mi dilungo con le mie spiegazioni, anche quando non servirebbe. :P

A rileggerti. :)

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