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Re: [H23] Il magazzino

Ciao, ho avuto modo di apprezzare questo racconto. Ti lascio le mie impressioni qui di seguito:
“Fra Galizio fa queste cose, queste cose le fa lui.”
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Il vicebrigadiere alzò lo sguardo. Una donna minuta, avvolta dentro un plaid arancione; le rughe attorno agli occhi d’un verde sbiadito.

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L'incipit sembra di grande effetto. Iniziare un racconto con un dialogo credo sia efficace per portare il lettore subito dentro l'azione. La donna è minuto, un plaid arancione, gli occhi d'un verde sbiadito: ha giusto tre caratteristiche che permettono di introdurla e di esistere nella narrazione. Un elemento tipico del racconto breve e che sembra essere efficace (per me che ancora ci devo fare l'abitudine).

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Un gracchiare di corvi incorniciò il silenzio, tra i vapori sospesi delle voci e la nebbia che saliva dall’erba.

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Una retorica che sfrutta un elemento visivo (incorniciare) ed uno auditivo (il silenzio), creando una sinestesia anche con i "vapori sospesi delle voci" e la nebbia che saliva dall'erba, che invece sono elementi cinestesici. Questa frase crea un mood, un'ambientazione tutta sensoriale che basta a farne un piccolo quadretto. 

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Lei frugò dentro la sua borsa di plastica gialla e mostrò le mani piene di castagne.

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Queste sono le castagne utilizzate come alibi e che hanno veramente fregato il vicebrigadiere, portandolo fuori pista. Mica scema, la vecchia?

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]“Cosa vuole, agente. i vecchi non dormono e non hanno compagnia.”

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Ho notato un refuso, la lettera capitale davanti ai vecchi. Qui l'alibi continua a depistare il vicebrigadiere Dalcò, ma all'inizio del racconto il lettore non può minimamente immaginare la natura della vecchia, che rimane velata e misteriosa. 

Un commento generale sui dialoghi: sono molto realistici, colloquiali e lasciano ad intendere un po' il carattere del personaggio principale, il vicebrigadiere. La cosa che più mi stupisce è che vengono articolati in un racconto con narratore in terza persona: il narratore, che dovrebbe essere di regola "onnisciente", invece incorpora le tinte del personaggio, l'atmosfera circostante. 

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]“…per costruire il magazzino hanno buttato giù un convento. Era diroccato, io ci andavo da piccola con le mie sorelle. E fra’ Galizio c’era già, allora; ma era buono. Ci faceva trovare le noci sgusciate, una volta perfino un mandarino. Io ero l’unica che gli parlava, a fra’ Galizio”.

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Mi riferisco precisamente a questa frase. Il magazzino è stato costruito su un convento diroccato, io ci andavo da piccola con le mie sorelle. Ottima frase, approfondisce la descrizione del luogo e crea un ricordo della vecchia. Fra' Galizio "ci faceva trovare le noci sgusciate, una volta perfino un mandarino": riflette la natura buona del frate. "Io ero l'unica che gli parlava, a fra' Galizio". Insomma, complimenti per l'immaginazione e per i dettagli. Questi dettagli creano un senso di profondità nel racconto e sembrano essere gestiti in maniera consapevole. 

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Meno di due settimane dopo il pubblico ministero, una ragazza fresca di concorso, aveva disposto l’archiviazione per suicidio.[/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Il padre della vittima s’era avvicinato al vicebrigadiere Dalcò e l’aveva fissato negli occhi: “Daniele non era il tipo da ammazzarsi”.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]A parte questo, Dalcò non sveva mai visto nessuno suicidarsi di schiena.

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Ok, questo passaggio è umoristico ed è stato molto apprezzato. La ragazza fresca di concorso che archivia per suicidio. Un elemento dissonante col resto del racconto che però stempera il tono del mistero e allo stesso tempo lo acuisce nella parte finale (dove il vicebrigadiere si rende conto di essere stato depistato). 

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]L’anziana allarga le braccia: “Qui siamo io e mio marito.”

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Ecco, brigadiere, sei stato fregato da una vecchia.  :D

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]A terra c’è ancora l’erba schiacciata dal cadavere di Daniele [...].

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Un altro elemento di stile che anche ho apprezzato: non c'è il cadavere schiacciato sull'erba, ma c'è l'erba schiacciata dal cadavere di Daniele. Un bell'effetto. 

 [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Sul davanzale della finestra c’è un corvo, illuminato dal crepuscolo.[/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Dalcò batte i piedi ma l’animale rimane immobile: fissa un punto in basso, là fuori.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Dalcò si avvicina.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Quando punta la torcia verso la finestra, l’uccello si volta a guardarlo. Ha gli occhi aggrottati d’un verde sbiadito.

Qui sembra che il corvo sia la vecchia stessa, dipinto con lo stesso tratto nell'incipit, ma al vicebrigadiere non sarà dato saperlo... Un finale aperto che lascerà il caso nel mistero. [/font]

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