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Re: [H23] L'ultravivente

Poeta Zaza ha scritto: gio nov 02, 2023 6:26 pmmi sono posta il problema di come potesse vedere e mi sono inventata questi occhi super infossati da cui poteva vedere laterale.
Chapeau a te che hai pensato a questa effettiva aporia.
Come fa a guardarsi allo specchio?
Il problema è che la soluzione adottata è inefficace, secondo me meglio fare finta di niente. 
Sarò superficiale io, ma non sarei mai arrivato a pensare che non poteva vedersi.
Inoltre credo che l'immagine possa anche essere soltanto evocativa del racconto, non necessariamente precisa in ogni dettaglio.

Re: [H23] L'ultravivente

Ciao Poeta Zaza, 

il tuo racconto mi è piaciuto molto come idea e, in linea di massima, anche nell'esecuzione.
La psicologia del protagonista mi sembra ben delineata; il lettore è portato a identificarsi. In quanti rinuncerebbero alla prospettiva di una vita lunghissima?
È bello anche l'accenno al professore che, con una scusa, non si sottopone al suo stesso protocollo di "cure".
C'è anche però qualcosa che non va.

Dai miei occhi super infossati riesco ancora a vedere laterale in retrospettiva con visione laterale. Questa frase non mi piace per niente. A parte che fatico a capirne il significato, è molto pesante, con la faticosa ripetizione di "laterale". Anche il "super" lo trovo inadeguato, meglio toglierlo. 

Come il pensare laterale è un modo di vedere le cose da un punto di vista diverso, più defilato, in cui scopri la vera dimensione dell'essere. Il parallelismo metaforico è troppo esplicito, troppo didascalico. Sa di intromissione un po' saccente, toglierei

E capisco adesso quant'è vero che è meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita, come disse un Nobel oltre un secolo fa. La citazione è troppo diretta, sembra una morale da quattro soldi; c'è autocompiacimento. Proverei a concentrarmi sul messaggio, senza citare la Nobel e cambiando le parole. 

Mi urlo dentro dal terrore nello scorgere il mio teschio, ma il grido non trova più né laringe né lingua per uscire né il fiato si articola dai polmoni collassati. Molto bello questo pezzo. Dà ansia, mi trasporta proprio in una dimensione da incubo. 

Lei fugge e il mio terzo occhio... Perché dovrebbe avere il terzo occhio? Questo secondo me è il difetto più grave del racconto. Nello sperimentare una superlongevità non capisco il senso. 

Cerco di tirarmi su, ma sento la schiena collassare tra anello e anello della spina dorsale. Intanto, l'efficacia contro il dolore della narcosi indotta dall'elisir va scemando, e già mi prefiguro uno scenario di cruento dolore senza voce.
Qui molto bello. Ritorna l'incubo, l'angoscia. Io avrei chiuso qui, sul dolore senza voce. 

Nel finale, ovviamente, ritorna per me il problema del terzo occhio. In più l'infermiere cattivo che gode non mi convince, avrei continuato sulla falsariga dei "dottorucoli", che fanno quello che fanno come funzionari senz'anima, ignavi e insignificanti. La banalità del male, insomma. 

In ogni caso, a parte le tre o quattro cose che ti ho scritto, l'ho trovato molto convincente e angosciante. 

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