Wanderer ha scritto: ven lug 14, 2023 7:30 pm Se un'affermazione del genere provenisse da un editore, io non vorrei pubblicare con quell'editore. Per me, la verità è un'altra: se il libro lo deve saper o poter vendere l'autore, allora tanto vale che l'autore si trasformi nell'editore di sé stesso. Ne ha tutto da guadagnare.Capisco benissimo le tue osservazioni, preciso giusto che non sono uno sciovinista, anzi discuto sempre le mie opinioni con tutti e anche con l'editore.
Poi capisco che ogni autore difenda la propria casa editrice (a meno che non sia indifendibile), ma questa difesa d'ufficio la trovo un po' eccessiva.
Tutti pro e nessun contro? Morellini sembrerebbe l'editore ideale per ogni esordiente...
Sembra un'inezia, ma questa cosa non va bene. Le tirature devono essere (per legge) specificate perché è proprio dal confronto tra percentuali di royalties e tirature che l'autore può farsi un'idea della convenienza o meno nel cedere i diritti di sfruttamento economico di un'opera. Nel tuo e in altri interventi non c'è stato alcun accenno alle royalties, né tantomeno alla puntualità o meno dei pagamenti da parte dell'editore.
Sembrerebbe che si pubblica con Morellini solo per la gloria, ma chi ci guadagna?
La premessa al mio post era che la Morellini è una casa editrice piccola, media, medio-piccola, con tutte le conseguenze del caso. In sintesi volevo solo segnalarvi che, anche per ciò che ho letto sui forum, nel panorama delle case editrici piccole e medio-piccole mi è sembrata una delle più valide, serie e meglio distribuite (per qualità del lavoro sul testo, reputazione e gestione della rete di promozione) e, se siete interessati alla pubblicazione anche con case editrici che non appartengano al circuito delle "grandi", vi consiglio di valutarla.
Sul fatto che l'autore deve promuoversi in larga parte da solo: non dovrebbe essere così ma temo sia la verità. Ho visto autori famosi e premiati disposti a promuovere libri pubblicati dalle più grosse case editrici in eventi e presentazioni con dieci persone o poco più: credo che fosse tutto in perdita per loro, eppure... Figurarsi se può astenersi dal farlo un esordiente.
Anche sulla tiratura: se uno pensa di vendere 500 copie a settimana, o 1000 nella prima settimana, giusto che pretenda che ne stampino subito in numero sufficiente. Altrimenti, a me basta che la richiesta che il mercato fa dell'opera sia evasa, che siano 10, 100 o 1000 copie ogni settimana, mese o anno. Come si organizzano è affar loro.
Le royalties sono quelle solite per gli esordienti (non entro nel dettaglio, se vi interessa possiamo parlarne in privato). Sui rendiconti me ne è stato promesso uno entro qualche mese (non ricordo se il contratto stabilisse obblighi particolari), ma non ho grandissima fretta: sicuramente non si tratta di milioni di €.
Pubblicare per la gloria, a mio avviso, è anche ciò che fa un autore che vende 4-5000 copie (e parliamo già di nomi e titoli di un certo peso). Se prendi la stessa cifra in €, magari nel giro di uno-due anni, sicuramente non sei diventato ricco, né ti ha cambiato la vita, né forse basta a coprire il lavoro svolto.
Per Che: non sono molto addentro alle dinamiche editoriali, tu mi sembri sapere quello che dici quindi lo prendo per buono. Unico appunto: se guardi il fatturato dell'azienda quei 20.000 € di ricavi non ne sono il core business e tieni presente che i 70 titoli non ne sono il core business. Sull'aumento generale nella qualità dei titoli ricevuti (cui ovviamente è corrisposto anche un notevole calo nella quantità delle proposto): è ciò che mi ha detto l'editore, diciamo che tutto mi sembra fuorché un bugiardo però magari avrete occasione di parlarne, un giorno.