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Re: Lacrime d’angelo

Mi sono innamorata di questa poesia, l'immagine iniziale (una madonna disegnata con i gessetti che comincia a sciogliersi per la pioggia) ha da sola una carica poetica non indifferente. Tra l'altro la lavano via "lacrime d'angelo", come a indicare un'unione tra il disegno e le gocce d'acqua: c'è la tristezza di qualcosa che svanisce, ma in quella tristezza c'è anche un legame e un'eternità che non possono essere cancellati.

Dalla seconda strofa si passa a qualcosa di personale. Anche qui ho apprezzato la delicatezza con cui ci conduci verso un pensiero e un'emozione.
Con delicatezza, sì, ma verso un effetto vivido. 
Bastano poche righe, eppure non sono secche, sono (appunto) vive, pulsanti.

Infine, e penso sia il tocco meglio riuscito, nella terza strofa tornano le lacrime d'angelo. Bastano queste per creare un nuovo legame, quello con l'immagine della prima strofa, e il nuovo legame riprende e intesse il vecchio in un'armonia che suona arricchita e completa.

La poesia conclude con quegli aloni di colore che probabilmente anche la pioggia lascerà sul selciato. Qualcosa che saprà indovinare solo chi ha visto cosa c'era prima (o chi l'ha vissuto).
Insomma (se ancora non si era capito) più la rileggo, più mi piace  :D

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