confusa ha scritto: ... l'immersione in situazioni analoghe a quelle narrate non è utile o produttiva, nel senso di non trasmettere in modo intenso quello che si sta passando, alla scrittura.Certamente, chi scrive deve per così dire mettersele di fronte e riportarle (se è bravo!) in modo che acquistino -scriveva aulico Sapegno nell'introduzione dei suoi manuali per il liceo- afflato cosmico e risonanza universalmente umana!
Decodificando, l'emozione devono provarla i lettori, mentre il narratore l'ha, diremmo oggi, "metabolizzata" e resa fruibile.
L'aveva spiegato anche Croce, non ricordo in quale lavoro, analizzando l' addio di Ettore ad Andromaca nell'Eneide. Riassumendo in parole povere, i personaggi manifestano forti emozioni e le trasmettono ai i lettori, ma Virgilio ottiene questo effetto verseggiando con eleganza e perfetto dominio della lingua.