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Re: [Lab2] La piscina

ivalibri ha scritto: Mi soffermo a guardarlo un istante appena, giusto il tempo di notare quanto è brutto.
Toglierei uno dei termini o entrambi, il concetto è  chiaro
ivalibri ha scritto: mi abbia fatto convincere a fare un abbonamento
troppi verbi, basta "mi abbia convinta", così eviti la ripetizione



Trascuro altre imperfezioni, mi sembra già segnalate, ma non demoralizzarti, la scrittura  "si asciuga" con l'esercizio.

Quanto alla storia, c'è una donna depressa -anche perché straniera-  intenzionata, o forse no, a suicidarsi in piscina.
Più avanti sappiamo che ha imparato a nuotare perché costretta dalla madre mentre  avrebbe preferito il ballo. Oltre a ciò, informi con parsimonia  il lettore e il personaggio rimane un po'  vago. 

La narrazione riesce troppo "tell" in alcune parti,  altre scorrono meglio,  come i ricordi d'infanzia, e trovo alcune frasi poetiche e ben costruite , magari non sempre aderenti al contesto.

La caratteristica (o difetto) della trama, dal mio punto di vista, è l'artificiosità (non trovo un termine più adatto) della tensione. Credo voluta, perché scrivi 
Non si può annegare volontariamente, il corpo non te lo permette. ha scritto:
come sa ogni nuotatore anche mediocre, tant'è che Virginia Woolf si riempì le tasche di sassi, e infatti concludi
Non serve decidere se rimanere sotto o risalire. Una forza che non è la mia mi spinge verso la superficie. Sono solo le mani strette alla scala a tenermi giù. Ma non lo possono fare ancora per molto. ha scritto:
Quindi che senso ha avuto quel suo elucubrare nell'acqua? Simbolico: rientrare e uscire da un ventre o simili rinascite, immagino, e lo trovo un po' scontato.

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