Il mio ragionamento è che, da quello che ho capito, la tua prospettiva come esordiente con una piccola casa editrice italiana è di vendere, se ti va bene, un centinaio di copie o giù di lì. Anche se hai un libro con un buon potenziale commerciale. Con una piccola casa editrice americana indipendente, o inglese, dato il bacino di lettori enormemente più ampio con lo stesso libro in inglese mettiamo che arrivi a qualche migliaio. In quel caso, poi puoi presentarti alle case editrici italiane appunto con un libro che ha già venduto un po' all'estero, e di cui esiste già una versione in italiano.
Anche il self-publishing può essere una strada, sia in italiano che in inglese, però in inglese la concorrenza è davvero sterminata. A parte dover sostenere dei costi per realizzazione e promozione, mi sembra preferibile battere prima la strada tradizionale. Tipo la minuscola casa editrice "di quartiere" americana, quella ad esempio di una libreria, può darsi che però abbia lo stesso 20-30mila lettori super affezionati che comprano ogni suo libro solo per il marchio, contro la controparte italiana che ne avrà sì e no 200 o 300.
Queste comunque sono mie supposizioni. Un'altra cosa che voglio chiedere agli agenti americani, infatti, è se le cose stanno davvero così. Il vantaggio, rispetto a quelli italiani, è che penso ti risponderanno e magari ti daranno consigli gratis, anziché chiederti valutazioni del manoscritto a 500 euro.