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Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Silverwillow ha scritto: Vero, è avvilente. Ma non è che non ci si indigna, anzi, è che non c'è modo di cambiare le cose (almeno io non riesco a trovarlo).
Forse dovrebbe risorgere la critica letteraria, quella vera, che è completamente scomparsa. Raramente mi capita di imbattermi in qualche voce fuori dal coro, per fortuna qualcuno c’è che dice le cose come stanno, ma non basta. Si dovrebbe rivoluzionare l’intero sistema, e, lo sappiamo, per far questo ci vogliono coraggio, buoni principi, integrità, tutti valori tramontati in ogni ambito, oggi, non soltanto in quello letterario.
Silverwillow ha scritto: Sapere come funziona il sistema però è già qualcosa, ed evita di farsi il sangue cattivo perché libri non eccelsi vengono favoriti mentre altri buoni invece faticano a farsi conoscere e vengono scoperti solo per caso. 
Il sangue cattivo non me lo faccio, ma non posso fare a meno di vedere che le cose peggiorano sempre di più e assistere impotenti a questa deriva, per chi ama la scrittura, è davvero triste. Si offendono la bellezza, il buon gusto, l’arte, perfino la grammatica nei casi peggiori. 
Silverwillow ha scritto: Ma siccome io me ne frego di avere gusti diversi, li leggo solo se parlano di un argomento che mi interessa davvero, anche anni dopo l'uscita.
Ad ogni modo, dovendo avere a che fare con la logica dell'editoria e con tutti i compromessi che comporta, mi pare il minimo evitare almeno di pagare.
Pienamente d’accordo 👍

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Silverwillow ha scritto: Io sinceramente non ci ho fatto caso, ma per quanto riguarda lo Strega non credo che serva un libro di qualità per candidarlo (be', magari che non abbia almeno errori grossolani di grammatica).
È proprio questo l'aspetto più grave della questione: che non sempre conta la qualità del testo ma contano le conoscenze dell'autore o della CE. È avvilente. E ancora più avvilente è il fatto che lo consideriamo normale e nessuno si indigna più.

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Wanderer ha scritto: C'è però una leggera contraddizione in quello che scrivi. Se la "tanto vituperata" EAP non è tale, dove sta la gogna nel riportare i nomi degli EAP?
Ma perché lo scopo non è quello di elencare le case editrici EAP o non EAP, per quello ci sono gli elenchi disponibili ormai ovunque sul web. Il mio intento era di lanciare una provocazione sull'ennesima contraddizione dell'editoria e animare un dibattito. 

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Wanderer ha scritto: Comunque, tornando al quesito iniziale, potresti fare degli esempi di opere pubblicate a pagamento e candidate allo Strega (o altri premi)?
Almeno così si capisce meglio di quale tipologia di editori stiamo parlando... sei proprio sicura che siano a pagamento? Io ho dei dubbi. 
Non credo sia il caso, non intendo mettere alla gogna nessuno. Il mio scopo era quello di segnalare che la tanto vituperata EAP trova negli ultimi tempi sempre più spazio in certi ambienti letterari alti. Di almeno due CE sono sicura perché operano nella regione in cui vivo, una addirittura nella mia città. Ma credo che ce ne siano delle altre. In ogni caso basta andare sul sito del Premio, lì troverai tutti i libri segnalati dagli Amici della domenica fra i quali il 31 marzo saranno scelti i dodici candidati.

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Fabioloneilboia ha scritto: Secondo me anche le case editrici a pagamento hanno libri che vincono concorsi letterari perché non pubblicano solo tutto quello che gli capita, ma anche qualche testo di qualità.
Su questo sono d’accordo: non tutti i testi pubblicati a pagamento sono dei cattivi testi.

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Wanderer ha scritto: Strega a parte, non c'è dubbio che per buona parte le classifiche di vendite dei libri - così come le classifiche musicali - siano occupate da ciarpame. Ma si tratta di una tipologia di ciarpame ben editato, ben confezionato, appetibile al mercato.
Ma se il ciarpame può essere tollerato all’interno di un mercato editoriale che si propone di assecondare i gusti di vari strati di pubblico, non può essere tollerato invece nell’ambito del Premio letterario più prestigioso in Italia. Come se in ambito cinematografico i cinepanettoni di Boldi e DeSica andassero in nomination al David di Donatello o alla Mostra del Cinema di Venezia. Non mi pare sia mai accaduto. Un Premio letterario prestigioso deve garantire la qualità delle opere che vi partecipano, altrimenti perde ogni credibilità.

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

JD WOLF ha scritto: E se domani, per ipotesi, una casa editrice medio/alta si interasse al vostro libro (pubblicazione e, nel contratto, l'acquisto di duecento copie), cosa fareste?
Più che per ipotesi, direi per assurdo. Le case editrici medio-alte non chiedono contributi per la pubblicazione. Comunque per me non cambierebbe nulla. Quello che vorrei realizzare è la pubblicazione con una CE disposta a investire e rischiare sul mio libro senza chiedermi nulla in cambio se non l’impegno nella promozione del libro stesso. È un obiettivo difficile, lo so, oggi più che mai in un momento tragico non solo per l’editoria ma per l’economia in generale. Allo stesso tempo non possiamo negare che il livello dei libri pubblicati in Italia anche da grosse CE non è poi così elevato, basta dare una lettura anche solo agli estratti dei libri segnalati allo Strega per rendersene conto. Alcuni sono davvero imbarazzanti. E mi fermo qui.

Editoria a pagamento e Premi letterari

Su questo forum, come prima sul WD, si è sempre condotta una battaglia senza esclusione di colpi contro l’editoria a pagamento, che viene considerata come un’opzione da rifuggire assolutamente senza “se” e senza “ma”. Eppure capita sempre più spesso che libri di case editrici a pagamento siano candidati in Premi letterari fra i più prestigiosi, come lo Strega. Non si tratta di casi isolati o una tantum, ma la cosa avviene piuttosto regolarmente, e, quando avviene, la comunità che ruota attorno al candidato si unisce in un coro di elogi sperticati ignorando, o fingendo d’ignorare, quella che altrove appare come un’onta irreversibile, una macchia indelebile nel percorso di uno scrittore. Io finora ho rifiutato tre proposte a pagamento, di cui una relativa all’editing (con presentazione al Salone del Libro e tutte le altre spese di promozione a carico della CE) e un’altra che prevedeva l’acquisto di copie. Sono convinta di aver fatto bene, eppure, di fronte a certe situazioni, come quella sopra citata, non posso che interrogarmi sulla questione. Forse a volte accettare un compromesso è l’unico modo per uscire dall’anonimato. Non cederò ma il dubbio resta. Grazie a chi vorrà intervenire sull’argomento.

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