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Re: Triplette di aggettivi

@Ilaris, io non ho tacciato nessuno di cattivo gusto, e ho più volte ribadito che i miei interventi non intendevano imporre nulla né condannare le scelte di nessuno. Ognuno è libero di intendere la scrittura come meglio crede, ci mancherebbe altro!
Ilaria ha scritto: quel che manca è il parere di chi i libri li pubblica con un pochino di
prestigio in più. Senza nulla togliere a nessuno, ci mancherebbe.
Credo che qui ci sia spazio per chiunque, ma non so se quello che proponi tu sia un traguardo raggiungibile, non so quanti rappresentanti della grande editoria leggano il forum… è un problema che non mi sono mai posta.

Re: Triplette di aggettivi

@Ilaris, io penso che nel mondo dell’editoria ci sia tutto e il contrario di tutto, quindi anche l’intervento di un editor risolverebbe poco o niente. I guru che strombazzano di qua e di là sulle mancanze degli esordienti sono gli stessi che poi segnalano ai Premi o pubblicizzano testi che sono la negazione di quegli stessi convincimenti da loro stessi prima strombazzati. Non voglio gettare benzina sul fuoco, ma ho appena finito di leggere  un libro segnalato allo Strega che è infarcito di avverbi e coppie di aggettivi, talvolta sinonimici. Per tutto il corso della lettura non ho fatto che chiedermi dove fossero gli editor… Sono d’accordo con @Ngannafoddi
Ngannafoddi ha scritto: Secondo me è meglio scegliere il sostantivo o il verbo migliore, quello più preciso. E non scegliere il parente povero per poi modificarlo con un aggettivo o con un avverbio.
Ribadisco ancora una volta che lo scopo del mio intervento, sin dall’inizio, è quello di far emergere le contraddizioni del mondo dell’editoria, soprattutto di quella che definiamo grande, più che condannare le scelte di un autore.

Re: Triplette di aggettivi

Bef ha scritto: @Mafra non metto in dubbio il fatto che sia narrativa e non saggistica, ma essendo, appunto, un memoir, non credo che gli si applichino le stesse regole di stile che a un romanzo.
Regole o non regole, resto comunque del parere che dieci aggettivi in tre righe siano troppi in qualunque genere di scrittura.

Re: Triplette di aggettivi

Bef ha scritto: Non penso che gli si possano applicare le stesse regole di buona condotta predicate dagli editor per la stesura di un'opera di narrativa.
Il libro in questione è un’opera di narrativa, seppur nella forma di un memoir. Ne ho letto un estratto e non c’è alcun dubbio sul genere di appartenenza. Comunque il mio intento non era quello di crocifiggere un testo, né tantomeno l’autore, quanto piuttosto offrire uno spunto di discussione su un aspetto controverso, e mostrare come in questo caso gli editor contravvengano sul campo alle stesse regole da loro sbandierate con convinzione in altre sedi.

Re: Triplette di aggettivi

Valerio 10000 ha scritto: Penso che il vero problema, sia il fatto che, le case editrici li sconsiglino.
No, no, almeno per quanto mi riguarda. Non scrivo pensando a cosa possa piacere o no alle case editrici, non funziona così per me. Ho già ribadito il perché della mia convinzione in un post sopra, e lo ripeto, è frutto di un lavoro personale maturato anche attraverso i consigli degli utenti del WD, e attraverso la lettura. Mentre prima mi compiacevo dell’uso dell’aggettivazione, adesso la uso con più parsimonia, ma questo non vuol dire eliminarla o demonizzarla.
Valerio 10000 ha scritto: Così, ad ogni modo, il romanzo resterà tuo. E non sarà il frutto della paura della non pubblicazione. 
La paura della non pubblicazione l’ho superata da un pezzo😁, anzi direi che forse non l’ho mai avuta, e, lo dico con assoluta sincerità, non m’influenza quando scrivo. Penso che in questo panorama editoriale sia difficile pubblicare a certe condizioni, e non m’illudo più. Pur mantenendo la sua attrattiva, l’obiettivo della pubblicazione di certo non mi toglie il sonno☺️

Re: Triplette di aggettivi

Cheguevara ha scritto: Soprattutto per i miei gusti. Lasciare il libro sullo scaffale, naturalmente.
E anche per i miei!😃
Gualduccig ha scritto: Forse è stato selezionato proprio come esempio dello stile utilizzato nel testo, per favorire un'autosegmentazione dei lettori: se piace quell'estratto, piacerà lo stile presente in tutto il romanzo; se allontana, meglio lasciare il libro sullo scaffale.
Lo scopo di un post di quel genere è finalizzato unicamente a promuovere, e quindi a invogliare a comprare. Chi lo ha postato, te l’assicuro, non aveva la benché minima intenzione di selezionare i potenziali lettori. 

Re: Triplette di aggettivi

Ilaris ha scritto: Anzi, a dirla tutta, a me non dispiace nemmeno usare aggettivi e... gerundi, se non danno fastidio da un punto di vista di musicalità. 
Quando ho incominciato a scrivere, usavo anch’io molti aggettivi, e ai tempi del WD ricordo benissimo che è stata questa la prima critica che mi è stata mossa. All’inizio ero un po’ scettica, mi sembrava che gli aggettivi fossero indispensabili per dire quello che avevo da dire; limitandone l’uso, ai miei occhi, il racconto non avrebbe funzionato allo stesso modo. Progressivamente però ho cambiato idea, perché mi sono accorta io stessa, sperimentandolo in prima persona, che eliminare qualche fronzolo arricchisce l’espressività, mentre prima ero convinta del contrario. Oggi faccio un uso più equilibrato degli aggettivi, evito le triplette, non perché mi dicono che deve essere fatto così, ma perché io stessa mi accorgo che è meglio così. 
Grazie, @Ilaris.
Marcello ha scritto: Un editor, molto più bravo e affermato di me, sostiene che a un sostantivo non va mai unito più di un aggettivo.  
Infatti, @Marcello, mi interessava avere un parere tecnico e, anche volendo superare il limite imposto dall’editor in questione, credo che undici aggettivi in quattro righe siano davvero troppi. 
Marcello ha scritto: Pienamente d'accordo; le triplette mi piacciono soltanto se le segna il centravanti della squadra per cui faccio il tifo.
Non sono un’esperta di calcio, ma concordo😂
Grazie anche a te🤗

Re: Triplette di aggettivi

Cheguevara ha scritto: A me piace così, ma de gustibus non est desputandum (non est sputazzellam è la battuta dell'indimenticato Totò). 
😂😂😂Verissimo! Ma non ci possiamo privare del piacere di discutere…😊
Grazie, @Cheguevara 🤗🤗
JD WOLF ha scritto: Insieme, mi ricordano un mescal e non un rosolio da fine pasto.
Non ho mai bevuto né l’uno né l’altro, il mescal sono andata a cercarlo su Google😂.
Grazie,@JD WOLF 🤗🤗

Re: Triplette di aggettivi

ivalibri ha scritto: Da quanto so io, gli editor sconsigliano l'uso delle triplette. Ricordo di aver ricevuto una newsletter a questo proposito da una brava editor che conosco. Se non sbaglio l'ho trovato anche nei "consigli per scrivere" di altri editor o persone del mestiere.
Sì, anche io ne sono al corrente, per questo sono rimasta ancora più stupita. Mi viene da pensare che alcuni editor predichino bene e razzolino male. Un esordiente che avesse proposto un testo con un’aggettivazione così abbondante, a mio parere, sarebbe stato subito cestinato. Comprendere le leggi dell’editoria rimane per me un obiettIvo irraggiungibile. Mi resta però la libertà di leggere ciò che ritengo conforme ai miei gusti e ignorare il resto.
Grazie anche a te, @ivalibri, un abbraccio 🤗 

Re: Triplette di aggettivi

Silverwillow ha scritto: Io purtroppo confesso di avere una passione per le triplette :P 
Bene! Ognuno ha le sue passioni…😀ed è giusto così.
Silverwillow ha scritto: Per tornare al tuo esempio, sono stra-convinta che sotto quel post ci fossero decine di commenti entusiasti come "non vedo l'ora di leggerlo".
No, a dire la verità, c’erano solo dei “mi piace” e neanche troppi.
Silverwillow ha scritto: non sarei mai capace di scrivere un messaggio promozionale del genere, mi si rattrappirebbero le dita :lol: 
Su questo siamo completamente d’accordo, però, come hai detto tu, non tutti la pensano allo stesso modo, e magari certi messaggi mantengono inspiegabilmente una certa attrattiva.
Grazie, @Silverwillow, di aver condiviso il tuo parere.
Un abbraccio 🤗 

Re: Triplette di aggettivi

Grazie, @Poeta Zaza. Dal tuo intervento si coglie quanto i gusti possano essere diversi, e ciò che non piace a uno può essere invece apprezzato da un altro per motivi opposti. A te appare lirico ciò che io giudico retorico ed enfatico, e rispetto il tuo parere pur ribadendo il mio. Grazie ancora del confronto.
Un abbraccio 🤗

Triplette di aggettivi

Oggi su Facebook mi sono imbattuta in un post che pubblicizza un libro di prossima uscita per Einaudi e che riporta il seguente estratto:
“Mi piacevano i posti squallidi, le periferie, le persone nevrotiche, dipendenti, tossiche. Ero affascinata dalle disgrazie e dai disgraziati. Le situazioni pericolose, tristi, luttuose mi facevano vibrare come se solo nel dramma la vita si mostrasse davvero: nuda, integra, commovente”.
Non so cosa ne pensiate voi, ma io, da lettrice, oltre che da persona  a cui piace scrivere, ho trovato insopportabili le tre triplette di aggettivi a distanza così ravvicinata. Già fatico a tollerarne una, trovo che sia una costruzione troppo abusata ormai, ma tre le trovo proprio un insulto. Un libro che si presenta con un tale biglietto da visita non lo comprerei mai e mi stupisco che sia stato postato da una persona molto competente in materia proprio al fine d’invogliare all’acquisto. Mi piacerebbe conoscere il vostro parere per un confronto, magari anche da parte di qualche editor che frequenta il forum. Grazie.

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