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Re: Approccio al genere storico

Yaxara ha scritto: lun feb 01, 2021 2:41 pm La mia opinione da due soldi da non-esperta: a meno di voler fare una sorta di pastiche o esperimento linguistico, non vedo perché non si dovrebbe utilizzare un linguaggio moderno, nei limiti della logica. Non so cosa intendi per "trama leggera", ammetto di aver letto solo "I pilastri della terra" di Ken Follett e la trama mi è parsa tutt'altro che leggera, con sotterfugi, colpi di scena e via dicendo. Però resta plausibile per un contesto medievale.
La saggistica è utile per il contesto, l'ambientazione, la condizione femminile e via dicendo. Da lettrice di romanzi storici, personalmente mi dà molto più fastidio un'ambientazione approssimativa che non un dialogo leggero e con un linguaggio attuale.
Concordo, non è l'approssimazione che mi preoccupa ma proprio la possibilità di cadere nell'errore di creare personaggi e vicende poco aderenti al contesto. Con "trama leggera" non intendevo assolutamente svilire Follett, tutt'altro. Ho preso ad esempio proprio lui perché riesce a narrare di Medioevo senza risultare pesante, anche se alcune volte "tira la corda" con personaggi, soprattutto femminili, un filino troppo moderni nel pensare e agire. Il linguaggio è l'altro aspetto che mi preoccupa. Come risultare realistico senza finire per scimmiottare il volgare dell'epoca?

Approccio al genere storico

Salve a tutti,
vorrei provare a cimentarmi nel romanzo storico. Ho un soggetto datato ma che ritengo valido da sviluppare, purtroppo mi sto rendendo conto documentandomi approfonditamente che lo sviluppo è poco aderente all'epoca in cui è ambientato (1250 circa). A grandi linee può ricordare "Il nome della rosa" (con rispetto parlando) virato al femminile, visto che si parla di monache. Vi chiedo quindi quanto può forzare la realtà storica uno scrittore? Se leggo Follett, ad esempio, non mi accorgo di essere nel Medioevo, è leggero nella trama e nei dialoghi. Invece temo che se seguissi quanto suggerisce la saggistica del periodo, la pesantezza diventi un fattore quasi inevitabile (per non citare il parlato!).

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