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Re: [CC23] L'ora del corvo - Il Medico della peste

Ciao Medico della Peste,

Ho dovuto rileggere il tuo racconto, tra l'altro molto curato e senza grossi refusi, più di una volta per apprezzarlo davvero.

A una prima lettura infatti non ero riuscita a capirlo fino in fondo.
Mi ero detta: ma come...tutta questa tensione così ben dosata all'Interno della narrazione, che cresce nel finale e poi...e poi rimaniamo con il dubbio su chi sia questo corvo e sul perché si organizzi questa strana e inquietante cerimonia? E il protagonista alla fine muore come tutti gli altri oppure no?

È solo rileggendolo che ho dato una mia personale chiave di lettura, che spero sia corretta ma se non è così mi scuserai. 
Credo tu abbia scritto una bella allegoria della morte. La morte che attende tutti noi, prima o poi, e la cui idea si fa così pressante negli anni della vecchiaia. Il protagonista ne ha una paura tremenda, e tenta di sfuggirvi in ogni modo mentre sua moglie ci va in contro molto più serenamente. Effettivamente ci sono persone che la accettano molto più serenamente di altre.
Da che cosa ho dedotto ciò? 
Dalle luci degli altri invitati alla festa che piano piano si spengono una ad una (in vecchiaia , specie se si arriva ad una età molto avanzata, purtroppo capita di vedere morire molti cari, amici e conoscenti e si può avere l'impressione che tutto il nostro mondo stia morendo piano piano.) e da questa frase: 
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 8:20 pmNon si era mai chiesto quale fosse l’origine della ricorrenza, né come venisse organizzata: sapeva solo che tutti gli abitanti del paese, prima o poi, vi avrebbero partecipato. Era semplicemente un fatto della vita.
Ecco, la morte, se è di questo che ci stai parlando, è effettivamente "semplicemente un fatto della vita".
Sira ha scritto: dom feb 26, 2023 8:20 pmSollevò lo sguardo oltre all’abisso, e un oceano di luce si dischiuse ai suoi occhi. Un’infinità di stelle, così luminose e calde da rendere insignificante qualsiasi numero di candele avesse provato a illuminare il bosco. Ma Arturo non si sentì piccolo, no.
Piuttosto, si sentì libero.
Anche il finale sarebbe abbastanza coerente, credo, con la mia interpretazione. Arturo ha visto la morte da vicino, l'ha "guardata in faccia" e dopo la morte che c'è?  Per alcuni effettivamente una sorta di liberazione e di immensità come quella che hai descritto.

Non lo so se ci ho preso, Medico...se è così il tuo racconto è pienamente in linea con la maschera dietro la quale ti nascondi.

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