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Re: [Lab3] Il lato oscuro

aladicorvo ha scritto: Alta e mora, con un che di altero nello sguardo, s'era guadagnata una certa notorietà per via dell'Esitation, pratica dettata da una specie di prudenza faringea che la induceva a procrastinare la conclusione ed emettere sibili modulati, da cui era nata la leggenda che facesse i pompini cantando.
Ehilà Aladicorvo! Ha una bella atmosfera il tuo racconto, devo dire...
Pur raccontando di fatti drammatici, sei riuscito/a a farmi sorridere. Questo incipit poi, è davvero una piccola perla. Una "puttana che fa i pompini cantando" è una delle migliori introduzioni di personaggio che abbia mai letto. Di sicuro la migliore di questo Lab. Complimenti!
aladicorvo ha scritto: Lucia Malanimi urlò per tre giorni, al funerale ebbe un malore, poi si dette pace e un mese dopo sposò il cognato.
Altro riassunto efficacissimo, capace di strapparmi un sorriso anche qui. 
aladicorvo ha scritto: Finché un giorno Assunta Spinelli si presentò in commissariato.
«Mio marito!»
«Suo marito, cosa?» disse il commissario Macchia.
«Oh, insomma! Passino le macchie di sangue sulla camicia, che ci vuole la mano di dio a levarle, ma sono quattro giorni che quel bastardo non si fa sentire».
«Aspetti, ha detto sangue sulla camicia?»
«Ma sì, per via di quella roba che va a fare dalla puttana, come si chiama? Il sadomaso, ecco. Che poi, fosse per me, gli farei pure l'abbonamento, così almeno si sfoga e poi mi lascia in pace».
Ok, anche qui devo ammettere che ho riso molto. Tra la descrizione di Lucia Malanimi, che fa la scenata per tre giorni dopo la morte del marito, e poi si risposa dopo appena un mese, e questa moglie che, con orgoglio, ci tiene a fare sapere che non le importa minimamente se il marito va a prostitute, anzi meglio così la lascia in pace...sai che hai fatto una descrizione impeccabile della mentalità bigotta, un po' ipocrita ma per certi versi anche verace e molto pratica (tanto in paese le cose si sanno, ci sono solo segreti di Pulcinella) di quell'epoca?

Per quanto riguarda la frase qui sotto, invece non so...non ho mai sentito parlare di "casa di giochi". Non so se sia il termine corretto. Magari bisca, sarebbe più appropriato. 
aladicorvo ha scritto: la casa giochi sulla statale
aladicorvo ha scritto: «Chi è che comanda qui?» ringhiò.
Seduta sul bordo della sedia, si sporgeva sulla scrivania del commissario quasi volesse montarci sopra.
«Cosa la porta qui, signora?» fece quello.
«Signorina, prego. Non mi sono mai sposata e lo sa perché, eh? Perché chi ha il senso della famiglia, si sacrifica! E resta ad accudire la madre. Malata sì, ma trattata come una regina. Io sola! Che se aspettavo mia sorella…Ah!»
"Chi è che comanda qui?" Ammazza, una "Karen" in piena regola! Una frase e già abbiamo capito che tipo sia. Ottimo! Oltretutto hai saputo anche fare capire da subito il racconto che la donna prova nei confronti della sorella, e il suo essere giudicante al limite dell'acidità, tutto in poche battute di dialogo. 
aladicorvo ha scritto: «Sono calmissima! Se solo faceste il vostro lavoro, che un’onesta cittadina non dovrebbe venire fin qui a dirvi che l’arma del delitto se ne sta lì a marcire!»
Anche qui, si conferma una "Karen" fatta e finita.
aladicorvo ha scritto: L'ispettore Macchia continuava a fissarla.
Ispettore? Non era un commissario dei carabinieri? Gli ispettori stanno in Polizia.
aladicorvo ha scritto: Gerolamo Spinelli risultò ucciso per debiti di gioco, come da fiches ritrovate nel palmo della mano destra. Ci fu una retata al Blackjack, un mucchio di bella gente venne portata dentro e il locale chiuso a tempo indeterminato.
Per l'epoca in cui hai ambientato il raccont, e per come hai saputo descrivere bene la mentalità del paesino di provincia, mi hai ricordato un po' Andrea Vitali. Però il tuo commissario, con questo forte senso della giustizia tutto suo, mi ha fatto venire in mente anche un po' il mitico Montalbano.
Insomma, la trama non è delle più originali, ma è talmente ben svolta che regala una lettura piacevole. Oltretutto hai fatto benissimo a non creare nessun mistero e a scegliere di raccontare un "caso" che viene subito risolto con una semplice intuizione. Il numero limitato di battute di battute di questo Lab non permetteva di creare un giallo intricato e convincente. Spero di rileggerti magari in un racconto un po' più lungo, perché si vede che questo è un genere che padroneggi bene.

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