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Re: Diversità invisibili

Cheguevara ha scritto: Sono vecchio, mezzo sordo e con problemi di visus. Pardon: diversamente giovane, diversamente udente, non benissimovedente; vuoi mettere?

Guardando il mio misero conto in banca, potrei definirmi "diversamente ricco" :D :D
Diversamente udente va bene anche per me :lol: :lol:

Re: Diversità invisibili

M.T. ha scritto: Mi ricordo quando presi il brevetto d'istruttore (pardon, ora si dice tecnico educatore) di nuoto ed ero nella tua stessa situazione: c'era il ragazzino che voleva fare il fenomeno  ma non aveva i mezzi per farlo (avete presente il tipo con la buzza che l'unico sforzo che fa è il sollevamento del boccale di birra?) ma che perché raccomandato si sentiva di sfare lo sborone con tutti. Viene lì da me e mi fa "ma ce la fa stasera a fare la lezione? sono già le 21 e 30, non dovrebbe essere a letto a dormire?". E io "ho coperto due ore di lezione dove non c'era l'istruttore, poi ho fatto cinque chilometri di nuoto. Mezz'ora di lezione sull'apnea non sono di certo più stancant." (e quando ti tiri via l'accappatoio e sotto non hai la buzza alcolica, ma gli addominali a tartaruga, zittisci chi vuole fare il fenomeno, sempre e comunque :D ).

:D :D :D :D
Ti capisco, bro :lol: :lol:



M.T. ha scritto: Parlando di nuoto e di diversità, ho sempre ammirato chi lavorava con persone con problemi sia fisici sia mentali: trovavo difficoltà nell'insegnare a queste persone, perché alle volte non sapevi se quelli che facevi poteva urtarli.

È una cosa ormai comune: purtroppo non c'è una regola e non sai mai come rapportarti con l'interlocutore. Non sai mai se dire "cieco" o "non-vedente"; oppure "sordo" o "non udente". Intanto l'UIC (Unione Italiana Ciechi), recentemente UICI, si chiama Unione Italiana Ciechi, mica Unione Italiana Non-Vedenti. Lo stesso vale per l'ENS (Ente Nazionale Sordi), che non si chiama Ente Nazionale Non-Udenti. Per strategia, io uso il nome usato dalle associazioni, quindi per me si dice "sordi" e "ciechi". Ultimamente ho sentito che non si dovrebbe dire "sordomuto" poiché i sordomuti parlano in LIS, dunque non sono più "muti".
Ma il caso più difficile è scegliere tra "handicappato" (la legge 104/1992 dice così), "disabile", "persona con disabilità" o "diversamente abile" (ultimamente ho letto "diversabile"). Più anticamente si diceva "menomato" o "minorato (nel corpo o nello spirito)".
Per me "disabile" va bene e va bene anche "persona con disabilità". "Diversamente abile" (o "diversabile") è da cancellare dalla faccia della terra :-)



bwv582 ha scritto: non ho condiviso "k" in luogo di "ch"

A me invece piace come alternativa. Li affiancherei come alternative entrambe corrette. Penso che una riformina ortografica faccia bene a tutti.

Re: Diversità invisibili

M.T. ha scritto: (ancora ricordo la sceneggiata perché con uno era stato usato il termine uomo e questo se ne era uscito con uno "ma che ne sapete voi di come si sente uno dentro, siete superficiali e vi basate solo sull'esteriorità" degenerenado poi in una pippa fuori dal comune: qui, se si dovesse davvero usare il termine adatto per quella che è stata una vera e propria uscita isterica, si andrebbe davvero sull'offensivo). Quindi, qualsiasi cosa si fa non va bene. Va' ridiamoci un po' sopra.


Adoro i Badaboom, insieme ai "Soldi spicci" e a Stefano Piazza :-)
Prima o poi mi faranno morire!
Una volta mi sono iscritto a un corso. Avevano tutti meno di 23 anni. Io ne avevo 35. Una sera siamo andati tutti a mangiare una pizza. La cameriera chiedeva agli altri: "Tu che prendi?". Quando è arrivata da me, mi fa: "E lei?" :-)

Re: Diversità invisibili

Antares ha scritto: anch'io sono un po' sboccata, lo ammetto :D

Ahahahah :D
Anche tu chiami le donne "vaginamunite" e gli uomini "penemuniti"? :P
In un video sul femminismo lei dice che non le va di essere accomunata a metà del genere umano solo perché condivide i genitali :ola: :ola:



Antares ha scritto: In realtà credo di aver usato il termine abilismo in maniera errata. Avevo capito che significasse, oltre alla classica discriminazione, anche il presupporre che un disabile possa fare di più di quel che fa

Io non l'ho mai usata quella parolina, a essere sincero, probabilmente perché non so che significa. Mi è sembrato che volesse indicare la mentalità di chi progetta gli edifici pensando che ci vadano solo persone con capacità ordinarie e quindi, spesso senza pensarci, mette gradini e scale dappertutto. In questo modo "seleziona" in partenza chi può andarci o meno. Boh, in realtà non lo so :-)

Re: Diversità invisibili

Cheguevara ha scritto: Purtroppo il concetto è ancora valido, nel senso che chi parte svantaggiato in termini di censo deve crepare di fatica per arrivare allo stesso punto di chi ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia benestante, anche solo per arrivare a iscriversi a un'università, e questo a parità di intelligenza e attitudine allo studio

Esatto, @Che!
È il motivo principale per cui istruzione e merito non vanno messi insieme e invece oggi abbiamo il "ministero dell'istruzione e del merito". Mi sa di "ministero dei raccomandati" :)

Re: Diversità invisibili

Antares ha scritto: abilismo

Antaresù, hai detto la parolina magica :-)
Proprio l'altro ieri ho visto un video su questa parola. L'autrice è Yasmina Pani, una linguista sarda. La adoro per il suo linguaggio boccaccesco. Qui, per esempio, a un certo punto dice:
"fumate di meno e trombate di più, ragazzi!" :ola: :ola:

Ti metto il video qua sotto. Dura tredici minuti. Non ti voglio trattenere troppo a lungo, magari lo guardi a puntate. Poi è sempre soggettivo, nel senso che se, l'argomento interessa, il tempo vola. Se, invece, l'argomento è poco interessante, anche trenta secondi sono "due palle" pazzesche.





M.T. ha scritto: Per prima cosa ci sarebbe da sistemare, visto che si parla di Sicilia, lo spreco dell'acqua, mettendo a posto condutture e lottando contro chi ci specula sopra (leggasi, malavita).

Esatto, Bro :-)
Salvini parla come se bastasse un ponte tra Sicilia e Calabria per risolvere tutto. Vero che sarebbe il ponte a campata unica più lungo del mondo e permetterebbe a Salvini di entrare nella storia, ma le bandierine non vanno bene. Sembra una gara a chi ce l'ha più lungo :P

Re: Diversità invisibili

Silverwillow ha scritto: Scusa il francesismo, ma la mia prima reazione è stata "e stic**zi". Cioè, paghiamo le tasse anche per la sanità pubblica per poi avere questi risultati? C'è da sperare di non ammalarsi mai.

Purtroppo dovevo farla. Quando mi hanno detto il prezzo, mi stava scappando lo stesso francesismo :-)
Mi sono trattenuto a fatica. Tra l'altro lo studio era in un'altra città: la mia accompagnatrice si è dovuta "sciroppare" pure 200km di strada. Nello stesso periodo sono andato in un altro studio e mi sono messo in un posto da cui potevo orecchiare i dialoghi del "punto prenotazioni", dove la gente andava a prenotare gli esami prescritti dal medico. Ho sentito prezzi assurdi. Quando senti 350 euro per una banale radiografia ai denti, altro che "stic**zi"!



Cheguevara ha scritto: Un anno per una visita oculistica. In presenza di un visus di 1/10 in un occhio e 4/10 nell'altro, dieci mesi per un intervento di cataratta. In una regione virtuosa come l'Emilia - Romagna. Ma se paghi, si risolve tutto nel giro di una settimana: 120 Euro per la visita oculistica, 1.450 Euro ad occhio per la cataratta. Nella stessa struttura che ti fa aspettare se a pagare è il SSN. Altrove è anche peggio. Ma Salvini sbandiera come una grande conquista il futuro ponte sullo stretto, e chissenefrega di sanità, scuola, povertà, disoccupazione, ambiente. E' la politica, bellezza.

È uno scandalo!
Ti racconto un'altra cosa. A Palermo in uno dei cimiteri della città per questioni burocratiche non si riesce a seppellire le bare. Ormai sono più di mille. La situazione va avanti da due anni. Hanno messo le bare, con relativi cadaveri, in una specie di deposito, accatastate l'una sull'altra con solo un codice numerico per non confonderle. L'estate scorsa è stata particolarmente calda e le bare hanno cominciato a esplodere e a perdere liquami nauseabondi da sotto. Chi vuole entrare, magari per pregare sulla bara della madre morta da un anno e mezzo, deve indossare tre mascherine FFP3 e non per il COVID, ma per la puzza. Silverwillow sopra dice: "C'è da sperare di non ammalarsi mai", ma qui addirittura c'è da sperare di non morire mai.
E Salvini che fa? Si fa la bocca grande con il ponte di Messina!
Ma per favore!
Ho già annunciato la mia candidatura a presidente della Regione Siciliana per il 2032. Se mi eleggono, ah se mi eleggono…

Re: Diversità invisibili

Antares ha scritto: Io ho la "seggiolite": quando mi siedo sulla poltroncina del PC poi non riesco più a schiodare il sedere

Mi sa che presso i politici la "seggiolite" è molto comune. Antares for president! :P



Antares ha scritto: Caspita :o , ma non era convenzionata col SSN?

In effetti una risonanza a 400 euro sembra molto strana. Il problema è che non riesco a distendermi oltre un certo limite e quindi devono farmi l'anestesia prima di alcuni esami. 400 euro è diviso così: 120 per il rachide cervicale, 130 per l'encefalo e 150 per l'anestesia. Come vedi, l'anestesia costa più degli esami. Che poi non ho capito una cosa: la risonanza all'encefalo e le risonanza al rachide cervicale sono lo stesso esame, allora perché ne devo pagare due? Mistero! :-)
Poi non capisco nemmeno un'altra cosa. Se dico che non riesco ad alzare un braccio, è un sintomo o segno di malattia; se dico che non riesco a piegarmi, è una mia invenzione. Mistero-bis! Intanto, siccome non riesco a piegare la testa all'indietro, il dentista non può fare niente e infatti due denti mi sono già caduti e un terzo… "balla" pericolosamente :-)


Antares ha scritto: Ecco, eppure ci sono persone che riescono a scansarla questa trafila, e anche di anni e anni, senza che nessuno si accorga di nulla... Sì, la connivenza, ma come fanno? 

Ho l'impressione che molte disabilità non si vedono perché in realtà non ci sono. Prima parlavi di sovradiagnosi: parola azzeccatissima :-)
Poi, per come la vedo io, le disabilità invisibili sono di due categorie: quelle in cui i sintomi non sono visibili e quelle in cui il disabile in toto è invisibile nel senso che è messo così male che non può nemmeno uscire di casa e quindi, di fatto, non lo vede nessuno e pertanto è come se non esistesse. Io ne conosco alcuni di quest'ultima categoria ed effettivamente è un "guaione". La tua amica :P quale categoria considera? Entrambe? Allora okay ;-)

Re: Diversità invisibili

Antares ha scritto: una mia cara amica (ci conosciamo da più di vent'anni) ha "fondato" un gruppo sui social dal nome "Le disabilità invisibili"

Forse la conosco :P



Antares ha scritto: Per quanto riguarda le neurodiversità, per esempio, esse sono legate a vere e proprie difformità anatomiche e funzionali del cervello presenti in una piccolissima percentuale della popolazione. Quella che ho io per esempio è nell'ordine del 2%. 

Pensa che la mia malattia neurogenetica è unica in Sicilia da quando esistono dati in merito. Né oggi né in passato ci sono (stati) casi come il mio. Sono il primo nella storia e ironicamente direi "evvai"! :-)



Cheguevara ha scritto: Polemiche a parte, penso che sia da considerarsi diversamente abile chi sia impossibilitato a impiegare in tutto o in parte il proprio corpo, cervello in primis, per svolgere tutte le funzioni per cui Madre Natura l'ha programmato. Il resto è fuffa

Esatto, Che, anche se esistono diverse definizioni di "disabilità". In ogni caso, devono essere medici specialisti a dire se uno è disabile o meno. Io, per esempio, ho fatto decine di esami e visite da diversi neurologi (una bella spesa economica, a dirla tutta). Inoltre mi sono rivolto a un centro specializzato in malattie neuromuscolari rare. Ho fatto risonanze magnetiche, elettromiografie, elettroneurografie, prove di riflessi, potenziali evocati, ecc… Il neurologo del centro mi ha detto che non potevano occuparsi di me in quanto la mia malattia non è rara… ma ultra-rara. Spero che scherzasse :-)
Poi alla fine ho fatto una visita presso il centro medico-legale dell'INPS e la commissione medico-legale ha confermato tutto.
Voglio dire, non è che mi sono alzato la mattina e ho deciso di dichiararmi disabile. Ho seguito una lunga e costosa trafila. La prima risonanza magnetica, per esempio, mi è costata 400 euro.
Ora a chi lamenta disabilità inesistenti come la "nonvolersialzaredallettite" consiglio di fare la stessa trafila (con spesa di migliaia di euro annessa). Se alla fine lo dichiarano disabile, per me va bene, ma se non lo dichiarano… :-)

Re: Diversità invisibili

Cheguevara ha scritto: Credo che siano in molti, soprattutto nello schieramento Meloni-Salvini-Berlusconi, i parlamentari che hanno perso il collegamento con la realtà, nel senso che, a parte la spasmodica ricerca di consensi nei maledetti sondaggi, il mondo esterno appare loro attraverso il velo di Maya dei privilegi di cui godono, spesso immeritatamente. Vorrei vederli, senza le loro clientele, cercare a 50-60 anni un lavoro da mille Euro al mese, abituati ai 15/20.000 Euro mensili intascati a spese dei contribuenti.

Purtroppo il mondo esterno ormai è distante anni luce dalla realtà, anzi dalla loro realtà. Adesso la prendo sul piano personale. Voglio vedere che fanno con me. Se riescono a dichiarare anche me "occupabile" sono dei geni assoluti :-)

Re: Diversità invisibili

Cheguevara ha scritto: @dyskolos E la "divanite", che secondo la presidenta colpisce tutti gli "occupabili" che percepiscono il reddito di cittadinanza? Vuoi vedere che in questo Paese deindustrializzato il futuro è dei costruttori di divani?

Quella ormai non sa più che fare per andare avanti. Spero di aver capito male, ma mi pare di aver sentito questo governo dire che tutti i cittadini italiani di età compresa tra 18 e 60 anni sono "occupabili". Maschi e femmine. Sani e malati. Ricchi e poveri. Così, senza nessun criterio.

Re: Diversità invisibili

Lizz ha scritto: Ultimamente ho notato che il tema della diversità/disabilità viene affrontato in sempre più libri, film o serie TV. Era ora!
Ma... perché limitarsi a raccontare solo le diversità/disabilità più apparenti? Perché non condividere anche quelle più piccole, più impercettibili? Insomma, perché non raccontare le diversità che restano inascoltate proprio perché sono quelle più facili da nascondere agli altri?

Ottimo discorso! Soprattutto se pensi che, secondo il WHO, la "stragrande" maggioranza delle disabilità sono invisibili. Se inserisci un disabile invisibile, mostrando i suoi deficit, in un tuo libro fai una importante opera di giustizia. Il caso più frequente è quello di chi sperimenta sintomi invisibili e visibili contemporaneamente. Per la verità c'è anche un altro caso, ma qui non conta.
Poi c'è, o almeno secondo me, il rovescio della medaglia: chi un po' se ne approfitta favorito dall'eccesiva medicalizzazione tipica del nostro tempo. Ti faccio un esempio. Recentemente è stato medicalizzato il caso di chi la mattina non vorrebbe alzarsi dal letto. Adesso non ricordo il nome, ma chiamiamola scherzosamente "nonvolersialzaredallettite" ;-) Così oggi c'è chi si definisce disabile in quanto affetto dalla sindrome del "nonvolersialzaredallettite", che naturalmente viene descritta come gravissima. Io semplicemente direi che uno è pigro, fannullone, "comodista", lazzarone… o disabile invisibile immaginario, fai tu.
Ecco, un romanzo in cui c'è un confronto tra un vero "disabile invisibile" e uno immaginario lo comprerei all'istante :-)

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