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Re: La genesi di un'opera (durante un periodo di blocco creativo ed emotivo "da scrittura")

Mid ha scritto: mar dic 05, 2023 2:56 pm Interessante, sia il processo che l'idea, ma da rivedere entrambi a mio parere.

Sul processo: bene il concetto, migliorabile la realizzazione.
Ci sono un paio di cose che meritano più attenzione.

Innanzitutto il nucleo non è propriamente... un nucleo. A mio avviso, almeno.
È più una serie di immagini o scene evocative, che possono essere uno spunto di partenza. Ma secondo me un nucleo dovrebbe essere meglio strutturato: in poche righe dovrebbe darmi l'idea di tutta la storia, dall'inizio alla fine, e dei temi principali.
Per esempio, il "nucleo" di Harry Potter, per me, sarebbe questo:

"Un bambino rimane orfano dei suoi genitori. A undici anni scopre di essere un mago, e viene invitato a frequentare la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Scoprirà il mondo dei maghi, parallelo a quello dei non-maghi; si farà nuovi amici; conoscerà il motivo della morte dei suoi genitori e affronterà il responsabile, scomparso da tempo ma pronto a tornare al potere."

Ovviamente puoi anche inserire alcune scene evocative (il prologo, l'arrivo delle lettere via gufo, la comparsa di Hagrid), ma il nucleo dovrebbe contenere qualcosa di più riguardo a tutta la storia.

Per le reference (o i riferimenti): troppo vaghi.
Possono essere chiari per te, visto che è una tua idea, ma vale la pena comunque renderli più espliciti. Soprattutto perché prendi spunto anche da media che non sono letteratura, e quindi hanno modi di sviluppare quegli argomenti in maniera completamente diversa rispetto a un romanzo.
Per esempio, nel tuo fantasy non puoi affrontare la riflessione e la psicologia come in Evangelion, per il semplice motivo che non hai a disposizione immagini pseudo-astratte da sparare in rapida sequenza al ritmo di 5-10 al secondo come in un anime. Quindi, come rendere gli stessi elementi? È qualcosa che vale la pena pensare già in questa fase.
Discorso analogo per Bleach e la trama (un romanzo non è uno shōnen), e Batman e il villain (quale tra le centinaia di "cattivi" presenti a Gotham City? E come affrontarli in un media diverso da un comic?).

Ora, parliamo della parte relativa alla storia in sé.

La parte evidenziata può andar bene oppure no: tutto dipende da quanto della tua storia avviene nel mondo "visibile" e quanto nel mondo nascosto.
Una buona parte del fascino dei "portal fantasy" più famosi è il contrasto tra qualcosa di nascosto e qualcosa di tangibile e reale. 
Ora, so bene che Harry Potter è una grande eccezione (Privet Drive e Little Whinging sono fittizi), ma è anche vero che in quel caso il "mondo reale" funge da sfondo solo per uno o due capitoli al massimo in ciascun libro. Il resto è ambientato in luoghi fantastici.
Se questo è anche il tuo caso, allora può andare. Ma se esiste un equilibrio diverso nella tua storia, con maggior enfasi sul "mondo reale", sarebbe meglio utilizzare luoghi esistenti.

A parte questo, però, c'è ben poco da commentare.
Quanto descritto nel nucleo e quanto traspare dai riferimenti è troppo poco per un'opinione esaustiva.
Ciao @Mid so che c'è molta incompletezza, ma la mia intenzione era proprio presentare la situazione e il metodo e capire se fosse una buona strada da seguire. Per quanto riguarda il "transfer" tra vari media hai posto un bel quesito, che secondo me è invece una bella sfida da affrontare. Intendo in questa risposta cercare di dare un argomentazione più profonda sulla parte dei riferimenti. Cercherò di essere breve ma sarà difficile.

Harry Potter:

Per impatto emotivo intendo la ricerca di determinate sensazioni e vibrazioni simili a quelle che Harry Potter fa provare al lettore in molte parti. Mi riferisco soprattutto ai momenti di maggiore enfasi e tensione, inutile stare qui a elencarli perché sono abbastanza. Tu e altri potreste dire "Ok, ma ci sono anche altre opere con momenti simili, perché proprio HP?" Perché tutti i momenti di questo tipo hanno un sfumatura diversa rispetto ad altre opere. Per esempio in GoT ci sono morti violente a cui Martin associa momenti di tensione altissimi ma il lettore li vive in maniera totalmente differente da HP. Cerco di mettere a confronto i due picchi delle due opere per far capire definitivamente il concetto. SPOILER: la morte di Eddard e la morte di Silente sono per me sono i momenti di maggiore impatto emotivo delle rispettive opere. Entrambe mi comunicano dolore e incredulità ma alla prima associo un senso di rabbia, suscitata dall'ingiustizia riservata a Ned, alla seconda associo sensi di malinconia e smarrimento, suscitati dalla sgretolamento del più fermo punto di certezza di tutto il mondo di HP.  E non è un caso isolato, poiché tutte le scene di questo tipo in HP mi incutono tutte un senso di smarrimento. Passando alla spettacolarità invece mi riferisco molto più semplicisticamente ai combattimenti fra maghi, si molto abbozzati, ma la finalità è ricreare qualcosa di molto dinamico e poco macchinoso.

Bleach:
Per poetica intendo tutto il corpus di significati e simboli che si celano dietro personaggi ed eventi e il modo in cui vengono esplicitati. Aizen e l'oltreuomo, "l'umanificazione" di Ulquiorra, il suo nichilismo, la corrispettiva "disumanizzazione di Ichigo"; il mondo interiore del protagonista; il simbolismo della pioggia; il tema dell'anima, della sua corruzione; etc. (c'è molto altro ma vorrei continuare). Tutto ciò confluisce alla fine di ogni capitolo in una poesia dello stesso autore. 
La trama di Bleach so che può sembrare di una banalità orripilante, infatti intendo solo "prendere" alcune idee e spunti interessanti e integrarli con qualcosa di originale.

Batman:
Bhé di Villain qui c'è ne a volontà e no, sarebbe un po' troppo sopra le righe un simil-Joker (così come un simil-enigmista). Avevo in mente il concetto di Due Facce, ovvero un personaggio molto positivo prima della storia ma che ora è decaduto nel male.

Neuromante, di Gibson: 
Anche qui non voglio pedissequamente riportare il cyberspazio 1:1 nella mia opera, ma solo il concetto di Mondo sotterraneo, un posto che tutti potrebbero raggiungere che è nascosto "alla luce del sole" ed è interconnesso.

Evangelion:
Effettivamente come hai detto tu è difficile ricreare "l'effetto evangelion" e affrontare quegli argomenti in quel modo. Infatti non ho intenzione di affrontarli come Evangelion, ma semplicemente affrontarli. Magari con qualche escamotage allucinogeno in più, ma niente di trascendentale. 

The Magicians, di Lev Grossman:
L'atmosfera in cui ti cala Grossman ha un che di speciale. E' come guardare un video con un filtro color seppia o de-saturato. L'atmosfera "malinconica ma non lugubre" come dice l'autore stesso in un'intervista è ciò a cui voglio tendere (ovviamente aggiungendoci qualche sfumatura originale). So che può sembrare molto generico il termine atmosfera, ma per quanto mi riguarda è fondamentale e trasversale a tutto ciò che si racconta (azioni, personaggi, ambientazione, etc.)

Infine Queste Oscure Materia di Pullman:
@Bardo96 avrai sicuramente sentito parlare della Bussola d'Oro, ecco è questo il nome della saga. 
Il magic system di Pullman mi ha sempre intrigato, poche cose ma di peso (anche se potrebbe andare leggermente in contraddizione con la questione della spettacolarità).
Mid ha scritto: ha scritto:[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Se questo è anche il tuo caso, allora può andare.[/font]
Esatto, immaginavo un 70/80% immaginario - 30/20% reale

Spero di avervi chiarito un po' le idee. Mi scuso per eventuali refusi. 
Quindi potrebbe funzionare come processo? o è troppo confusionario? 

A breve scriverò il nucleo vero e proprio, comunque. 

La genesi di un'opera (durante un periodo di blocco creativo ed emotivo "da scrittura")

Parto dal presupposto che creare una storia originale e "storicamente" nuova è arduo se non impossibile.
In passato una volta contestualizzata l'idea o l'immagine fondante l'immaginario narrativo partivo subito in quarta con il worldbuilding, characterbuilding e poi schema narrativo.
Ecco, durante questa prima fase senza saperlo usavo un concetto molto familiare ai designer o ai 3d artist: la reference.

In questo post proverò per la prima volta a mettere per iscritto questo processo che molto spesso il mio cervello elaborava giá in background.
Magari svilupparlo come fase a se stante può essere un ulteriore gradino per facilitare la creazione di storie (soprattutto durante un blocco creativo ed emotivo verso la scrittura come sto sperimentando ultimamente).

Il nucleo:
  - 1) durante una lezione di ___________, uno strambo ragazzo (che sembra uno studente qualsiasi) annuncia il nome del protagonista per avvisarlo che qualcuno che lo sta cercando giù in segreteria.
  - 2) il protagonista al ritorno dall'università mentre aspetta il bus vede una ragazza bionda sull'altro lato della strada, la quale al veloce passaggio del veicolo che la sorpassa scompare e riappare nello stesso subito dopo.

Ambientazione: diversamente da mio solito è il mondo reale, in un luogo ex-novo però (cosa che prediligo sempre, per evitare descrizioni errate di cose esistenti) e in cui coesiste un qualche mondo parallelo/sotterraneo/nascosto.

Periodo: tra il 2000 e il 2007

Reference: accanto alle opere ci sono i concetti che vorrei estrapolare.

Harry Potter - Impatto emotivo; spettacolaritá
Bleach - Poetica; Trama
Batman - Villain
Neuromante - "Mondo Sotterraneo (cyberspazio)"
Evangelion - Riflessione e Psicologia
The Magicians - Atmosfera
Queste Oscure Materie - Magic System

Ditemi la vostra sia sul metodo che sulla storia. Avete qualche consiglio da darmi? O avete domande sulle singole reference? 

Può essere interessante un progetto del genere?

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