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Re: [Casa Editrice] Porto Seguro Editore

Ti potrei dare ragione, anche se comunque è una scelta stilistica e contenutistica. Il mio romanzo è ambientato a Minneapolis, vengono citati Walmart e altre catene di negozi specifici, parlo in miglia e pollici invece che in chilometri e centimetri, quindi diciamo che italianizzare "weekend" sarebbe l'ultimo dei problemi.
Ma il punto è un altro: se sei un editor e modificarlo è una tua scelta, allora me lo segnali come tutte le altre modifiche! Non è che lo cambi e basta. Ecco perchè ritengo che sia stato eseguito da un correttore automatico a tappeto.

Re: [Casa Editrice] Porto Seguro Editore

Guarda non ne ho idea.
Magari hanno usato dei correttori automatici amatoriali in stile Word (quando pretende di correggerti una cosa giusta in una che non sta ne in cielo ne in terra) accettando tutte le modifiche suggerite a tappeto, senza nemmeno guardarle. Questa mia tesi è avvalorata dal fatto che ho anche notato che tutti i "weekend" sono diventati "fine settimana" e non mi sembra una modifica sensata che proviene da mano umana.
Magari sono anche partiti dalla prima bozza del mese precedente e non da quella finale, che avevo riveduto un'ultima volta prima di spedire il file definitivo. Non so.
Sta di fatto che si trattava di refusi indecenti, di quelli che abbattono la reputazione sia dell'autore che della casa editrice, perchè gridano "qui proprio nessuno ha avuto voglia di sbattersi per correggere".

Re: [Casa Editrice] Porto Seguro Editore

Buongiorno a tutti.
Fornisco anche il mio contributo dal punto di vista puramente organizzativo, visto che non ho nulla da aggiungere o smentire per tutto quanto già detto.
Mettetevi seduti comodi e leggete questa storia triste.

Sono diventato un loro autore la scorsa estate, fatto tutto in quattro e quattr'otto con anche incontro in sede da loro, a Milano.
Mi portano su un guanto di seta con bellissime parole sul mio romanzo (lo avevano davvero letto) e firmo il contratto.
Ovviamente, autoacquisto di circa 30 copie incluso.

Fase di editing: spedisco la bozza definitiva e mi viene restituita corretta dopo nemmeno 5 giorni ma con moltissime modifiche, tanto che mi convinco che l'editor sia una macchina da guerra. Tuttavia, due cose mi fanno drizzare le antenne. La prima è proprio la velocità della revisione per un romanzo di ben 260 pagine, la seconda è un appunto che l'editor mi mette di fianco alla frase "era legato stretto ma con un po' di olio di gomito riuscì a liberarsi". L'appunto recita: "il protagonista dove ha trovato questo olio, se era legato a terra?".
Aiuto.

Mi chiedono di dare il visto si stampi in fretta, perchè la prima presentazione collettiva (molto ben organizzata, devo ammettere) sarà nel giro di 20 giorni, a inizio settembre, e il libro serve stampato.
Io, come un allocco, non rileggo il libro un'ultima volta e confermo.
Il libro va in stampa e lo vedrò per la prima volta alla presentazione. Presentazione bellissima, porto molte persone (altra cosa caldamente richiesta, portare tante persone che comprino il libro subito), raccolgo a fine serata lo scatolone con le mie copie e il giorno dopo la mia compagna legge per la prima volta il romanzo.
Risultato: 62 refusi in 260 pagine.

Vado fuori di testa e contatto l'editor, che mi assicura che appena gli mando il testo corretto verrà d'ora in avanti stampata la nuova versione. Nel frattempo, su Amazon, arrivano recensioni in stile "quanti refusi, però".
Pochi giorni dopo questi fatti arriva la mail dell'editor che ringrazia tutti gli autori, perchè ha deciso di dimettersi. Mi viene assegnato un nuovo riferimento, a cui scrivo 2-3 mail nei giorni successivi, e non ottengo mai nessuna risposta.

Siamo passati da molteplici contatti serrati, anche su whatsapp, fino al giorno dell'uscita del libro, per arrivare al completo silenzio radio da quel giorno in poi.
Nemmeno mi ci voglio mettere quando si parlerà di rendiconto e pagamenti.
Da qualche parte avevo letto "Porto Sicuro, per loro però".
Sottoscrivo.

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