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Re: Diversità invisibili

bwv582 ha scritto: Come non ho condiviso l'entusiasmo per il "petaloso"
l'ho detestato: una risonanaza mediatica per qualcosa di... lasciamo perdere. E non per il bambino, ci sta che a quella età s'inventino certe cose, ma per quelli che ci hanno creato un caso attorno, dalla maestra a quel Renzie.

Re: Diversità invisibili

Silverwillow ha scritto: Offendersi se si viene chiamati donna o uomo però mi pare andare al di là di qualsiasi principio razionale, è da ricovero.
già.
Silverwillow ha scritto: Io già mi scoccio se mi danno del lei.
Lo capisco se lo fa un bambino verso un adulto, di meno se un ventenne lo fa con un trentenne. Poi c'è modo e modo: se un ragazzo è timido e introverso, e ha difficoltà a parlare, comprendi e lasci correre, magari cerchi di mettere a suo agio l'interlocutore che hai davanti. Se invece è un bamboccio strafottente che vuol fare il fenomeno, allora è diverso; quello di cui ho parlato sopra ha sempre avuto un comportamento del genere perché aveva il papino che gestiva la piscina e credeva di poter fare e dire quello che voleva, prendendosi dei bei pali in bocca. Pensa che ha voluto fare il fenomeno con l'istruttore che coordinava e seguiva i corsi per persone con disabilità (gran istruttore ma anche una grande persona) dopo che l'aveva ripreso dicendo che occorreva scrivere in modo chiaro e sto cinno fa "io firmo come io dottori" con un sorrisetto da presa per i fondelli. L'struttore gli ha risposto "non confondiamo la m***a con la cioccolata". Un idolo :)

Parlando di nuoto e di diversità, ho sempre ammirato chi lavorava con persone con problemi sia fisici sia mentali: trovavo difficoltà nell'insegnare a queste persone, perché alle volte non sapevi se quelli che facevi poteva urtarli. In certi casi, per correggere la nuotata, si può spiegare guidando con le mani, toccando e aiutando l'altro a capire come muoversi; però, se la persona ha una deformazione a un arto, per esempio, non sai come può prendere il toccare la sua parte più debole. In altri, se si ha a che fare con persone con ritardi mentali, che parlano male e si fa fatica a comprenderli, trovi difficile riuscire a comunicare e speri che la cosa non si veda e non vada a ferire.
Quello che mi diede fastidio a quei tempi è che c'erano persone che lavoravano come istruttori, e che conoscevo, che di fronte a persone che avevano problemi facevano finta di non vederli, si voltavano dall'altra parte. Fu particolarmente brutto sapere di una riunione in cui dei genitori fecero richiesta che fosse allontanato dal corso un ragazzo con problemi e la società acconsentì per non creare scontenti e perdere iscritti.

Re: Diversità invisibili

dyskolos ha scritto: Una volta mi sono iscritto a un corso. Avevano tutti meno di 23 anni. Io ne avevo 35.
Mi ricordo quando presi il brevetto d'istruttore (pardon, ora si dice tecnico educatore) di nuoto ed ero nella tua stessa situazione: c'era il ragazzino che voleva fare il fenomeno  ma non aveva i mezzi per farlo (avete presente il tipo con la buzza che l'unico sforzo che fa è il sollevamento del boccale di birra?) ma che perché raccomandato si sentiva di sfare lo sborone con tutti. Viene lì da me e mi fa "ma ce la fa stasera a fare la lezione? sono già le 21 e 30, non dovrebbe essere a letto a dormire?". E io "ho coperto due ore di lezione dove non c'era l'istruttore, poi ho fatto cinque chilometri di nuoto. Mezz'ora di lezione sull'apnea non sono di certo più stancant." (e quando ti tiri via l'accappatoio e sotto non hai la buzza alcolica, ma gli addominali a tartaruga, zittisci chi vuole fare il fenomeno, sempre e comunque :D ).

Re: Diversità invisibili

Silverwillow ha scritto: Esatto, ultimamente come si parla si sbaglia, anche con tutte le buone intenzioni del mondo.
Una delle cose deliranti che ho visto e sentito è il voler cambiare le regole dell'italiano per stare al passo coi tempi. Di regola, quando ci sono elementi sia maschili sia femminili si usa il maschile (esempio "i tuoi cani e le tue gatte sono davvero carini"), ma no! ora non va più bene, perché non è giusto usare il maschile, perché è segno che siamo ancora in una società maschilista e patriarcale! Dobbiamo andare avanti, è tempo che il femminile abbia tutto ciò che gli spetta! Bisogna vendicarsi di secoli i dominio del maschile! (Non ridete: ho assitito davvero robe che fanno cascare le braccia).

Re: Diversità invisibili

Silverwillow ha scritto: È solo per spiegare quanto l'interpretazione soggettiva può incidere su qualcosa
vista propria la soggettività della cosa, non c'è un modo universale per evitare di trovare da dire. Se usi "vaginamunite" e "penemuniti" per certi si è volgari e non va bene; se usi "uomo" e "donna" e becchi il/la soggetto/a sbagliato/a apriti cielo (ancora ricordo la sceneggiata perché con uno era stato usato il termine uomo e questo se ne era uscito con uno "ma che ne sapete voi di come si sente uno dentro, siete superficiali e vi basate solo sull'esteriorità" degenerenado poi in una pippa fuori dal comune: qui, se si dovesse davvero usare il termine adatto per quella che è stata una vera e propria uscita isterica, si andrebbe davvero sull'offensivo). Quindi, qualsiasi cosa si fa non va bene. Va' ridiamoci un po' sopra.

Re: Diversità invisibili

dyskolos ha scritto: Anche tu chiami le donne "vaginamunite"
ma non si doveva dire "diversamente attrezzate"? No, perché non si sa mai con chi hai a che fare e che sensibilità ha :D
(eh, scusate, mi si consenta io che sono un esperto di queste cose, ma viva la patonza, eheheh :lol: )

Re: Diversità invisibili

Cheguevara ha scritto: Un anno per una visita oculistica. In presenza di un visus di 1/10 in un occhio e 4/10 nell'altro, dieci mesi per un intervento di cataratta. In una regione virtuosa come l'Emilia - Romagna. Ma se paghi, si risolve tutto nel giro di una settimana: 120 Euro per la visita oculistica, 1.450 Euro ad occhio per la cataratta.
Purtroppo è così.
Cheguevara ha scritto: Ma Salvini sbandiera come una grande conquista il futuro ponte sullo stretto, e chissenefrega di sanità, scuola, povertà, disoccupazione, ambiente.
Per prima cosa ci sarebbe da sistemare, visto che si parla di Sicilia, lo spreco dell'acqua, mettendo a posto condutture e lottando contro chi ci specula sopra (leggasi, malavita).

Re: Diversità invisibili

Cheguevara ha scritto: Ho appena appreso di una cosiddetta influencer specializzata in lusso, avvocata, il cui nome ho già dimenticato, forse per intimo rigetto, che ha dichiarato pubblicamente "i poveri? che brucino all'inferno".
è parente di Briatore?  :D (certe mamme in certe sere dovrebbero limitarsi solamente a leggere libri).
Aggiungerei che anche avere a che fare con grandi masse non mi ha fatto vedere di buon occhio: concerti, stadi, non hanno avuto attrattiva su di me.
Pure l'essere responsabili mi ha alienato simpatie (qualcuno ipotizzò che più che italiano sembravo un tedesco... ma dove sta scritto che tutti gli italiani devono essere cazzoni, ciarltroni e furbetti?)

Re: Diversità invisibili

Cheguevara ha scritto: Non so se la mia possa essere considerata una diversità: mi capita sempre più, col progredire dell'età, di fregarmene di cose che sembrano essere importanti per la maggior parte degli esseri umani che mi stanno intorno. Me ne frego, per esempio, della moda. Di tutto ciò che indica la moda del momento: come mangiare, come vestirsi, gli influencer, lo smartphone, l'intera casa reale inglese e gossip connessi, come e dove andare in vacanza, e via cazzeggiando.
Mi trovo sulla tua stessa linea: cerco di mangiare quello che mi piace, non quello che piace agli altri. E una cosa la cambio se è rotta.
Una cosa che mi ha reso diverso da molti è stato il piacere della lettura: questo mi ha fatto guardare anche male, come se leggere libri fosse qualcosa di alieno. Altra cosa è che gli alcolici non hanno mai avuto attrattiva per me, infatti non mi sono mai ubriacato, e non ho mai comcepito come occorre sfondarsi nel bere per divertirsi (vomitare anche l'anima e poi il giorno dopo essere degli zombi col mal di testa l'ho sempre trovato stupido). Anche fare solo coi soldi che si ha senza fare debiti mi ha fatto vedere come diverso.

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