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Re: [MI 163] Terza media

Ciao @pale star, sono andato a ripescare questo racconto perché devo regolarizzare un commento per il contest. Mi pare di capire che sia un racconto per il MI "vecchio stile", dove la fretta la faceva da padrone, ma ciò nonostante hai tirato fuori un racconto piacevole. Lo stile è vivace e la scrittura scorrevole. Mostri buone capacità di descrizione, il lettore riesce a immaginare chiaramente l'ambiente e gli eventi. L'utilizzo di dialoghi contribuisce a rendere il racconto dinamico. La combinazione tra i momenti di riflessione di Gaia e situazioni più leggere, come l'incontro con la persona travestita da dinosauro, crea un equilibrio piacevole. Il lessico che hai utilizzato è in linea con l'età del protagonista, ma non per questo è privo di stile. 
L'utilizzo di espressioni colloquiali contribuisce a rendere la narrazione più autentica e vicina al lettore.

Faccio un po' le pulci al racconto
pale star ha scritto: Che anno del cavolo quello della terza media. Gaia se l'era aspettato tutto diverso. Rassicurata dai racconti di Sveva che, avendo sette mesi in più, aveva già saltato il fosso ed era passata al liceo, si era immaginata che sarebbe cambiato tutto. In meglio, è ovvio.
Macché.
Eviterei di specificare con precisione la differenza di età con Sveva, capisco che i ragazzini amano sottolineare anche i mesi di differenza e che stai riportando i pensieri di Gaia, ma trovo che spezzi il ritmo. Inoltre non mi è chiarissimo cosa Gaia si era aspetto diverso: l'ultimo anno delle medie? quando sarebbe cambiato tutto? con l'inizio del liceo? Non mi convince del tutto questo passaggio. 
pale star ha scritto: Che pretendessero di decidere della sua vita e del futuro, come se la storia fosse già stata scritta. Come se lei non avesse capacità di decidere. Non che Gaia avesse da decidere chissà cosa, anche perché L'accusavano di avere sempre la testa fra le nuvole e le dicevano che doveva smetterla di sognare di fare grandi cose e di adeguarsi alla realtà. Che Non sarebbe mai stata importante.  e che Doveva pensare a cose concrete, come mettersi a lavorare in fretta per non pesare ancora sul bilancio di famiglia.
A prima lettura ho avuto l'impressione che, in questo parte, ribadissi eccessivamente lo stesso concetto. Poi, proseguendo, mi sono reso conto che, proprio su questo concetto, si basa l'intero racconto. Tuttavia, la sensazione di ridondanza lo avvertita anche rileggendo il testo una seconda volta. Forse una soluzione potrebbe essere spezzettare ulteriormente le frasi, per rendere il testo più ritmico. Mi sono permesso di avanzare una proposta.
pale star ha scritto: Per completare il quadro desolante, era lunedì. (cosa può esserci mai di buono nei lunedì mattina?) Ed era in ritardo
pale star ha scritto: Quel vecchio senza due denti davanti e i capelli a cespuglio, lunghi e indemoniati, che teneva per mano una bambina in età da scuola materna, per dire, era ormai una faccia nota.
Faccia nota era il vecchio? o era nota l'immagine del vecchio con la bambina in età da scuola materna? Se parli di facce note io mi limiterei al vecchio, per permettere che il lettore si concentri su cosa Gaia trovi "noto". Immagino che siano facce note perché le ha viste per i tre anni di scuole medie, non ricordo precisamente l'ordinamento scolastico italiano, ma mi viene da chiedere, una bambina può essere in età da scuola materna per tre anni? e poi, i tre anni coincidono proprio con i tre anni di scuola media di Gaia? 
pale star ha scritto: L'angoscia si sostituì  soppiantò la preoccupazione.
pale star ha scritto: A quel punto decise che era giunto il momento di fronteggiare l'autore di quei rumori
Credo ci vada meglio fosse. 
pale star ha scritto: Insomma, Quasi.
pale star ha scritto: Lui e Gaia si fissarono per qualche secondo. Il dinosauro era alto poco più di lei, viola. Di un viola che non esiste in natura, con la bocca semi aperta e due file di dentoni che, però, non sembravano desiderosi di morderla.
Rivedrei qualcosa nella punteggiatura. I due "viola" vicini stonano un po', anche visivamente. Metterei un punto. 
pale star ha scritto: Come se davanti a lei ci fosse, semplicemente, una persona che se ne andava in giro con indosso un costume da dinosauro e un sacco giallo stretto in una zampa.
Semplicemente mica tanto. Non è proprio semplice andare in giro vestito da dinosauro. Anche perché il travestimento le da lo spunto per riflessioni più profonde, non è opportuno introdurlo con un "semplicemente". [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Proverei con qualcos'altro. [/font]
pale star ha scritto: Pensò che, se c'era qualcuno talmente matto da andare a buttare la plastica vestito da dinosauro, disinteressato di quello che avrebbe pensato chi lo avrebbe avesse visto, non ci poteva essere sarebbe potuto essere niente di impossibile. Che Quell'essere gommoso le aveva illuminato la strada.
pale star ha scritto: Scoppiò a ridere da sola. Poi riprese camminare.
Inserirei il punto per dare enfasi all'immagine. 

A rileggerti.

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