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Re: [Lab3] Macchie gialle

Bene, @Otta . Lo SdT è un esercizio davvero difficile, ma tu hai saputo condurlo con energia fino alla fine.
Lo sguardo sul pollaio impiegatizio è deliziosamente cattivo mentre lo fai danzare tra isteria e avvilimento come un acrobata sul filo
Affascinante la figura di Regina, nascosta dietro la sua maschera fetish.
Tuttavia la concentrazione su una coralità orizzontale, come ti hanno già detto, ha penalizzato la storia che non trova il suo guizzo narrativo. 
Forse sarebbe bastato serrare la relazione tra Regina e l'io narrante, magari con un crescendo di tensione e alla fine un conflitto esplicito.
Otta ha scritto: Mi stavo trasformando in Regina? Guardai la me stessa di 20 anni dopo, vidi una cornacchia dare del cretino a chiunque non mi riconoscesse superiore.
Questa avara concessione al Tell mi ha fatto pensare che anche a te sia mancato un vero e proprio protagonista.

Otta ha scritto: Mi avvicinai a Regina e le indicai gli occhi. «Cos'hai qui?» Delle macchie gialle erano sparse sulle sue palpebre, un po' in rilievo, come dei grumi di burro.
Prese dalla borsetta uno specchietto tondo. «Il trucco» tagliò corto
Questo è il vero detonatore della storia! Non a caso dà il titolo all'intero racconto. E invece l'hai usato solo come dispositivo di omologazione.
Forse una maggiore insistenza sulla degradazione dell'immagine di Regina avrebbe mostrato in modo più spietato l'adeguamento delle altre e ti avrebbe permesso di rendere più articolata e interessante la ribellione dell'io narrante.

Resta tuttavia un racconto molto buono, pieno di spunti che spero tanto vorrai riconsiderare in seguito.
A rileggerti  (y)

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