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Re: [Lab12] Una pietra sul cuore

Bravo @Alberto Tosciri . E' un racconto potente, come ormai ci hai abituato.
Con la maestria che ti conosciamo hai saputo accompagnarci per vicoli, strade e piazze del passato, fino a sollevare il velo delle verità negate. 
Tutto ciò lo rende un bel Cold Case come hanno già notato altri.
Del resto, l’anima più preziosa di un giallo non è certo il giochetto enigmistico quanto lo sguardo spietato che posa sulle miserie del mondo. E questo ci piace, perché l’ingrato compito è affidato a qualcun altro, che però alla fine ci  perdona e ci lascia tornare alle nostre (misere) vite. Una sorta di espiazione in differita, imparentata col brivido del pericolo senza rischio delle montagne russe, dei film horror, dei cibi piccanti che ustionano le papille.
Quindi bravo.
Tuttavia, ho sofferto un poco lo scarto tra l’enormità del senso di colpa e la fragilità del gesto.
Agostino è morto con una sassata tirata dalla disperazione di un bambino condannato a perdere tutto il suo mondo. Due vittime, due condanne a morte, a ben vedere. Una effettiva, se pure preterintenzionale, l’altra interiore, costruita negli anni fino alla nemesi.
Eppure vittima appare solo Agostino, celebrato addirittura con un monumento che sembra fatto apposta per lavare le coscienze, come sempre fanno i monumenti. Santo lui, e santi tutti quelli che si mettono in favore di riverbero. 
Non Ignazio, lasciato solo da un mondo che di lui nemmeno si ricorda.
Mi manca qualcosa. Non tanto l’equivoco sul senso di giustizia, quanto una nemesi autentica, capace se non di ribaltare, almeno di appianare i conti.
Secondo me a questo dovrebbero servire i ritorni. Altrimenti sono soltanto repliche di messe in scena senza attori.
 
 

 

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