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Re: [Lab6] Storia di Lina

Ciao carissima @@Monica

Come avrai compreso dal mio precedente intervento, ho letto e molto apprezzato la stesura finale di questo tuo racconto.
Posso solo dire che le perplessità che avevo espresso nella fase di presentazione della trama, sono state brillantemente superate dalle scelte narrative che hai compiuto.
Il risultato finale è un buon racconto che si legge con piacere e pertanto non posso che complimentarmi.
Posso solo aggiungere che di racconto in racconto, vedo crescere e confermarsi le tue qualità di narratrice.

Un saluto è un abbraccio  :D <3

Re: [Lab6] Storia di Lina

@Adel J. Pellitteri , non so se la preparazione del terreno nel mio racconto (del quale non posso che ringraziarti per il grande apprezzamento che continui a dimostrarmi) possa aver reso accettabile quel sesso fatto con poca cura igienica.

Ma ciò che intendevo quando ho espresso quel mio parere a Monica, in merito all'episodio di violenza carnale del suo racconto, partiva da una concreta valutazione realistica.
Ovvero, che sia realmente difficile che un uomo possa provare uno stimolo sessuale per una donna che versi in quelle disagiate condizioni.
A meno che non sia un uomo che conduce una vita da senzatetto come la protagonista.
Devo dire che Monica ha superato intelligentemente il problema, creando la situazione di una sciagurata scommessa, che sotto i fumi dell'alcol ha favorito plausibilmente che l'infame aggressione avvenisse.
Lo stato di alterazione mentale dell'aggressore rende pertanto credibile la vicenda narrata.

Brava @Monica

Re: [Slab6] Storia di Lina

@Monica ha scritto: La storia si svolge negli anni ’90 nella periferia di una grande città. Siamo nel mese di giugno, fa caldo. È un giorno lavorativo. 
Lina, una senzatetto che vive in quella zona, dorme, come d’abitudine, sopra un cartone nei pressi della fermata dell’autobus numero sessantuno.
Una mattina, al suo risveglio, attratta dall’odore particolare di una miscela di tabacco da pipa, riconosce tra la folla in attesa l’uomo che qualche tempo prima l’aveva violentata. 
In realtà, lei non lo aveva mai visto in volto, ma è certa che si tratti proprio del suo aguzzino; una particolare cicatrice nel dorso della mano destra glielo conferma in modo inequivocabile: è il segno di un morso che le è costato l’ultimo dente buono.
La certezza risveglia in lei i ricordi più dolorosi e l’odio puro verso il proprio carnefice.
Lina ricorda la violenza subita e ringrazia il destino che le concede la possibilità di vendicarsi. 
Dal giorno dello stupro la barbona porta con sé un coltello rubato alla mensa dei poveri confidando di usarlo, prima o poi, per la sua vendetta.
Quando la senzatetto avvicina l’uomo per accoltellarlo, lui, un attimo prima di essere colpito, cade a terra stroncato da un infarto.
Le persone che si erano accalcate alla fermata, dopo aver chiamato gli inutili soccorsi, salgono sull’autobus lasciando Lina sola coi propri fantasmi. 

Mia diletta @Monica

Torno più seriamente (dopo la parentesi sul tabacco da Pipa) a commentare la sinossi del tuo racconto.
La prima cosa su cui esprimo il mio dubbio riguarda appunto il riconoscimento del violentatore attraverso il profumo del suo tabacco da pipa.

Facciamo un passo indietro: come poteva riconoscere quel particolare profumo?
Il violentatore fumava forse la pipa nel momento dello stupro?
Lo chiedo perché difficilmente si può risalire all'odore del fumo di pipa dall'alito del fumatore o dall'odore lasciato dal fumo sui suoi abiti.

Inoltre l'idea di un fumatore di pipa lascia intendere di un personaggio non esattamente grezzo o violento.
Eppure questo individuo che fuma la pipa e attende normalmente un mezzo pubblico fra la folla, per essere lo stupratore di una barbona qualche problema deve averlo.
Perché essenzialmente chi stupra una barbona di solito è un disperato e nella maggioranza dei casi un altro barbone.
Infatti una senzatetto, che certamente non ha un aspetto tra i più seduttivi e invitanti (gli resta in bocca un solo dente, prima dello stupro)  difficilmente può attirare le brame di un anonimo borghese che fuma la pipa.
Questo se lo ha fatto deve essere malato in maniera seria.

Altra cosa che mi lascia dubbi è il segno del morso con unico (e perduto) dente.
Può un solo (malfermo) dente creare una ferita di tale entità riconoscibile dopo molto tempo?

Sono certo che il tuo racconto terrà conto dei dubbi che può suscitare nel lettore e saprà fugarli nel corso della vicenda narrata.
Buon lavoro e a presto rileggerti nel racconto che verrà.

Ciao  <3

Re: [Slab6] Storia di Lina

@Monica ha scritto:
Una mattina, al suo risveglio, attratta dall’odore particolare di una miscela di tabacco da pipa, riconosce tra la folla in attesa l’uomo che qualche tempo prima l’aveva violentata. 
Se era un "inconfondibile" tabacco da pipa, non poteva trattarsi che del Dunhill Night Cap.
La migliore miscela i tabacco da pipa al mondo, che ho avuto il piacere di fumare per anni (almeno fino a quando il prezzo della confezione non ha sfiorato i 20 euro).
Se lo citerai come nome, nessun lettore (fumatore di pipa) potrà smentirti e dubitare della sua riconoscibilità olfattiva.

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