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Re: [LAB 4] Forgiare altruismo

Carissima @Modea72 

Ben volentieri ti posso indicare un esempio assai efficace di racconto distopico, che ho appena letto e commentato qui nel nostro forum, nella sezione Racconti brevi:

[MI169] Cinque giugno - Costruttori di Mondi


Questo racconto entra a testa alta nel genere distopico, senza cadere nel pantano del pseudo scientifico,  che se realmente non si possiedono conoscenze profonde dell'argomento trattato, si rischia inevitabilmente di far percepire al lettore la propria approssimativa conoscenza intorno all'argomento trattato.
La prima regola quando si scrive di questo genere di racconti (che sono una ghiotta tentazione per chi scrive e ne ama il genere) è di scegliere il campo di battaglia in cui avviene la sfida, evitando accuratamente di mettersi in difficoltà con argomenti tecnici o scientifici dei quali siamo superficialmente informati.
Quindi è in questo che intendo per "astuzia narrativa" di cui ti ho parlato, per altro il mio consiglio è frutto dello stesso errore che anche io (come molti altri) ho commesso nel tentare per la prima volta di cimentarmi in un racconto di "fantascienza".
I peccati di gioventù (letteraria) hanno il pregio positivo, se compresi, di farci crescere e migliorare.

Buon lavoro e ti attendo a prossime interessanti creazioni che non dubito saprai offrirci.

Un saluto e un abbraccio.

Re: [LAB 4] Forgiare altruismo

Ciao @Modea72 

Questo racconto traboccante di catastrofismo distopico, mette purtroppo (a mio avviso) in luce una capacità ancora acerba nell’affrontare con efficacia e credibilità il genere a cui si ispira.
Mi perdonerai per la severità con cui esprimo questo giudizio, ma da vecchio lettore del genere fantascientifico, non posso che rilevare una certa macchinosità e ingenuità della storia nel cercare una base approssimativamente scientifica a giustificazione della tragedia globale che ci narri.

La sostanza è che l’umanità si sia (salvo un esiguo numero di soggetti) autodistrutta nello sperimentare una nuova lega che rende il metallo senziente e la creazione di un nuovo super robot.

A questo, per dargli uno spessore filosofico accompagni una profezia millenaristica:

“ . Cominciò Diana, ricordando il mito di Esiodo, che spiegava come loro, dal XII secolo a.C., stessero vivendo l’età del ferro, l’età della sofferenza, dell’ingiustizia, della cattiveria dell’uomo, dell’esigenza di lavoro e sacrificio per sopravvivere. Dopo questa Era, Esiodo prevedeva la fine del mondo.”

Il tutto ha termine quando uno dei sopravvissuti a nome Samuele,
(suppongo che l’omonimia col profeta biblico che ebbe parte nella fondazione d’Israele non sia casuale) aziona il bottone per spegnere il super robot.

La morale con cui chiudi il complesso racconto è che gli uomini difficilmente imparano dagli errori del loro passato, poiché tendono a ripeterli.
Insomma il racconto mostra i problemi di chi è alle prime armi nel confrontarsi con un genere che, se condotto sui binari della scienza e della tecnologia, possiede difficoltà non trascurabili a rendere una storia plausibile senza cadere nella trappola della poca credibilità.

Sono certo che la tua passione per la scrittura, che al di là del contenuto di questo racconto, è chiaramente percepibile, con l’esperienza saprà dotarti di quelle astuzie narrative che consentono di muoversi nel mondo della fantascienza anche senza la laurea in biochimica di un Isaac Asimov.

Ti attendo per il prossimo racconto.
Un caro saluto.

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