Obscure-id
- Dio vedendo la bellezza di ciò che aveva creato disse: “Questo è buono”. -
C’è una striscia di gocce brune, così scura che risalta anche sul cemento plumbeo del pavimento: vanno dalla porta d’entrata della cella allo strapuntino su cui giace il “prelevato”.
Doveva colare sangue come un vitello macellato quando lo hanno condotto qui ieri notte.
Non ho viste altre tracce sul pavimento del corridoio qui fuori, questa mattina devono averle lavate via.
Non si sente volare una mosca, le celle del CPAI, ovvero “Centro Prelievo e Accertamento Identitario" sono tutte insonorizzate come negli alberghi a cinque stelle, qui dentro si dorme in un silenzio di tomba.
La stanza non ha finestre: questo perché i “prelevati” non abbiano percezione del tempo reale, non devono sapere che ora sia e se fuori sia giorno o notte.
Alla luce livida della plafoniera, vedo che non è conciato bene, nell’interrogarlo gli hanno dato una ripassata di quelle che ti fanno tornare la memoria o te la tolgono per sempre.
Nelle narici gli ha due tamponi di garza, sono sporche di sangue secco, lo stesso tono di quello sul pavimento.
Siedo sulla unica seggiola della stanza: è in metallo, con le gambe imbullonate al pavimento e lo schienale aderente alla parete.
Lui è steso mezzo nudo, sul tavolaccio privo di materasso della branda, sembra dormire di un sonno comatoso.
Ogni tanto il corpo è scosso da un tremito e geme piano, non credo che sia per il freddo, anche sa la cella non è esattamente calda, ma piuttosto una reazione nervosa, certamente ha qualche linea di febbre.
Succede sempre dopo gli interrogatori, certo che con quello che subisci, dopo non puoi essere nel pieno della forma.
Gli hanno rimesso addosso le braghe di cotone sdrucito che portava quando lo hanno prelevato, sono di un colore indefinito, come gli indumenti dei vagabondi senza fissa dimora.
Il resto che indossava devono averlo raccolto in quel sacchetto di plastica posato nell’angolo della stanza, infatti i calzoni che veste non sono sporchi di sangue o di liquidi fisiologici persi durante l’interrogatorio.
Oltre ad avergli rotto il naso devono averlo colpito sul torso con lo sfollagente: ha evidenti ecchimosi violacee lungo il costato.
Sono qui nel mio ruolo di psicologo della sezione inquirente del Centro: in sostanza ciò che faccio è simile alla figura del mietitore che raccoglie il grano maturo, o forse è più calzante quella del confessore ecclesiale, che raccoglie il pentimento dei peccatori.
In ogni caso ho il compito, di ricevere le eventuali deposizioni tardive dei “prelevati” al temine di ogni interrogatorio preliminare.
In particolare se l’esame dell’interrogato non abbia avuto successo, o non sia stato completamente esauriente durante il trattamento.
Esistono, infatti, casi di soggetti ostinatamente reticenti che giungono a perdere i sensi nel corso della sessione, ma restano muti.
Al risveglio, molti di questi, terrorizzati dall’affrontare un secondo interrogatorio, preferiscono dire subito tutto ciò che nascondono.
Per favorire questa preferibile soluzione mi mostro amichevole e disponibile: una sorta di figura consolatrice che aiuta il “prelevato” a superare lo choc postumo dell’interrogatorio preliminare.
Mi accendo una sigaretta, mentre aspetto che apra gli occhi.
Intanto mi rileggo la scheda stillata dalla squadra inquirente al termine della sessione compiuta.
A dirigere il Centro di Prelievo e Accertamento c’è il Capitano José Carrero Lamas, che ama occuparsi personalmente degli interrogatori.
Ha una grande esperienza in questo ruolo: si è formato nei corpi speciali della guardia politica nazionale, la polizia segreta; è dotato di una gamma di tecniche che reputa infallibili per ottenere rapidamente informazioni e confessioni da qualsiasi interrogato.
E’ solito dire che: “ Non esistono uomini reticenti. Tutti finiscono col dire ciò che sanno o nascondono. ”, è solo una questione di metodo e tempo.
Si vanta di non avere mai avuto un insuccesso negli interrogatori condotti da lui.
Lo credo bene: lo chiamano “Il Torquemada”, un nomignolo guadagnato sul campo che è tutto un programma.
Il “prelevato” è di ceppo bianco-caucasico, ha una apparente età di trentacinque-quarant'anni, normolineo con capelli e occhi castani, non risulta microchippato, quindi non è identificabile poiché non è registrato in nessun centro dati della raccolta demografica.
E’ stato fermato nella zona periferica della città, dove sorgono resti di vecchie fabbriche in disuso, che sono abituale ricovero di barboni, clandestini e pericolosi soggetti del movimento “Obscure-id”.
Il soggetto appariva in stato confusionale, probabilmente sotto alterazione alcolica o di sostanze psicotrope.
Non ha saputo indicare le proprie generalità, sostenendo di non avere nome né di saper dire come e da quanto si trovasse in quel luogo.
Il fatto che fosse privo di documenti e chip identitario ne ha stabilito la potenziale pericolosità sociale e il procedere, come da norma di pubblica sicurezza, al fermo stesso.
Condotto al Centro, è poi stato sottoposto al trattamento inquisitorio di procedura.
Ma benché abbia subito il waterboarding, i cavi elettrici collegati ai genitali, e varie percosse, il soggetto ha ripetuto d’ignorare la propria identità e di avere ricordi della sua vita, fermi a poche ore prima del “prelievo”.
Il trattamento inquisitorio è stato interrotto sotto consiglio dell’assistente medico: infatti i parametri vitali dell’uomo hanno sconsigliato la prosecuzione del trattamento stesso, poiché non avrebbe retto a ulteriore stress fisico.
Si è decisa una sospensione finché non si fosse rimesso in sesto.
Nel programma della nuova società democratica, molte cose erano mutate: la salute e il benessere diffuso erano prioritari e non potevano più essere minacciati dalle scelte aberranti fatte nel passato.
Col nuovo ordine mondiale, si era messa all’indice la “leadership”, ovvero la figura del singolo che plagiava le masse con la demagogia e il populismo.
Si era giunti a comprendere che l’idea di leadership fosse la responsabile delle sciagure che avevano funestato nei secoli l’umanità.
Dalle scelte di grandi capitalisti, industriali e uomini politici che avevano deciso le sorti d'intere nazioni, si erano create le condizioni per tracolli finanziari e guerre sanguinose che avevano portato rovina a milioni di uomini.
La nuova idea di ordine democratico rifuggiva dal dare potere a un solo individuo: ogni scelta verticistica era presa da una commissione, composta da un adeguato numero di membri che valutava i problemi e deliberava scelte a maggioranza.
Ora ogni individuo trovava il proprio spazio nel tessuto sociale, mettendo a frutto le proprie qualità e attitudini, senza l’angoscia della competizione per emergere e primeggiare sui suoi simili.
Ogni identità era riconosciuta e valorizzata fin dalla culla.
Ai neonati veniva impiantato il microchip, agli adulti imposto per legge.
Questo microchip sotto pelle, era il vero motore del nuovo benessere mondiale: una minuscola applicazione in grado di accudire l’uomo con ogni servizio utile e gratuito per la sua esistenza.
L’identità di ogni onesto cittadino veniva registrata, chi rifiutava la registrazione, era quindi un potenziale nemico della società stessa.
Vero che nella sua modalità di applicazione, richiamava alla mente quei chip che si impiantavano ai cani domestici, ma questo era un particolare insignificante.
In maniera pretestuosa, una frangia marginale d’individui, i così detti: “Obscure-id”, avversi al progresso, hanno fatto di questa similitudine l’argomento portante della loro campagna di denigrazione.
Accusano il governo di aver creato un regime illiberale e autoritario.
Sediziosi oscurantisti che rifiutano il progresso e i vantaggi offerti da questo sistema, grazie al quale l’umanità ha finalmente conosciuto la mitica “età dell’Oro”.
Come sempre accade, questa idea ha raccolto gruppi di fanatici che rifiutano di far parte del nuovo corso, vi si oppongono con azioni di dissenso, rifiutando di microchipparsi, creando reti di disinformazione sul “deep web” e pianificando azioni terroristiche dimostrative.
Purtroppo si sono segnalati numerosi casi di attentati alle strutture dei centri di controllo telematico presenti in ogni centro urbano e aggressioni verso agenti delle forze dell’ordine.
La loro pericolosità sociale non è più un fatto trascurabile, la caccia a chi rifiuta il chip è assidua e impegna sia gli agenti operanti sul territorio, che i reparti di polizia segreta.
Il “prelevato” continua a restare inerme.
Gli ho aperto le palpebre: ha gli occhi vitrei e sbarrati, non da segni di coscienza, l’ho visto boccheggiare come se avesse dei conati di vomito a vuoto, facile che abbia una commozione cerebrale o un'emorragia in corso.
Ci sono andati davvero pesanti con lui.
Stante quello che ho letto, più che un probabile terrorista mi pare sia solo uno con gravi turbe mentali.
Più che di un interrogatorio avrebbe avuto necessità di una accurata indagine neurologica, ma vallo a spiegare a Torquemada: uno senza chip e senza documenti, che dice non conoscere il suo nome, chi crede che non stia mentendo?
Questo povero diavolo, posto che riapra gli occhi, difficile passi la notte.
Non ce la fa di sicuro a sopravvivere a un secondo interrogatorio, se si riprende sarebbe una morte dolorosa, quanto inutile.
Ci ho pensato per qualche minuto, poi ho preso il sacchetto di plastica con i suoi abiti: gli ho coperto con quello narici e bocca, l’ho tenuto premuto a lungo.
Ha sussultato debolmente per qualche minuto, non aveva la forza neppure di alzare un braccio, poi è restato immobile, gli ho sentito il polso.
Non ha più dato segni di vita, gli ho chiuso gli occhi, una macchia scura di orina gli si è allargata sulla patta dei calzoni.
Nel corridoio c’è il solito silenzio, non fa freddo ma ho dei brividi.
Il secondino con aria annoiata, mi ha chiesto del “prelevato”.
“Dorme” gli ho detto, lasciatelo tranquillo.
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- Argomento: [Lab2] Obscure-id
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- ven giu 17, 2022 10:50 pm
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