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Re: [Lab2] Obscure-id

Ciao @Mina , grazie della lettura grazie per le note e i suggerimenti. Un saluto  <3

Ciao @ivalibri, talvolta i commenti sono più interessanti del racconto commentato.
E' il caso di questo tuo graditissimo commento
Un saluto  <3

Re: [Lab2] Obscure-id

Ciao @BigWhoop 

Grazie di avermi letto del commento.
Capisco che il tema distopico non sia nelle tue corde, purtroppo non posso invitarti a leggere qualche mio racconto porno, poiché gli unici due che avevo pubblicato qui nella sezione "Contenuti Over 18", sono stati rimossi, credo perché giustamente troppo porno.
Porta pazienza sarà per una prossima volta  :P

Ciao a rileggerci.

Re: [Lab2] Obscure-id

Ciao carissima @Adel J. Pellitteri 

"Come sempre spero di esserti stata utile anche se non ti ho fatto sconti.  Mi perdoni?"

Ahahahahahah! Vero che siamo in stagione di "saldi", ma i racconti e i loro commenti speriamo si mantengano sempre al "prezzo pieno" del loro valore.
Scherzi a parte davvero dovrei perdonarti per gli utilissimi consigli che mi hai dato?

Grazie infinite come sempre amica mia.
Un grande abbraccio. <3

Re: [Lab2] Obscure-id

Ciao carissimo @Alberto Tosciri 

Sempre un piacere anche per me leggerti nelle digressioni al pari delle considerazioni, sempre attente e profonde, presenti nei tuoi commenti.
Non ti è sfuggito, infatti, un tema che pur non essendo in primo piano nel mio racconto, l'ho considerato implicito: ovvero, come giustamente hai osservato è presente il concetto di "banalità del male".
Quello che accade nell'uomo quando, inserito in un meccanismo istituzionalizzato dal contesto sociale, abdica alla sua ragione critica e alla sua coscienza, per compiere azioni brutali che per sua natura non avrebbe forse mai osato concepire.
Soprattutto le compie privo di senso di colpa, poiché esegue un compito imposto dal ruolo e dal sistema organizzativo in cui opera.

Anche io ho letto De Sade, ma giunto ad alcune parti che poco avevano a spartire con l'erotismo, ho dovuto necessariamente chiudere il libro.
Un ringraziamento per avermi letto e commentato.
Un saluto e un augurio di cose belle. 
Ciao amico mio.

Re: [Lab2] Obscure-id

Ciao @Almissima 

Ho piacere che il racconto, pur nei suoi molteplici difetti, ti sia piaciuto per quanto cerca di esprimere pur muovendosi nel campo di una realtà
distopica.
Soprattutto hai colto il senso di quello che vedo sempre più possibile nel nostro futuro reale. 
Dove certamente senza il prosaico bisogno di applicarci un "chip" per cani, si può configurare una società ossessionata dal controllo dell'individuo, ponendo la libertà limitata del singolo sulla bilancia del bene sociale più diffuso e fruibile.

Non sei la prima a suggerirmi l'idea di un romanzo che si muova su questo tema.
Ci penserò e vediamo cosa ne viene fuori.

Ciao, grazie e un abbraccio.  <3

Re: [Lab2] Obscure-id

Grazie ancora carissima @Alba359 

Confesso che sono un poco digiuno della tecnica POV di narrativa.
Al più l'ho talvolta praticata empiricamente ignorando che si trattasse di essa.
Per la verità nascendo come scrittore porno, avevo sempre reputato si trattasse di una delle categorie di PornHub, che per altro non ho mai amato, poiché particolarmente inverosimili e noiose.
Farò come mi consigli, cercando esempi chiarificanti in rete.
Ti abbraccio con riconoscenza ciao  <3

Re: [Lab2] Obscure-id

Ciao @Alba359 

Ti ringrazio moltissimo per la lettura e l'articolato commento.
Non devi scusarti per come sei intervenuta sul mio racconto, anzi, te ne sono grato.
Il tuo link funziona benissimo, infatti ho letto il racconto che mi hai suggerito ed è davvero un'eccellente esempio di racconto che, pur nella mirabile brevità, sa creare  un "Plot Twist" finale spiazzante.

La mia abitudine al racconto a puntate, quindi con la propensione al dilungarmi in informazioni non vitali per la narrazione, mi prende regolarmente la mano senza che me ne renda neanche più conto.
Ho infatti una specie di sindrome dello "spiegatore", che mi porta costruire talvolta dei veri quintali di dati non richiesti con cui molestare il lettore.

Mi resta comunque il dubbio, in un racconto rigidamente POV, sul come si possa informare il lettore su una trama complessa.

Mille grazie e un abbraccio, Ciao buone cose <3

Re: [Lab2] Obscure-id

Ciao @Poeta Zaza 

Come sempre ti ringrazio per avermi letto, commentato e segnalato le numerose mancanze del mio testo.  <3

Hai perfettamente ragione, senza accorgermene sono scivolato dal POV al narratore onnisciente.
Non solo, ho anche presupposto un lettore altrettanto onnisciente, poiché nel corposo blocco delle nozioni date, ho dimenticato d'inserirne una
fondamentale: ovvero il significato del titolo del racconto (Obscure-id) che al contempo indica la definizione data al "soggetto prelevato".

La parola "Obscure" in lingua inglese indica qualcosa di "sconosciuto", "non identificato".
Mentre "ID" in inglese sta ad indicare la carta d’identità (Identity Card), vale a dire il documento di riconoscimento che ogni persona deve possedere.
Nel gergo telematico, l’ID è un’altra cosa: è il nomignolo, o nickname, che si usa per registrarsi a vari servizi della rete: ad esempio, ad una casella di posta elettronica.
In sostanza la parola indica un soggetto privo d'identità e relativi documenti.


"Una domanda sul tema dell'identità: è quella dello psicologo che parla e che, decidendo di fare "il male minore"?"

No direi che il tema è sul concetto e sul valore dell'identità dell'individuo.
Esistiamo socialmente per ciò che gli altri decidono noi si debba essere: la condizione della nostra esistenza sociale è determinata dal riconoscimento che ci perviene, come in uno specchio, dalla società in cui viviamo. la quale ci conferma della nostra presenza e riconoscibilità.
Nel momento in cui sfuggiamo alla convenzione di "identità riconosciuta", entriamo nella devianza, nella follia, nella pericolosità sociale.
Per la società siamo l'estraneo, l'alieno, il diverso, il clandestino.

Spero di aver chiarito tutto quello che il mio narratore onnisciente si è dimenticato di scrivere.

Un grande grazie e un abbraccio. Ciao mia diletta amica <3






[Lab2] Obscure-id

Obscure-id


- Dio vedendo la bellezza di ciò che aveva creato disse: “Questo è buono”. -


C’è una striscia di gocce brune, così scura che risalta anche sul cemento plumbeo del pavimento: vanno dalla porta d’entrata della cella allo strapuntino su cui giace il “prelevato”.
Doveva colare sangue come un vitello macellato quando lo hanno condotto qui ieri notte.
Non ho viste altre tracce sul pavimento del corridoio qui fuori, questa mattina devono averle lavate via.
Non si sente volare una mosca, le celle del CPAI, ovvero “Centro Prelievo e Accertamento Identitario" sono tutte insonorizzate come negli alberghi a cinque stelle, qui dentro si dorme in un silenzio di tomba.
La stanza non ha finestre: questo perché i “prelevati” non abbiano percezione del tempo reale, non devono sapere che ora sia e se fuori sia giorno o notte.
Alla luce livida della plafoniera, vedo che non è conciato bene, nell’interrogarlo gli hanno dato una ripassata di quelle che ti fanno tornare la memoria o te la tolgono per sempre.
Nelle narici gli ha due tamponi di garza, sono sporche di sangue secco, lo stesso tono di quello sul pavimento.
Siedo sulla unica seggiola della stanza: è in metallo, con le gambe imbullonate al pavimento e lo schienale aderente alla parete.
Lui è steso mezzo nudo, sul tavolaccio privo di materasso della branda, sembra dormire di un sonno comatoso.
Ogni tanto il corpo è scosso da un tremito e geme piano, non credo che sia per il freddo, anche sa la cella non è esattamente calda, ma piuttosto una reazione nervosa, certamente ha qualche linea di febbre.
Succede sempre dopo gli interrogatori, certo che con quello che subisci, dopo non puoi essere nel pieno della forma.

Gli hanno rimesso addosso le braghe di cotone sdrucito che portava quando lo hanno prelevato, sono di un colore indefinito, come gli indumenti dei vagabondi senza fissa dimora.
Il resto che indossava devono averlo raccolto in quel sacchetto di plastica posato nell’angolo della stanza, infatti i calzoni che veste non sono sporchi di sangue o di liquidi fisiologici persi durante l’interrogatorio.
Oltre ad avergli rotto il naso devono averlo colpito sul torso con lo sfollagente: ha evidenti ecchimosi violacee lungo il costato.
Sono qui nel mio ruolo di psicologo della sezione inquirente del Centro: in sostanza ciò che faccio è simile alla figura del mietitore che raccoglie il grano maturo, o forse è più calzante quella del confessore ecclesiale, che raccoglie il pentimento dei peccatori.
In ogni caso ho il compito, di ricevere le eventuali deposizioni tardive dei “prelevati” al temine di ogni interrogatorio preliminare.
In particolare se l’esame dell’interrogato non abbia avuto successo, o non sia stato completamente esauriente durante il trattamento.
Esistono, infatti, casi di soggetti ostinatamente reticenti che giungono a perdere i sensi nel corso della sessione, ma restano muti.
Al risveglio, molti di questi, terrorizzati dall’affrontare un secondo interrogatorio, preferiscono dire subito tutto ciò che nascondono.
Per favorire questa preferibile soluzione mi mostro amichevole e disponibile: una sorta di figura consolatrice che aiuta il “prelevato” a superare lo choc postumo dell’interrogatorio preliminare.

Mi accendo una sigaretta, mentre aspetto che apra gli occhi.
Intanto mi rileggo la scheda stillata dalla squadra inquirente al termine della sessione compiuta.
A dirigere il Centro di Prelievo e Accertamento c’è il Capitano José Carrero Lamas, che ama occuparsi personalmente degli interrogatori.
Ha una grande esperienza in questo ruolo: si è formato nei corpi speciali della guardia politica nazionale, la polizia segreta; è dotato di una gamma di tecniche che reputa infallibili per ottenere rapidamente informazioni e confessioni da qualsiasi interrogato.
E’ solito dire che:  “ Non esistono uomini reticenti. Tutti finiscono col dire ciò che sanno o nascondono. ”, è solo una questione di metodo e tempo.
Si vanta di non avere mai avuto un insuccesso negli interrogatori condotti da lui.
Lo credo bene: lo chiamano “Il Torquemada”, un nomignolo guadagnato sul campo che è tutto un programma.
Il “prelevato” è di ceppo bianco-caucasico, ha una apparente età di trentacinque-quarant'anni, normolineo con capelli e occhi castani, non risulta microchippato, quindi non è identificabile poiché non è registrato in nessun centro dati della raccolta demografica.
E’ stato fermato nella zona periferica della città, dove sorgono resti di vecchie fabbriche in disuso, che sono abituale ricovero di barboni, clandestini e pericolosi soggetti del movimento “Obscure-id”.
Il soggetto appariva in stato confusionale, probabilmente sotto alterazione alcolica o di sostanze psicotrope.
Non ha saputo indicare le proprie generalità, sostenendo di non avere nome né di saper dire come e da quanto si trovasse in quel luogo.
Il fatto che fosse privo di documenti e chip identitario ne ha stabilito la potenziale pericolosità sociale e il procedere, come da norma di pubblica sicurezza, al fermo stesso.
Condotto al Centro, è poi stato sottoposto al trattamento inquisitorio di procedura.
Ma benché abbia subito il waterboarding, i cavi elettrici collegati ai genitali, e varie percosse, il soggetto ha ripetuto d’ignorare la propria identità e di avere ricordi della sua vita, fermi a poche ore prima del “prelievo”.
Il trattamento inquisitorio è stato interrotto sotto consiglio dell’assistente medico: infatti i parametri vitali dell’uomo hanno sconsigliato la prosecuzione del trattamento stesso, poiché non avrebbe retto a ulteriore stress fisico.
Si è decisa una sospensione finché non si fosse rimesso in sesto.

Nel programma della nuova società democratica, molte cose erano mutate: la salute e il benessere diffuso erano prioritari e non potevano più essere minacciati dalle scelte aberranti fatte nel passato.
Col nuovo ordine mondiale, si era messa all’indice la “leadership”, ovvero la figura del singolo che plagiava le masse con la demagogia e il populismo.
Si era giunti a comprendere che l’idea di leadership fosse la responsabile delle sciagure che avevano funestato nei secoli l’umanità.
Dalle scelte di grandi capitalisti, industriali e uomini politici che avevano deciso le sorti d'intere nazioni, si erano create le condizioni per tracolli finanziari e guerre sanguinose che avevano portato rovina a milioni di uomini.
La nuova idea di ordine democratico rifuggiva dal dare potere a un solo individuo: ogni scelta verticistica era presa da una commissione, composta da un adeguato numero di membri che valutava i problemi e deliberava scelte a maggioranza.
Ora ogni individuo trovava il proprio spazio nel tessuto sociale, mettendo a frutto le proprie qualità e attitudini, senza l’angoscia della competizione per emergere e primeggiare sui suoi simili.
Ogni identità era riconosciuta e valorizzata fin dalla culla.
Ai neonati veniva impiantato il microchip, agli adulti imposto per legge.

Questo microchip sotto pelle, era il vero motore del nuovo benessere mondiale: una minuscola applicazione in grado di accudire l’uomo con ogni servizio utile e gratuito per la sua esistenza.
L’identità di ogni onesto cittadino veniva registrata, chi rifiutava la registrazione, era quindi un potenziale nemico della società stessa.
Vero che nella sua modalità di applicazione, richiamava alla mente quei chip che si impiantavano ai cani domestici, ma questo era un particolare insignificante.
In maniera pretestuosa, una frangia marginale d’individui, i così detti: “Obscure-id”, avversi al progresso, hanno fatto di questa similitudine l’argomento portante della loro campagna di denigrazione.
Accusano il governo di aver creato un regime illiberale e autoritario.
Sediziosi oscurantisti che rifiutano il progresso e i vantaggi offerti da questo sistema, grazie al quale l’umanità ha finalmente conosciuto la mitica “età dell’Oro”.
Come sempre accade, questa idea ha raccolto gruppi di fanatici che rifiutano di far parte del nuovo corso, vi si oppongono con azioni di dissenso, rifiutando di microchipparsi, creando reti di disinformazione sul “deep web” e pianificando azioni terroristiche dimostrative.
Purtroppo si sono segnalati numerosi casi di attentati alle strutture dei centri di controllo telematico presenti in ogni centro urbano e aggressioni verso agenti delle forze dell’ordine.
La loro pericolosità sociale non è più un fatto trascurabile, la caccia a chi rifiuta il chip è assidua e impegna sia gli agenti operanti sul territorio, che i reparti di polizia segreta.

Il “prelevato” continua a restare inerme.
Gli ho aperto le palpebre: ha gli occhi vitrei e sbarrati, non da segni di coscienza, l’ho visto boccheggiare come se avesse dei conati di vomito a vuoto, facile che abbia una commozione cerebrale o un'emorragia in corso.
Ci sono andati davvero pesanti con lui.
Stante quello che ho letto, più che un probabile terrorista mi pare sia solo uno con gravi turbe mentali.
Più che di un interrogatorio avrebbe avuto necessità di una accurata indagine neurologica, ma vallo a spiegare a Torquemada: uno senza chip e senza documenti, che dice non conoscere il suo nome, chi crede che non stia mentendo?
Questo povero diavolo, posto che riapra gli occhi, difficile passi la notte.
Non ce la fa di sicuro a sopravvivere a un secondo interrogatorio, se si riprende sarebbe una morte dolorosa, quanto inutile.
Ci ho pensato per qualche minuto, poi ho preso il sacchetto di plastica con i suoi abiti: gli ho coperto con quello narici e bocca, l’ho tenuto premuto a lungo.
Ha sussultato debolmente per qualche minuto, non aveva la forza neppure di alzare un braccio, poi è restato immobile, gli ho sentito il polso.
Non ha più dato segni di vita, gli ho chiuso gli occhi, una macchia scura di orina gli si è allargata sulla patta dei calzoni.

Nel corridoio c’è il solito silenzio, non fa freddo ma ho dei brividi.
Il secondino con aria annoiata, mi ha chiesto del “prelevato”.
“Dorme” gli ho detto, lasciatelo tranquillo.

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