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Re: Cosa succede?

Ciao @theripper 

 
Mi è piaciuto molto il tuo racconto, perché salvo qualcosina che mi ha lasciato un dubbio, l’ho trovato interessante e scritto con mano energica.

Interessante poiché scava in una ossessione amorosa che colpisce e annichilisce il protagonista, con le sue contorsioni in preda a una febbrile gelosia per la propria moglie.
Il dramma di un uomo perdente, nel continuo confronto di un onnipotente antagonista che gli ha strappato l’amore della propria consorte.
La sua disperazione, tra depressione e sfoghi rabbiosi è descritta assai bene.
Il sapere che lei ha un amante che in tutto appare migliore di lui lo rende folle di gelosia, e il fatto che lei non si conceda più a lui lo porta a cercare amori prezzolati a cui chiede di fingersi la propria moglie.

Ma in questo rapporto che appare inesorabilmente al termine, entra nel finale una componente che proietta una luce molto diversa sui fatti.
Ovvero che lo stato di sofferenza del protagonista è composto da un gioco perverso, nel quale quel tradimento, dichiarato ed esercitato alla luce del sole, contiene allo stesso tempo un patimento e un piacere.
Si entra nella parafilia masochista del “cuckold”: di chi trova piacere nel sapere che la propria compagna o moglie si dà ad un altro uomo, sovente negando al proprio compagno/marito le dovute attenzioni nel talamo coniugale.
Devo dire che questa sfumatura che nel racconto viene colta solo nelle righe finali, colora di una luce inaspettata e perversa l’intera narrazione,
conferendogli una carica esplosiva.
Senza di essa sarebbe rimasto certo un buon racconto, ma sostanzialmente una triste storia di corna.
Trovo inoltre che il racconto sia pervaso da una gradevole ironia, distribuita con tratto felice, che stempera la drammaticità del tema proposto.

Ora veniamo alla “qualcosina” che mi ha lasciato un dubbio:


diedi il giubbotto alla domestica...”
Avvisai il maggiordomo di servire la cena e ripulire il casino

Ora, il fatto che la moglie del protagonista sia una dipendente del suo
ricco amante, lascia supporre che moglie e marito del racconto, possano al più essere dei borghesi benestanti, ma non certo degli alto-boghesi così ricchi da potersi permettere due persone di servizio in casa loro.
Quindi in questo ho trovato una incongruenza.

Ma se questa possibilità, superiore al loro status sociale, la intendevi consentita dalla munificenza del ricco amante di lei, dovresti, a mio avviso, in qualche modo accennarlo senza lasciarlo desumere al lettore.

Colpii con un calcio la pesante scrivania. Cadde a terra infrangendo tutto quello che si trovava sopra di essa.”

Ecco, a maggior ragione se la scrivania era “pesante”, mi sembra che rovesciarla con un solo calcio, sia un’impresa consentita solo a Superman.
Ma non mi pare che il tuo protagonista si chiami Clark Kent.

Ho trovato almeno ripetuta per quattro volte la parola “puttana” indirizzata alla moglie.
A mio gusto almeno due delle quattro le sostituirei con dei sinonimi.

Ciò detto non mi resta che farti i complimenti per quanto ho letto con molto gusto.

Un saluto e alla prossima.

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