La ricerca ha trovato 1 risultato

Torna a “Rag Ball - Capitolo 1 Charlotte”

Re: Rag Ball - Capitolo 1 Charlotte

Ciao Floriana,

Ogni tanto è bello incontrarsi davanti alle cose che scriviamo.
Provo a commentare questo tuo bel racconto a puntate iniziando da qui.

"Ondeggiò leggera fino a scontrarsi con una pozzanghera ancora viva."
Scritta così mi è difficile comprendere, se a essere ancora viva è la foglia o la pozzanghera,

"Il riflesso della bambina scorreva come un pianto senza fine. Il suo taglio corvino sbarazzino si confondeva con i colli del Winchester."
Mi è difficile figurarmi come possa un taglio di capelli confondersi con i colli del Winchester.

"Il suo viso pallido imbrogliava il suo vero stato d’animo."
"Imbrogliava" usato in questa accezione mi sembra poco adatto, lo trovo un filo dispregiativo, avrei scelto qualcosa di analogo, come: "Confondeva", oppure: "rendeva incerto", o anche: "traeva in errore".

"nivea come la neve in pieno inverno."
Nivea come neve è un po' pleonastico, avrei usato "candida come neve", o "bianca come neve".

"Tra mille battaglie viveva ancora con i suoi genitori, non fu possibile allontanarla da casa perché più volte la madre reclamò la sua potestà con atti autolesionistici."
Ti farei riflettere sul fatto che "atti autolesionistici", in una madre tossica che richiede
l'affidamento della propria figlia, non siano esattamente le azioni che possono assicurarle quell'affidamento davanti a un giudice tutelare.
Se vuoi dare credibilità a questo concetto credo che tu debba cercare una diversa
motivazione per giustificare l'affidamento della bimba.

"assomigliava ad una tenera sagoma che doveva essere fatta a maglia."
lo trovo improprio o da esprimere meglio volendo dire che sembrava un pupazzo fatto a maglia.
Parlerei piuttosto di bambola di stoffa, o di pupazzo realizzato con la lana.

"Le sue mani aperte sembravano parare ogni goccia."
Bellissima immagine, brava.

Il tema che tocchi è decisamente delicato, lo stato quasi autistico di una bambina che viene da una famiglia disagiata per via della tossicodipendenza dei genitori.
Ne disegni una figura tenerissima e commovente, ci sembra di vederla questa piccola,
fragile come uno scricciolo, pallida e triste come il giorno di pioggia del racconto.
Riesci a rendere moto efficacemente la figurina che si chiude nel suo mutismo e nei suoi pensieri, distaccandosi dalla realtà e dalle cose che la circondano.
E' evidente che la bambina soffra per qualche ragione che lei sola conosce, questo suo auto-isolarsi è evidentemente una forma di difesa dal mondo che la circonda e che lei rifiuta.

Nella parte finale il racconto prende delle tinte angoscianti, lascia supporre che la
piccola sia vittima di violenza domestica, cosa che quando coinvolge dei bambini suscita un immediato disagio nel lettore e lo mette in allarme.

La storia è interessante e coinvolgente, porrei solo una maggiore attenzione nell'uso dei vocaboli, affinché risultino adatti e pertinenti nell'esprimere situazioni e sentimenti che ti preme di comunicare.

A parte i suggerimenti che come sempre valgono come opinioni personali, mi complimento per la scelta di creare una storia che si preannuncia coinvolgente ed emozionante.

A presto rileggerci, un saluto e un abbraccio, ciao amica mia.

Torna a “Rag Ball - Capitolo 1 Charlotte”