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Re: Foglio d'album (titolo provvisorio)

Ciao @Luca Canetti 

Questo racconto è scritto, a mio gusto, tecnicamente bene.
La scrittura mostra una penna capace di controllare il materiale del racconto con la dovuta perizia. 
Affronti il tema della vocazione religiosa di una giovane donna, che la vive una sorta d’illuminazione spirituale.
Quello che si evince dal racconto è lo spirito gioioso con cui la protagonista si avvia a realizzare la propria meta, ovvero prendere i voti per divenire una monaca.

Orbene, nel contesto di una buona e accertata scrittura, vorrei dirti l’impressione, personale, che ne ho ricavato.

Ci presenti un personaggio con una biografia lineare e quasi edulcorata, ci appare un percorso di studi senza ombre o inciampi esistenziali: la protagonista si interessa fervidamente di filosofia e teologia, deduco appassionata di testi efferenti Sant’Agostino d'Ippona, Tommaso d'Aquino, Campanella senza tralasciare Schelling e Kierkegaard.
Queste letture rafforzano in lei, che per altro è anche una raffinata musicofila che possiede un blog specialistico di musica contemporanea, punto di riferimento per appassionati e per artisti debuttanti.
Non a caso ci racconta che ama l’album più mistico che il gruppo degli “Yes” abbia creato nella propria discografia storica.
Al culmine di questi encomiabili aspetti biografici, la fanciulla si reca, un giorno di primavera, presso il vicino convento delle suore domenicane, con l’intenzione di chiarirsi le idee sul suo futuro, dopo aver consultato il suo tutore spirituale.
Il solo trovarsi nell’ambito di quel luogo sacro, è per lei fonte di giubilo interiore, di elevazione dell’anima, di forte sintonia con l’altissimo, al quale recita immediatamente una accorata preghiera, memore di ciò che faceva da piccola nei momenti di raccoglimento spirituale.
La conclusione, con l’imminente incontro con Padre Lauro, ci conforta lasciandoci intuire che alla fine la protagonista realizzerà il suo intento di dedicare a Dio la propria esistenza.

Tutto questo avviene appunto con un percorso lineare che si preannuncia scontato fin dalle prime righe del racconto.
Messa così la storia ha un sapore spiccatamente agiografico, ci hai raccontato una vocazione religiosa liscia come una saponetta su un piano inclinato bagnato.
Non c’è traccia di una scelta meditata e sofferta, di un bagliore di dubbio, di un qualche travaglio interiore che pure è avvenuto nelle conversioni di molti santi.
Questa giovane aspirante suorina, pare essere nata con l’unico obiettivo, nella sua esistenza di votarsi al Signore.
Cosa per altro lodevole ed edificante, soprattutto in tempo di crisi delle vocazioni come quella attuale, ma ahimè, non così eccitante da scriverci un racconto.
Mancano purtroppo quegli elementi narrativi e drammaturgichi che rendono la storia coinvolgente, lasciando così un lettore tiepido per quanto letto.
E questo è un peccato, poiché come ho detto la qualità della scrittura non manca, ma è certo che leggere la biografia di Santa Teresa d'Avila, potrebbe risultare più appassionante e ricca di suspense.

Perdona la franchezza, un saluto e a rileggerci in altre cose. Ciao.

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