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Re: [MI147] La casa vuota

Cara @ivalibri 

ho trovato questo racconto l’una vera perla narrativa.

Come sempre non entro, poiché ne sono incapace, nel dettaglio della correttezza sintatica e grammaticale del tuo scritto, che per la verità, non mi pare abbia granché bisogno di note critiche, nel caso sranno altri lettori più qualificati a evidenziartele.

Nel merito della storia raccontata invece dirò che la trovo emozionante, pervasa di una tenerezza struggente, pur narrando un evento così drammatico.
E’ questa la grande forza narrativa del racconto: questo tuo passo calmo nel descrivere tutta la tensione interiore della voce narrante.
Compi un lavoro di analisi introspettiva minuta delle sensazioni del personaggio nelle diverse scansioni temporali in cui vive la storia: l’antefatto del dramma, dove nessuno riesce a cogliere i segni del dramma che sta per compersi, dove ogni azione in apparenza banalmente normale, prende il sapore di una profezia non compresa, anzi quei segni vengono equivocati attribuendogli una valenza positiva.
Solo dopo lo sventurato evento, si comprende quale fosse il vero valore e significato di quelle azioni e di quelle ultime parole.
La casa deserta, spoglia di arredi ci da tutto il sapore e il phatos di un luogo che abbia visto compersi una tragedia devastante per lo stato d’animo di chi è sopravvissuto.
Questo si riflette nell’incertezza dei gesti, nel non saper come riappropriarsi degli spazi e delle cose.
Hai reso con grande capacità narrativa l’orrore del ritrovamento della sorella da parte della protagonista, efficace la resa della situazione descritta nella sua crudezza: fatta di sorpresa, increduluità e ripugnanza per una scoperta tanto terribile e crudele.

Tutto nel racconto ci comunica la sensazione disarmata di chi ha perso una parte vitale della propria esistenza, ci sembra di avvertire quella sensazione di freddo e di stranimento in cui si cade davati alla morta violenta di chi ci caro.
Mi pare di cogliere che non ci troviamo unicamente davati al problema di una grave depressione post-parto, ma che questa si sia aggiunta a una situazione di profonda crisi matrimoniale della sorella.
Questo non è espresso chiaramente nel racconto, ma l’accenno per cui non ci sia stato necessità di andare per vie legali col cognato della protagonista, inoltre il fatto che la bambina sia stata affidata alla zia, me lko ha fatto sospettare.

E infine questa piccola creutura innocente, che si affaccia alla vita bisognosa solo di cibo, cure e amore, completamente, come è giusto che sia, ignara del dramma di cui fa parte.
Ma che proprio per questo, rappresenta una speranza di salvezza e una promessa di nuova vita.

Complimenti, bella prova!

A presto rileggerti in nuove cose altrettanto intense e apprezzabili.
Buone cose amica mia :)

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