Io non gli darei tutto questo peso al numero minimo previsto da contratto, a meno che non sia ridicolo. L'editore stampa anche in base alle richieste (ordini) del distributore, quindi pure se nel contratto è previsto 100 di minimo ne può ben stampare di più. Tra l'altro dire che un libro va in ristampa fa comodo a tutti, ma questa è un'altra storia.
Un piccolo editore, pure se stampa mille o duemila copie, difficilmente le distribuisce fisicamente, è più facile che ne stampi parecchie per questioni di bilancio, piuttosto che di distribuzione reale. Certo, qualcuno potrebbe pensare che stampando mille copie poi vorrà venderle, ma la realtà dimostra che se le prende indietro mandandole al macero spesso e volentieri. Io non so se coi libri funziona come con le riviste e i quotidiani, lato sovvenzioni statali e simili, ma qualche dubbio mi viene. Magari qualcuno potrebbe togliermi il dubbio.
Anche chi ha la fortuna di avere più proposte dalle big ho sentito che spesso sceglie in base alla tiratura minima iniziale, ecco io sono perplesso che possa essere un paramento attendibile sulla distribuzione, perché pure in libreria vende chi è davanti, non chi ha più volumi sbattuti sul retro.
Oltretutto si sottovaluta il peso del digitale per molti editori. Francamente che un lettore compri un ebook piuttosto che un cartaceo a me non cambia nulla.
L'allarme sulla scarsa serietà di una casa per me è l'assenza di ristampe, se cercando non leggete mai che avviene allora bisogna pensare che stampano il minimo previsto e poi fuggono.
Alla fine, a prescindere dalla tiratura iniziale, è il numero medio di copie vendute in Italia a dover mettere paura allo scrittore.