Mi inserisco nella discussione, che è sicuramente interessante e utile a chi legge. Per quanto mi riguarda ho esperienze sia col self, sia con casa editrice, piccola ma di qualità.
Per il self sarò stato fortunato, ma l’esperienza è sicuramente ottima. Ho un buon numero di lettori e faccio tutto da solo, mi piace pure disegnare, quindi faccio pure la copertina e edizioni illustrate. È un mondo che mi diverte, pubblicità compresa. Tant’è che ho iniziato anche a registrare gli audiolibri, sempre da solo. Il punto è che mi piace fare tutto e tanto basta per continuare. Le entrate ci sono, niente di eclatante ma sono sempre soldi.
Con l’editore (Golem Edizioni) anche ho un’ottima esperienza, pure se piccolo sono stato effettivamente distribuito in libreria. Ovviamente in maniera limitata, ma è sempre un piacere. Mi portano a tutte le fiere e mi hanno candidato a diversi premi, pagando quello che c’era da pagare di tasca loro.
Se posso dare un consiglio, la scelta va ponderata su quello che vuole essere il risultato. Con una casa editrice seria si viene più considerati dalla critica e si può partecipare di persona a fiere e manifestazioni letterarie. È anche una via per chi non si sa muovere da solo o vuole investire un capitale iniziale. Col self invece si è imprenditori di se stessi e più liberi di scrivere e fare ciò che vi pare.
Io credo che tutto si riduce a capire cosa ci piace fare.
Per arrivare a una big, più che altro però sottolineerei che non è un arrivare a una big e basta, ma essere autori top in una big, non so quale dei due mondi sia la scelta migliore. È così difficile che non so rispondere. L’importante è avere chiaro che vendere più di cinquemila copie in Italia (perché di quello si tratta), o vincere quei 3/4 premi davvero prestigiosi è un’impresa enorme. Se lo si capisce è più semplice non avere rimpianti.