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Re: [Lab6] L'interrogatorio

Bardo96 ha scritto: Bel racconto, breve ma davvero molto denso e ricco di dettagli, complimenti.
Trovo molto interessante come hai affrontato il tema del risveglio, e come sei riuscita a far trasparire piccoli indizi e mezze rivelazioni in poche righe, attraverso le considerazioni del personaggio narrante.
Grazie, @Bardo96   :) !

Re: [Lab6] L'interrogatorio

Mina ha scritto: Quindi il poliziotto è coinvolto nel tentato omicidio? Fosse così, sarebbe interessantissimo - voglio il seguito! Il racconto però non è autoconclusivo, mi restano un sacco di dubbi, e quindi non so come sentirmi in globale su quello che ho letto
Comunque complimenti per la narrazione  :D
Grazie dei complimenti e delle tue utili considerazioni, @Mina   :)
Per rispondere alle tue domande, ho scelto di lasciare un finale "aperto" volutamente, e sì, il risultato è anche quello di lasciare il lettore
con nodi da sciogliere da solo.
In conclusione, ho scelto un finale aperto, sullo sfondo di una relazione extraconiugale, che ha di certo inciso sull'accaduto.
Ma, di più: non è una storia di cronaca nera: è uno spaccato di vita di provincia, un microcosmo dove, se la vita si altera, in tanti cercano di aggiustarne l'orbita.

Re: [Lab6] L'interrogatorio

Alba359 ha scritto: Dimmi se sbaglio. Per me andava scritta così: Per quanto, a sua conoscenza, lui non abbia mai avuto frequentazioni con i Blesi. 
A parte quello che credo sia un inciso,  scrivere non ha potrebbe anche essere giusto in un dialogo, nel parlato l'indicativo ci può stare, ma nella parte narrata eviterei. 
Elvira parla tra sé e sé di una certezza basata su quello che sa (e, trattandosi di una certezza, uso l'indicativo):
Poeta Zaza ha scritto: Per quanto a sua conoscenza, lui non ha frequentazioni con i Blesi.
 L'inciso non lo faccio perché il significato della premessa è: per quanto sa.
Alba359 ha scritto: Alba359Io avrei ampliato la trama, solo una frase sulle chiacchiere intorno al rapporto dei due coniugi. Franco cosa fa? La sua amante si risveglia dal coma e noi non sappiamo nulla, soltanto che settimane dopo si sparla della vicenda.
Trovo troppo sbrigativo lo svolgimento, la storia delle corna sembra artefatta.  

Nel caso la signora fosse morta, Elvira si sarebbe sentita in colpa? Come avrebbe risolto il suo conflitto? E franco? Sapendo che lei sa, non dovrebbe temere che nel caso la Blesi muoia, Elvira parli?
Insomma, c'era molta ciccia da mettere sul fuoco. Una trama così si raccontava meglio in prima persona, dal punto di vista di Elvira avremmo avuto una storia tormentata dal dubbio e col risveglio dal coma, tutto sarebbe svanito; anche l'amicizia col poliziotto, a quel punto.

Mariangela, ho apprezzato moltissimo la trama, ne sarebbe uscito un bel giallo avvincente, sei stata troppo avara d'informazioni, risvolti, e azione.
Elvira nel racconto fa due torte ma non muove un dito per scoprire qualcosa di più. Sarebbe stato divertente vederla indagare, un po' come La Signora in Giallo. Lo sai io viaggio molto con la fantasia ...
Cara @Alba359  
:flower:

Ti ringrazio delle critiche costruttive che mi rivolgi e che avevo valutato quando ancora dovevo decidere come intrecciare la fabula.
Posso avere fatto scelte impopolari ma qualcosa ho limato, variato, anche sui consigli ricevuti da te a altri sulla sinossi e sulla prima stesura.
Per dirti, ho fatto anche un pensiero sulla Signora in Giallo... Ma poi non mi sono sentita all'altezza...

 

Re: [Lab6] L'interrogatorio

@Monica ha scritto: Ciao @Poeta Zaza scusa le pulci… Ho letto volentieri il tuo testo e prima di farlo mi sono riletta la sinossi. Mi sembra che complessivamente, a livello di trama, la storia sia ben articolata e si fa leggere con curiosità. 
La scelta stilistica l’ho trovata particolare, l’incipit così classico mi ha ricordato più un copione teatrale che un racconto, tanto più che subito dopo c’è il dialogo. 
Si percepisce molto bene l’imbarazzo di Elvira che, suo malgrado, nutre dei sospetti nei confronti dell’amico poliziotto. Anche il fatto che Franco voglia tenere “dritta la barra” sull’interrogatorio conferma il fatto che l’uomo abbia qualcosa da nascondere. Il comportamento di Elvira è molto “umano”  ho provato a mettermi nei suoi panni e forse anche io avrei “glissato” su quanto avevo visto (consapevole che il poliziotto sapeva bene che Elvira lo aveva “beccato” in una situazione illecita) Da un lato c’è una sorta di paura di essere coinvolta, dall’altro ci sento ancora quella sorta di atteggiamento protettivo che la donna ha sempre manifestato nei confronti di Franco. 
Grazie @@Monica  :flower:

utilissime le tue pulci. Mi fa proprio piacere che ci hai visto un che di teatrale nel mio testo.  :si:

Re: [Lab6] L'interrogatorio

@bestseller2020   :)

Capisco le tue critiche ma sappi che ho seguito diversi consigli che mi sono stati dati qui e nella precedente stesura.
L'interrogatorio, che doveva essere informale e immediatamente successivo al fattaccio, è stato pilotato dall'agente Franco, e chiaramente non è svolto coi crismi del rituale di polizia.

Per capire meglio i perché delle mie scelte narrative, ti allungo il link della mia auto-analisi, questo:

viewtopic.php?p=46092#p46092

:P   <3

Re: [Lab6] L'interrogatorio

Adel J. Pellitteri ha scritto: @Poeta Zaza hai scelto l'incipit di tipo narrativo che ben introduce i due personaggi,  Elvira e il poliziotto. C'è "l'incidente scatenante" che mette in discussione il rapporto tra i due. In questo racconto, infatti, non è sotto esame il tentato omicidio o quel che è, ma il rapporto di fiducia tra i due personaggi principali. Il poliziotto ammonisce Elvira chiedendole di descrivere ciò che ha visto in un determinato momento, mentre lei ha visto ben altro, e ciò che ha visto lo riguarda. La narrazione è fluida, l'unico punto di perplessità l'ho avuto qui

Secondo me quel perché va eliminato, forse è un refuso. 
Non ho percepito altre sbavature e la costruzione sia dei personaggi che del testo in toto mi sembra molto buona. Più limpida rispetto alla sinossi. Brava. 
Grazie, cara. Sei di manica larga.    ;)

@Adel J. Pellitteri :flower:

Re: [Lab6] L'interrogatorio

Questo il link del testo, del quale il presente racconto è la revisione:

viewtopic.php?p=35393#p35393

Questi i criteri che ho seguito per la costruzione del mio racconto:
- il fatto di cronaca lo faccio evincere dall'interrogatorio "a caldo" dell'unica testimone oculare, mentre ho scelto di non approfondire i tratti salienti della coppia protagonista dell'evento;
- ho scelto di lasciarli sullo sfondo, mentre, "prima" e "dopo" il pezzo in corsivo dell'interrogatorio, presento i miei due veri personaggi: l'anziana Elvira e il giovane agente Franco; parlo della relazione di conoscenza tra i due, che cambia dopo il giorno del fattaccio;
- ho scelto di mantenere in vita la vittima, lasciando ignote le vere cause dell'"incidente".

In conclusione, ho scelto un finale aperto, sullo sfondo di una relazione extraconiugale, che ha di certo inciso sull'accaduto.
Ma, di più: non è una storia di cronaca nera: è uno spaccato di vita di provincia, un microcosmo dove, se la vita si altera, in tanti cercano di aggiustarne l'orbita.

Come motivo queste mie scelte?
Mi sono sembrate congrue col mio intento, che è stato quello di raccontare (soprattutto)  cosa accade a una persona comune quando il senso dell'orbita delle cose viene alterato da un evento drammatico cui le tocca di assistere.
Accade che la donna qualunque si senta pure lei coinvolta nell'ingranaggio del ripristinare l'ordine delle cose.
Al di là dell'ingerenza nella vita privata altrui, c'è l'orbita del microcosmo da ripristinare.

[Lab6] L'interrogatorio

Laboratorio 6: Dalla trama al racconto.

Tema: Risvegli.

[Lab6] L'interrogatorio

L'anziana Elvira conosce il poliziotto Franco da un decennio, da quando è arrivato nella caserma del paese e si è sistemato in un alloggio a cento metri da casa sua.
Lui era in strada quando la sentì urlare: - Le vespe!... Aiuto... - Franco si precipitò in suo soccorso, neutralizzando il nido il vespe con una nuvola di fumo indotto. Poi, armato di un bastone, una volta scappate le vespe, distrusse il nido perché non tornassero. - Come posso ricambiare? - gli aveva chiesto lei. - Mi sembra di sentire un'altra puzza di bruciato... - la replica di lui. - La mia torta! - e lei era corsa in casa, con lui dietro, e tra il fumo in cucina era emersa con quello che restava della sua crostata alla marmellata di mele. - Fumo per fumo, provo a assaggiarla - la  pronta replica del ragazzo. 
Come una zia, una volta gli aveva tastato la fronte per sentire se fosse febbricitante, ma non si era mai permessa di tastare il suo territorio interiore, la sua vita privata. Come lui con la vita privata di Elvira, del resto.
C'è un rispetto naturale come tra conoscenze consolidate ma non antiche. Nel senso dell'orbita delle cose, del quotidiano, non occorre conoscere a fondo tutti. Non servono frulli di curiosità. Anzi, è meglio uno schermo che ci faccia stare tranquilli con il prossimo: conoscerlo in superficie, e, se questa ci piace, tanto basta per un sorriso, una cortesia ricevuta e donata.

L'interrogatorio

Nella sala interrogatori sono in due.
Un giovane prestante, in divisa, dall'atteggiamento compunto, sul forzato, e una donna anziana ma dal fisico non appesantito, col vestito fresco di stiratura e i tratti del volto segnati da rughe a sottolineare approcci positivi con la vita.

Il registratore è in funzione.

- Agente scelto Franco Montana per il caso Blesi. 2 ottobre 2004: ore15,53.
Inizio l'interrogatorio del testimone. Dichiari le sue generalità, prego signora.
- Come sei formale, Franco. - chiosa lei, gli  occhi che saettano... -  No, non arrabbiarti. - mette le mani avanti subito dopo, guardandolo in faccia. Scorge un lampo negli occhi che la intimorisce. Non è a suo agio, no davvero.
Il poliziotto interrompe la registrazione e riavvolge il nastro.
- Divagherai ancora?
- No, è una promessa.
- Dirai quello che hai visto dell'accaduto e basta? - chiede lui, serio in viso.
- Sì, è una promessa.
Il registratore riparte.
- Agente scelto Franco Montana per il caso Blesi. 2 ottobre 2004: ore15,58.
Do inizio all'interrogatorio della testimone. Dica le sue generalità.
- Mi chiamo Elvira Cenci, ho 68 anni e risiedo in Via Roma 52.
- Cosa ha visto da casa sua ieri sera?
- Il mio giardino è di fronte a quello della villa dei Blesi. Ieri sera alle dieci era buio ma il lampione mi  ha permesso di vedere la scena - rabbrividisce la donna.
- Vada avanti.
- Siamo vicini da tempo. Non siamo amici, ma non mi sono sorpresa dei toni arrabbiati della lite che stavano facendo. In realtà, ieri non ne capivo l'argomento. Le parole chiare erano solo insulti tra marito e moglie finché lei è uscita in giardino, in vestaglia, sconvolta e scarmigliata. Correva verso il cancello, mi ha visto alla finestra e ha gridato il mio nome. Il tempo di uscire di casa e lei era già per terra. Capisce? - si mette le mani davanti alla faccia, scuotendo il capo.
- La scena che ha visto in quel momento, la descriva.
- Lui era chino su di lei, coperti parzialmente dalla staccionata del cancello. Non aveva niente in mano che io riuscissi a vedere, ma lei non si muoveva. Era a terra, lunga distesa. "Luigi!" l'ho chiamato, anche se avevo paura per me, perché di certo mi aveva vista. - si contorce le mani.
- E allora?
- Lui ha il cellulare in mano e l'ho sentito dire: "Mia moglie è esanime a terra in giardino. Urgente ambulanza Via Roma 63."
- Vada avanti.
- Mi sono fatta coraggio,  ho attraversato la strada e li ho raggiunti. "E' viva?" ho gridato aprendo del tutto il loro cancello. "C'è battito in gola" sta dicendo al 112.  "L'hai colpita? gli chiedo, dura. Intanto, le sollevo la testa sul mio grembo e lui le apre la bocca a forza e le soffia dentro. Bisogna dire che l'ha fatto fino all'arrivo dell'ambulanza.
- Come si presentava l'aspetto della signora Blesi?
- Sembrava morta. Non reagiva, o almeno io non ho sentito nessun segno di vita.
- Cosa le ha detto il marito?
- Niente. Non ha voluto spiegarmi quei pochi secondi che io non ho visto tra la finestra e la mia porta per andare a vedere. Neanche dopo.
- Ha altro da aggiungere? La donna ha solo un attimo di esitazione:
- No.
- Fine registrazione ore 16,35.

- Posso andare, Franco?
- Sì, Elvira. Hai raccontato dell'accaduto di ieri sera per intero. Sei stata brava.
La donna sa che tecnicamente ha fatto la sua parte di testimone da manuale, e stando bene attenta a non sconfinare sull'orario serale del dramma, ma c'è un dubbio che la segue come un'ombra: perché Franco, anche lui abitante in Via Roma, è uscito dal retro della casa  dei Blesi alle due del pomeriggio dello stesso giorno? Muovendosi con circospezione come un ladro? 
Per quanto a sua conoscenza, lui non ha frequentazioni con i Blesi.
Elvira sa di essere stata vista e che lui non aveva piacere in quel momento di vederla...
Sa di essersi intimidita quando è stata chiamata a dare una prima testimonianza a caldo in caserma, e di non avere osato essere lei a interrogare l'agente Franco, 
Certo è che Franco è stato molto insistente sull'argomento della testimonianza sul pezzo: il testimone deve limitarsi ai fatti specifici del momento esaminato e non allargarsi ad altri eventi che non spetta a lui correlazionare.

Sarà, ma il senso dell'orbita delle cose sembra essersi inceppato. Che fare? Lei sente qualcosa che si risveglia dentro, le apre orizzonti, sblocca gli ingranaggi. Non sono frulli di curiosità. Non solo frulli.

I giorni passano attraverso una bolla d'aria nel quotidiano.

Ha appena saputo, dal macellaio, che in giro si dice che la signora Blesi si sia risvegliata dal coma. E si fanno congetture sulle corna del marito.
Deve tornare a casa, mettere in forno una crostata tutta per lei e, nell'attesa, riordinare fatti, circostanze, perché. Prima di un altro interrogatorio, a parti invertite. Prima che il ritmo del vivere torni regolare, così, con un nuovo respiro.

Re: [Slab6] L'interrogatorio

Mina ha scritto: La storia sembra interessante e promette bene. Attenta a tenere un buon ritmo nel dialogo e non spezzarlo con frammenti di infodump. La sinossi secondo me è un po' da rivedere. Comunque non vedo l'ora di leggere il racconto. A presto!
Scusa il ritardo con cui ti rispondo, @Mina  :)

Credevo di averlo già fatto.   :facepalm:

I tuoi suggerimenti li terrò presenti, con gli altri, quando riprenderò in mano il testo. Sono molto utili e spero di essere all'altezza del compito. 

Re: [Slab6] L'interrogatorio

Alba359 ha scritto:
È d'obbligo scriverlo nella sinossi. 
Il problema è che non sapevo cosa scrivere. Nel racconto non do per certa la morte della vittima, quindi potrebbe essere in coma, per esempio. Lascio la cosa indefinita. Secondo te, nella revisione tolgo questo dubbio? La faccio morire?  :grat:
Alba359 ha scritto: Anche Io mi ricordo del tuo racconto. So già come andrà a finire e i motivi che spingono Elvira a non dire alcune informazioni durante l'interrogatorio. Avresti sicuramente avuto una sinossi completa se li avessi specificati. Quel rovello avrebbe sicuramente aiutato i lettori a mettersi nei panni della protagonista e a volerne sapere di più.
Non vedo l'ora di vedere la revisione del tuo racconto.
Mi dispiaceva di rivelare già tutto. Di solito, tutti i miei racconti terminano con una sorpresa. Ho aggirato la compilazione di una sinossi "comme il faut"
per lasciare quella sorpresa. 
Grazie, cara @Alba359  - cercherò di non deluderti. :rosa:

Re: [Slab6] L'interrogatorio

@Monica ha scritto: Ciao @Poeta Zaza 

tutto dipenderà dalla tensione che riuscirai a trasmettere al lettore. La trama, per come ce l’hai descritta, si presta a varie elaborazioni e sono curiosa di leggere come la svolgerai. L’importante è dare un buon equilibrio tra parte raccontata e dialogo e caratterizzare bene i personaggi. 
La cosa che mi sembra un po’ debole è il tema “risveglio”.  A leggerci presto! e tanti cari auguri 🎁 
@@Monica  Grazie dei graditi suggerimenti! :flower:

Re: [Slab6] L'interrogatorio

@Poldo

Davvero, avevo impostato la sinossi diversamente, poi, non so come spiegarlo, l'ho cambiata ed è venuta fuori in questo modo...
Non ho nemmeno fatto capire che il racconto finisce e non c'è contezza della fine della vittima, neppure se è viva o morta.
C'è quel rovello della testimone che non sa se dirlo o non dirlo.

Comunque ho sbagliato:  :facepalm:

Re: [Slab6] L'interrogatorio

bestseller2020 ha scritto: ciao @Poeta Zaza... a sangue freddo, ti dico che ci vedo poca azione... però potresti vincerla con una storia , quella che traspirerebbe dal confronto tra Elvira e Montana, se avesse la forza di colpire l'attenzione. Questa tua sinossi  non concede spazio ad interventi esterni, perché è ancora tutta dentro la tua testa. Nel nostro caso ci siamo prefissati di fare una sinossi da cui ricavare un racconto. Troppo mistero in questa tua: è come se tu volessi nascondere il tuo lavoro, e questo non lo capisco. Mi sembra di capire che non vuoi stare al gioco! :P ciao 
Ho chiesto nel topic ufficiale a @Poldo  se potevo partecipare con una revisione di un testo già postato. Lui ha detto di sì, che questo Lab è una buona occasione per una revisione. Quindi la trama non è ancora un abbozzo nella mia testa, è già nero su bianco. Però sul W.D. ...  ;)

Il mio dubbio è se devo lasciare "tanto" in sospeso nel noir che rielaborerò o "meno". 

Ad esempio, è d'obbligo in un noir specificare che la vittima sia viva o morta?

bestseller2020 ha scritto:  Mi sembra di capire che non vuoi stare al gioco! :P ciao 
A me dici questo? In guardia, @bestseller2020   :duello:


:festeggiamo:

[Slab6] L'interrogatorio

Laboratorio 6: La Sinossi.
Traccia: Risvegli.


L'interrogatorio

Il racconto poliziesco verte su quattro personaggi, di cui due rimangono sullo sfondo, anche se sono loro i protagonisti di un dramma coniugale, almeno all'apparenza. 
I due che interagiscono sono la testimone e l'agente scelto che la interroga.
Sono l'anziana ma arzilla signora Elvira, conoscente e vicina di casa dei coniugi di cui sopra, e l'agente scelto Franco Montana, che la interroga in via informale come persona informata sui fatti.

Prima dell'interrogatorio vero e proprio, che prende la quasi totalità del racconto, l'autrice delinea per sommi capi il rapporto di buona conoscenza preesistente tra la donna e l'agente.
Il nucleo del racconto, cronologicamente, parte dalle ore 15.58 del 2 ottobre 2004 e termina, in pari data, alle 16.20.
C'è il focus della vicenda noir nell'interrogatorio, a monte ci sono delle istruzioni da seguire, ma il non detto fa da cornice inquietante che potrebbe prendere il sopravvento sul quadro. Che fine ha fatto la moglie?
L'autrice ha scelto di lasciare "tanto" in sospeso: nelle battute conclusive del testo si insinua un rovello che tocca la sostanza stessa del noir.

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