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Re: [CP6] Il mio ultimo paio di scarpe

Bob66 ha scritto: mar lug 26, 2022 10:41 pm
La verità è che invecchiando, con filosofia, il proprio ego diventa sempre più leggero, fin quasi a scomparire.
Bella questa verità: è uno dei vantaggi dell'invecchiare sereni, una leggerezza che ti libra e ti libera.
Bob66 ha scritto: mar lug 26, 2022 10:41 pm
ed eccole là dietro, in un angolo del pavimento di cemento di cui sembrano aver preso possesso in virtù della loro arroganza e del sarcasmo che ostentano ancora, a distanza di quasi un anno e a dispetto dell’usura. 
...
Arroganti e tronfie. Supponenti, ancora sicure di rappresentare la sola alternativa di un uomo. Mi guardano con quel ghigno scollato che si apre in punta tra la tomaia e la suola, quella bocca sadica, forte della ferrosa placca antinfortunistica che ha masticato le mie dita fino a rendermele storte e deformi. 
Dita che ora si godono il riscatto all’aria aperta e gli anni che restano di vita, quella vera.
Sì, perché quelle vecchie, logore scarpe da lavoro rivendicano invece una vita diversa, fatta di fatica e sudore e sacrificio e dovere...
Bob66 ha scritto: mar lug 26, 2022 10:41 pm
Arroganti e tronfie. Supponenti, ancora sicure di rappresentare la sola alternativa di un uomo. Mi guardano con quel ghigno scollato che si apre in punta tra la tomaia e la suola, quella bocca sadica, forte della ferrosa placca antinfortunistica che ha masticato le mie dita fino a rendermele storte e deformi. 
Dita che ora si godono il riscatto all’aria aperta e gli anni che restano di vita, quella vera.
Sì, perché quelle vecchie, logore scarpe da lavoro rivendicano invece una vita diversa, fatta di fatica e sudore e sacrificio e dovere, sempre spacciati come qualcosa di sano, di positivo, di atavicamente etico. 
Stronze. 
Il fulcro sulle scarpe "vissute" che narrano di noi e ci parlano con quel ghigno scollato... (più che guardare).
Bob66 ha scritto: mar lug 26, 2022 10:41 pm
Quanto le ho odiate, quelle scarpe, ma anche accettate e subite, persino amate, in fondo, perché sono state parte della mia vita che non posso amputare, né dimenticare. Gran parte della mia vita, a dirla tutta. Bella contraddizione. Per questo non ho avuto il coraggio di buttarle allora e non ce l’ho nemmeno ora. Credo che, dopotutto, si siano guadagnate questo piccolo angolo di cantina, come un sepolcro, in cui essere dimenticate e rimanere a sognare i fasti di un tempo che a me non appartiene più. 
Libero.
Caro @Bob66  :)

Di versi o di frasi, sei qui, con un saggio poetico sui simboli di un passato lontano. Grazie.

Ora, i giovani non arrivano più a fare "vissute" scarpe o scarponi,
preziosi testimoni di lunghi e travagliati cammini. Gioie e dolori trasportati, insieme coi nostri piedi, da un paio di calzature rugose e sfondate come il proprietario, che non le butterebbe mai via. 

Che dire, Roberto? Hai cambiato il tuo marchio di fabbrica? Nelle tue tredici "proesie" precedenti, (come dice Sira) che hai pubblicato qui su CdM in Poesia, io ti ho sempre riconosciuto una prosa poetica, e apprezzato il tuo stile, comunque  poetico. Va da sé e a tuo merito l'iscrizione di tuoi lavori tra Le migliori poesie di CdM.

Qui invece, anche se ci hai avvertito (ma pensavamo anticipassi la quattordicesima proesia) ci vedo troppo un racconto. Mi rivedo in te a scrivere un brano con questi (tanti) afflati poetici. Però io lo faccio nel MI...  ;)

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