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Re: L'ora di chiusura

Ettore Navarra ha scritto: Era il trucco innocente per averla tutta per se, almeno, per uno striminzito quarto d’ora.
va scritto con l'accento e dopo "almeno" va tolta la virgola
Ettore Navarra ha scritto: niente di più frequente in quell’umanità languida e trasognante costantemente impilata impalata  con un bicchiere in mano dietro al bancone.
toglierei "costantemente"; dicono che sia meglio sfrondare gli avverbi
Ettore Navarra ha scritto: Non era così trascurato virgola considerata la condizione di solitudine e l’età adulta: 
Ettore Navarra ha scritto: che lasciava pensare a delle analisi del sangue mai fatte o mai ritirate, questione questa, ben compensata dall’abbigliamento dentro il quale sempre abitava
dopo "ritirate" matterei i due punti esplicativi; dopo questione, metterei una virgola, per chiudere l'inciso 
Ettore Navarra ha scritto: certamente ti avrebbe messo addosso un temperamento faticoso da sopportare un carattere insopportabile
suggerimento
Ettore Navarra ha scritto: Un’ultima peculiarità urticante di quell’uomo, si manifestava nel millantare virgola con modi quasi compulsivi virgola un ceto sociale
quella virgola dopo "quell'uomo" non ci va, perché separa il soggetto (la peculiarità) dal verbo
Ettore Navarra ha scritto: Il bancone del bar non era quel pulpito di opportunità che aveva tanto sognato; e che a tante ragazze come lei aveva regalato una vita migliore. 
escluderei quel punto e virgola superfluo
Ettore Navarra ha scritto: Quel bar virgola seppur ben frequentato virgola era lo spazio di un’umanità infima, gente ciondolante tra i tempi persi della vita, 
qui noto una contraddizione in termini: come fa un bar a essere "ben frequentato" se gli avventori sono di un'umanità infima? Forse volevi dire
che la clientela era numerosa? Allora, ti suggerisco:
Quel bar aveva una clientela numerosa, ma purtroppo dava spazio a un'umanità infima: gente ciondolante tra i tempi persi della vita...
Buona quest'ultima espressione!
Ettore Navarra ha scritto: La barista aveva sempre un ché di peccaminoso per alcuni clienti,
si dice "un che" senza l'accento
Ettore Navarra ha scritto: quest’aspetto spingeva alcuni avventori, i più coinvolti dallo stereotipo in proposte equivoche, spesso oscene, e ogni tanto del tutto palesi venali;
Secondo me, dovresti rivedere con più chiarezza la frase sopra
Ettore Navarra ha scritto: Ma chi si vede! Gian, sai che mi stavo preoccupando, che ti faccio?
Ah, è detto in senso ironico. Forse potresti anche "mostrarlo"
Ettore Navarra ha scritto: -         Ti faccio vedere che venderà anche il BMW a breve … . Io non posso avere certi problemi: so farmi i conti, non punto mai una situazione così          aleatoria. Questo mio sorriso non me lo gioco ai dadi.
Qui sta parlando Gian. Non capisco l'ultima frase. O volevi scrivere: Questo tuo sorriso non me lo gioco ai dadi?
Ettore Navarra ha scritto: -         Purtroppo per farsi una bella vita come si deve oggi bisogna prendersi qualche grosso rischio.
Ti suggerisco:
Purtroppo, per fare una bella vita, oggi come oggi, bisogna assumere qualche rischio, e grosso.
Ettore Navarra ha scritto: Girava a bordo di una vecchia Porsche Boxster del novanta
Ettore Navarra ha scritto: si era così tirato fuori così un mensile senza dover far nulla o quasi. Niente di geniale. Diremmo una gestione piccolo borghese del denaro; (meglio i due punti) accurata e avara. Girava a bordo di vecchia Porsche Boxster del novantadue, di un blu ormai slavato e con tutti i fregi sbiaditi, un’auto della quale conosceva ogni aspetto, più per un interesse personale a controllarne le spese che per un’autentica passione motoristica, (meglio un puntoportava Portava poi sempre al polso lo stesso orologio da anni, un magnifico Rolex dal quadrante nero; sempre un’eredità del padre.
C'è un "così" di troppo all'inizio
Ettore Navarra ha scritto: Viveva certamente come intrappolato nella classica routine maniacale delle persone sole, (meglio il punto e virgola) potevi dire dopo averlo conosciuto che era un uomo buono, molto educato ma al quale non avresti mai aperto avresti preferito non aprire la porta di casa.
suggerimenti
Ettore Navarra ha scritto: Compiuti i cinquant’anni virgola il deserto che hai attorno ti piaccia o meno lo senti 
Ettore Navarra ha scritto: Questi incontri erano a tratti silenziosi e malinconici, dominati da un’aria singolare che pareva prodursi dalle pieghe di quei tendaggi da bar, nei quali l’ombra si raccoglieva tristemente e che parevano sempre un poco  muoversi, come dagli atteggiamenti diversi e del pari significativi dei due, la stanza in quell’arco temporale che segnava la fine del giorno era piena di un’aria di malinconica festosità e di incomprensibile disagio.
Che belle immagini! Bravo!
Ettore Navarra ha scritto: perché in cuor suo era certo che virgola di quel poco che lui potesse offrire, Alina si sarebbe alla fine accontentata. 
per aprire l'inciso
Ettore Navarra ha scritto: Si trattava solo di raccontarla bene, e di mantenere la posa giusta, e di continuare ancora per un po’ questo sgraziato balletto.
Ben detto, però non capisco perché hai usato l'aggettivo "sgraziato". A me Gian ha dato l'idea di avere intenzioni serie con Alina.
Ettore Navarra ha scritto: Gli era bastato registrare un dettaglio tra i tanti per capire chi era Gianpietro. E anche Gianpietro aveva ben capito chi era lei.
Se lo ha ben capito, che lei è disincantata e dai sentimenti avvizziti, perché continua a farle la corte?
Ettore Navarra ha scritto: Quella recita continuava serenamente nell’errata convinzione di entrambi che solo uno dei due avesse visto tutte le carte dell’altro.
Eppure continuano?
Ettore Navarra ha scritto: Alina stava accarezzando l’idea che nonostante tutto, un giorno o l’altro, avrebbe detto di sì a Gianpietro e sarebbe diventata la sua donna.
Ma non ci mette molto, dopo, a rinunciare a una gita in barca offerta da lui con fervore e da lei rifiutata (per un motivo valido, d'accordo) ma senza riprogrammarla. 
Ettore Navarra ha scritto: avrebbero mangiato fuori la sera ogni tanto, facendo un po’ attenzione al costo del menù, e sarebbero perfino andati qualche giorno in ferie, lui l’avrebbe presa dentro casa, 
Un domani di coppia ordinario, ma che, da parte di lui, sarebbe stato gradito.
Ettore Navarra ha scritto: Mancava ancora qualche mese al compleanno di Alina e quei rifiuti, quelle sospensioni, quei rinvii, gli riempivano il cuore. Erano il regalo più grande che potesse farsi.
Non capisco il finale... Come "gli riempivano il cuore"? E se il compleanno è di lei perché Gian parla di un regalo a se stesso?
E come può essere un regalo che più grande non potesse farsi? Gli basta così poco?

Grazie della lettura interessante, @Ettore Navarra   :libro:

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