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Re: [Lab3] La libellula

Alba359 ha scritto: Le dà le spalle, la pioggia distorce i suoni che escono dalla bocca della donna, lei non se ne accorge. preoccupa.
Questo è il primo dei casi di "lei" che non so se attribuire alla madre o alla figlia. Pensando che si tratti della madre,  credo vada meglio "accorge", perché che non se ne preoccupi sembra ovvio. Se parli della figlia, andrebbe meglio la formulazione: 

- Le dà le spalle, la pioggia distorce i suoni che escono dalla bocca della donna, ma la figlia non si preoccupa di capirli.
Alba359 ha scritto: Quando saremo lassù, non farò nulla di quello che mi chiederai, non mi inginocchierò a pregare. Non ti ascolterà nessuno, non ci ascolta mai nessuno, 
Quel "lassù" è ambiguo: io evidenzierei il posto, terreno, dove si stanno dirigendo.
Alba359 ha scritto: La madre, sconquassata dai singhiozzi, non ha più lacrime né fiato. Non ha nulla da perdere, deve andare avanti,  sua figlia è lì a pochi passi. I muscoli le bruciano ma riesce ad alzarsi in piedi, resiste, lotta, scalcia, ma ogni sforzo è inutile. Le ombre la trascinano lontano e lei, con le unghie, si artiglia al terreno, non cede, si rialza e di nuovo si avvicina.
— Nemmeno la vita è la mia? Urla alle bestie, e di nuovo le scorticano la pelle sul terreno, la assalgono con parole oscene, ma lei si rialza, sanguina e ancora si avvicina.
Allora è un luogo simbolico, quello dove la madre cede alle droghe, alle "ombre" che le divorano la sua vita?
Alba359 ha scritto: dom lug 17, 2022 8:45 pmUna voce bassa, ma assordante riverbero di antichi echi, le scuote l’aria nei polmoni. La solleva da terra.
— Di che vai lamentandoti donna, ci lasciammo consapevoli entrambi che la cosa non avrebbe avuto seguito. Sei caduta quando io ti ho offerto una opportunità che non hai saputo cogliere. La lusinga fu il tuo retaggio catastrofico, era là ad aspettarti, non fu Lucifero a tentarti, la sembianza che non conoscevi e che credevi ti fosse stata negata, ti trascinò verso la rovina.
—Menti! Io Lui non l’ho mai visto sulla terra, mentre tu ti annidi in ogni luogo, Lui è solo una tua invenzione, è per questo che nel male cerco espiazione. Voglio pagare oggi! Prendimi, mettimi tra i peggiori dei dannati, ma lascia a questa figlia la libertà di vivere senza colpa, la mia anima è poca cosa come riscatto, ma io non ho altro.
In questo incubo, la voce bassa di chi è? Se è il diavolo, è Lucifero, non ci piove, però lui dice di non esserlo. Dice che chi ha tentato la donna è stata la droga. E allora lui chi è, se non è il diavolo, se non è la droga?
La donna infatti gli risponde che "Lui è solo una tua invenzione" dove credo che Lui sia Lucifero. Posto questo, con chi crede di parlare la donna? A chi s'immagina di offrire la sua anima, ormai perduta, a vantaggio di sua figlia?

Alba359 ha scritto: La lusinga fu il tuo retaggio catastrofico, era là ad aspettarti, non fu Lucifero a tentarti, la sembianza che non conoscevi e che credevi ti fosse stata negata, ti trascinò verso la rovina.
Qui ci sono troppe virgole (da interrompere con un punto e virgola in mezzo, che dia maggiore respiro. Inoltre, sul finire, tu separi un soggetto (la sembianza) dal suo verbo (trascinò) con quella solitaria virgola dopo "negata".
Io trasformerei tutto il periodo così:

La lusinga fu il tuo retaggio catastrofico, era là ad aspettarti; non fu Lucifero a tentarti, ma la sembianza, che non conoscevi e che credevi ti fosse stata negata, ti trascinò verso la rovina.

P.S.: se quello che si pone tra di loro lo trasformi in un inciso, soggetto e verbo non vengono separati.
Alba359 ha scritto: Menti! Io Lui non l’ho mai visto sulla terra, mentre tu ti annidi in ogni luogo, Lui è solo una tua invenzione
Secondo me, è difficile capire. Crede di parlare a Dio?
Alba359 ha scritto: mettimi tra i peggiori dei dannati, ma lascia a questa figlia la libertà di vivere senza colpa, la mia anima è poca cosa come riscatto, ma io non ho altro.
Offrendo a Dio la sua anima a favore della figlia lei si redime e Dio la salva. In genere, però, in letteratura si usa vendere l'anima al Diavolo per la conquista di beni terreni. Insomma, il senso sarà solo uno, la salvezza della figlia, ma questi dubbi sull'interlocutore, secondo me, non aiutano una lettura sciolta.
Alba359 ha scritto: La luce

Le nuvole si ritirano, la luce si bacia la terra e l’asciuga.
Con tremendo fragore si chiudono le fauci della caverna, inghiottono il demonio e le sue ombre; regna il silenzio, lo spazio è senza confini, poi, come l’acqua che smuove i ciottoli del ruscello, una voce limpida chiama.
- Eva, vieni e guardami.
- La figlia alza gli occhi, guarda se stessa riflessa nella Luce pulita.
- Tu sei Luce Eva, non restare nell’ombra, non hai nessun peccato nell'anima. Guarda chi sei davvero e non dimenticarlo mai.
La madre sfinita ha occhi di nebbia. Liquido fiato vitale scorre nel corpo, un fiume di pace lenisce il dolore. Fa appena in tempo a vedere il riflesso di Eva nella luce. Dietro le palpebre chiuse avverte L'ago entrare nella vena e i suoni del mondo reale.
Qui c'è la luce e la pace. Ma allora perché c'è ancora la droga nella vita della madre di Eva?
Alba359 ha scritto: Eva porge il bicchiere, la madre le afferra il braccio, — guardami, Eva,— lo sguardo la cattura, è uno sguardo sincero che non le riconosce da troppo tempo. Un brivido l’attraversa, una discordia atavica la sconvolge. Sotto le pieghe delle ascelle, fili invisibili cercano di tirarla via, la scuotono, ma Eva scrolla le spalle, i fili si spezzano e gli occhi di sua madre affogano nei suoi.
Qui si vede la reazione di entrambe: madre e figlia. I fili da burattino che facevano muovere la madre, Eva se li scrolla di dosso. Molto "show" qui. Brava, @Alba359   (y)
Alba359 ha scritto: La libellula

La scrittrice è in mezzo alla piccola folla di gente. Stringe le mani dei lettori entusiasti; fanno la fila per avere la loro copia autografata. La madre aspetta seduta nella sala, in grembo ha il libro, legge e rilegge la dedica senza stancarsi.

Ali di seta fragile trama
nascosta
Nel liquido oscuro che intrighi ricama
Hai
Sollevato il fango e dalla luce sei stata incantata
E per noi
In meravigliosa libellula ti sei trasformata 

A mia madre, con immenso amore.

La madre chiude la copertina rigida, accarezza i caratteri in rilievo del titolo e il nome dell’autrice: 
La libellula, di Eva Costa
Un bel finale, a suggellare la trasformazione della libellula madre. 
C'è molto "show" ma anche del "tell" mostrato nei dialoghi.
Il racconto mi è piaciuto, anche coi limiti che ti ho segnalato. Un buon lavoro, Alba.  :)
Lo spoiler forse andava messo qui, alla fine. 

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