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Re: [Lab 3] Lei

@ioly78  Brava, Iolanda!  (y)

Mostrare la quotidianità di un drogato perso di lei. 
ioly78 ha scritto: mezzo grammo finito accidentalmente per terra.
Lo spiegherai verso la fine: anche questo è "mestiere".
ioly78 ha scritto: Ecco, la intravede, è bellissima; ora esce la lingua, quasi ce la fa. E invece niente, sente i muscoli liquefarsi e frana, ancora: la faccia sui mattoni come budino sformato.
La volontà piegata all'emergenza di assumere la droga. Per terra, a leccarla.
ioly78 ha scritto: la mano sull’orecchio: la agita, si schiaffeggia, si contorce in una danza scomposta dimenando braccia e gambe che paiono elettrificate dal terrore. Scosse, fremiti, una pressione sul petto. L’adrenalina se lo sta cuocendo a dovere, gli ha già afferrato il cuore e lo sta avviluppando nella morsa della morte.
Hai descritto mostrato un burattino nella sua danza scomposta, i fili tirati dall'astinenza. La paura di morire se la vita non torna da lui.
ioly78 ha scritto: Spilli, tutti sulle guance che s’infiammano. Sotto la pelle c’è la vita, la sente formicolare come scossa insopportabile e allora resta a terra: la faccia sul pavimento, la bocca asciutta di un’arsura disumana. Esce la lingua che pare un cane assetato, se la passa sulle labbra e un rivolo di saliva gli cola sul mento. La struscia sui mattoni come fosse aspirapolvere impazzito, fino a tirarsi l’ultimo granello scintillante. La porosità della superficie si confonde con la polvere, ma a lui non frega niente, né della lordura, né dello sdegno. 
Il prenderla comunque e ovunque, senza remore, vinto dal bisogno invincibile.
ioly78 ha scritto: Si ammira, stira un sorriso, ma la faccia si accartoccia all’istante. Vede punture: rosse, pruriginose. Si gratta. Prima una guancia, poi l’altra, e ora la fronte, le tempie, tutto si gratta, persino il collo. Rifiata. Un’ultima occhiata dubbiosa e si allunga verso l’angolo cottura, e l’andatura, passo dopo passo, si fa mogia che sembra la spina dorsale stia franando su se stessa.
Il fugace sollievo che frana come la sua faccia che si accartoccia.
ioly78 ha scritto: Lei era poca, ancora troppo poca. 
La dose va accresciuta, sempre.
ioly78 ha scritto: Una scossa gli raddrizza la postura; un fuoco ardente che parte dal basso, dove prima avvertiva il solletico di un mansueto vigore, e arriva sparato ai capelli, che li sente fumare, ribellarsi a quella flemma nostalgica che già gli stava pizzicando cuore e anima, da dentro, come un veleno inesorabile che l’avrebbe inchiodato al pianto. Si muove lesto e prende a setacciare il perimetro della stanza. Il fiato accelerato, il cervello sfatto, la saliva azzerata, i battiti; uno, tre, sette… È tutto straordinariamente potente adesso, i muscoli sono ferro, la colonna vertebrale è marmo e il fiato si infrange come onda violenta sul petto; nove, undici… sballano, saltano, quei battiti li sente in gola come cavalli imbizzarriti. Si ferma, rifiata. Scola sudore, scola pure il naso e l’asciuga come può, strusciandosi un lembo di camicia già fradicia sulla faccia. 
Questi gli istanti magici e potenti subito dopo che la scimmia gli salta addosso. I "mutamenti" verso l'alto, dopo quelli negli abissi.
ioly78 ha scritto: Silenzio. Uno, due, tre… Ora i battiti si sono sgonfiati. Si preme le mani sul corpo, che al tatto è floscio anch’esso, sta evaporando in un bagno di sudore. La gola. Il canale del respiro è un pozzo corroso dal sole, abbandonato dalla vita. Muove la lingua in cerca di refrigerio. Il palato è escoriato dall’alcool e dalle notti ingoiate male. Silenzio, e buio. Il divano su cui è ancora spalmato si è sformato della sua mollezza. Muove lo sguardo: intorno a lui è tutto nero.
Dopo non resta niente. Se la sono pippata tutta e ora non gli resta niente. Nella gola, nel respiro, persino nelle ossa: involucri vuoti in cui rimbomba l’abbandono, uno sconforto straziante. Dopo è così, dopo si sente tradito, lasciato, trafitto soltanto dal silenzio. Shh! Forse le spie sono tornate e vogliono portarselo via, in galera, a marcire in quella cella un’altra volta. Zzz, zzz: nelle orecchie, ancora. E nella testa, nel buio.
Questa la resa, mostrata comme il faut.
ioly78 ha scritto: Il naso cola; lo asciuga con quel che ha e si precipita sul tavolo. L’attimo. La stende sul vassoio. Sente i nervi pizzicargli l’anima, la lingua viva, le narici allargarsi, e la divide, veloce… tà tà tà tà tà, che già solo la frenesia di quel picchiettare lo eccita a dismisura, lo affanna, è sudato, voglioso. La pista è bellissima, purissima. Ecco e allora giù, con la testa affondata nella felicità, e poi su, ché il bruciore risale presto la corrente e gli esplode in mezzo agli occhi. Stelle. Tutto un meraviglioso cielo elettrico, il soffitto. Undici tredici quindici…  e andasse al diavolo pure il cuore, è la sua felicità, sono le sue cazzo di stelle quelle, è l’istante in cui ogni fibra depressa migra in energia. La vita, l’attimo che scuote quel che resta. E ora la musica. Un repentino giro di do, su cui danzano connessioni cerebrali.
   «Ecco do' stavi… Scenni! Maledetta puttana, scenni, t’ho detto!»
Shh! Adesso fate solo silenzio.
Un unico suggerimento. Io l'avrei chiusa con quella frase sulla musica: strepitosa! 

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