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Mostrare la quotidianità di un drogato perso di lei.
ioly78 ha scritto: mezzo grammo finito accidentalmente per terra.Lo spiegherai verso la fine: anche questo è "mestiere".
ioly78 ha scritto: Ecco, la intravede, è bellissima; ora esce la lingua, quasi ce la fa. E invece niente, sente i muscoli liquefarsi e frana, ancora: la faccia sui mattoni come budino sformato.La volontà piegata all'emergenza di assumere la droga. Per terra, a leccarla.
ioly78 ha scritto: la mano sull’orecchio: la agita, si schiaffeggia, si contorce in una danza scomposta dimenando braccia e gambe che paiono elettrificate dal terrore. Scosse, fremiti, una pressione sul petto. L’adrenalina se lo sta cuocendo a dovere, gli ha già afferrato il cuore e lo sta avviluppando nella morsa della morte.Hai descritto mostrato un burattino nella sua danza scomposta, i fili tirati dall'astinenza. La paura di morire se la vita non torna da lui.
ioly78 ha scritto: Spilli, tutti sulle guance che s’infiammano. Sotto la pelle c’è la vita, la sente formicolare come scossa insopportabile e allora resta a terra: la faccia sul pavimento, la bocca asciutta di un’arsura disumana. Esce la lingua che pare un cane assetato, se la passa sulle labbra e un rivolo di saliva gli cola sul mento. La struscia sui mattoni come fosse aspirapolvere impazzito, fino a tirarsi l’ultimo granello scintillante. La porosità della superficie si confonde con la polvere, ma a lui non frega niente, né della lordura, né dello sdegno.Il prenderla comunque e ovunque, senza remore, vinto dal bisogno invincibile.
ioly78 ha scritto: Si ammira, stira un sorriso, ma la faccia si accartoccia all’istante. Vede punture: rosse, pruriginose. Si gratta. Prima una guancia, poi l’altra, e ora la fronte, le tempie, tutto si gratta, persino il collo. Rifiata. Un’ultima occhiata dubbiosa e si allunga verso l’angolo cottura, e l’andatura, passo dopo passo, si fa mogia che sembra la spina dorsale stia franando su se stessa.Il fugace sollievo che frana come la sua faccia che si accartoccia.
ioly78 ha scritto: Lei era poca, ancora troppo poca.La dose va accresciuta, sempre.
ioly78 ha scritto: Una scossa gli raddrizza la postura; un fuoco ardente che parte dal basso, dove prima avvertiva il solletico di un mansueto vigore, e arriva sparato ai capelli, che li sente fumare, ribellarsi a quella flemma nostalgica che già gli stava pizzicando cuore e anima, da dentro, come un veleno inesorabile che l’avrebbe inchiodato al pianto. Si muove lesto e prende a setacciare il perimetro della stanza. Il fiato accelerato, il cervello sfatto, la saliva azzerata, i battiti; uno, tre, sette… È tutto straordinariamente potente adesso, i muscoli sono ferro, la colonna vertebrale è marmo e il fiato si infrange come onda violenta sul petto; nove, undici… sballano, saltano, quei battiti li sente in gola come cavalli imbizzarriti. Si ferma, rifiata. Scola sudore, scola pure il naso e l’asciuga come può, strusciandosi un lembo di camicia già fradicia sulla faccia.Questi gli istanti magici e potenti subito dopo che la scimmia gli salta addosso. I "mutamenti" verso l'alto, dopo quelli negli abissi.
ioly78 ha scritto: Silenzio. Uno, due, tre… Ora i battiti si sono sgonfiati. Si preme le mani sul corpo, che al tatto è floscio anch’esso, sta evaporando in un bagno di sudore. La gola. Il canale del respiro è un pozzo corroso dal sole, abbandonato dalla vita. Muove la lingua in cerca di refrigerio. Il palato è escoriato dall’alcool e dalle notti ingoiate male. Silenzio, e buio. Il divano su cui è ancora spalmato si è sformato della sua mollezza. Muove lo sguardo: intorno a lui è tutto nero.Questa la resa, mostrata comme il faut.
Dopo non resta niente. Se la sono pippata tutta e ora non gli resta niente. Nella gola, nel respiro, persino nelle ossa: involucri vuoti in cui rimbomba l’abbandono, uno sconforto straziante. Dopo è così, dopo si sente tradito, lasciato, trafitto soltanto dal silenzio. Shh! Forse le spie sono tornate e vogliono portarselo via, in galera, a marcire in quella cella un’altra volta. Zzz, zzz: nelle orecchie, ancora. E nella testa, nel buio.
ioly78 ha scritto: Il naso cola; lo asciuga con quel che ha e si precipita sul tavolo. L’attimo. La stende sul vassoio. Sente i nervi pizzicargli l’anima, la lingua viva, le narici allargarsi, e la divide, veloce… tà tà tà tà tà, che già solo la frenesia di quel picchiettare lo eccita a dismisura, lo affanna, è sudato, voglioso. La pista è bellissima, purissima. Ecco e allora giù, con la testa affondata nella felicità, e poi su, ché il bruciore risale presto la corrente e gli esplode in mezzo agli occhi. Stelle. Tutto un meraviglioso cielo elettrico, il soffitto. Undici tredici quindici… e andasse al diavolo pure il cuore, è la sua felicità, sono le sue cazzo di stelle quelle, è l’istante in cui ogni fibra depressa migra in energia. La vita, l’attimo che scuote quel che resta. E ora la musica. Un repentino giro di do, su cui danzano connessioni cerebrali.Un unico suggerimento. Io l'avrei chiusa con quella frase sulla musica: strepitosa!
«Ecco do' stavi… Scenni! Maledetta puttana, scenni, t’ho detto!»
Shh! Adesso fate solo silenzio.