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Re: L'importanza dell'amicizia (titolo provvisorio) - Frammento

Luca Canetti ha scritto: ven apr 26, 2024 11:19 pmDunque: quello che leggete è l'unico modo in cui so scrivere. Ad es., il mio professore di italiano scrive antico, e ha già pubblicato quattro romanzi, l'ultimo dei quali è uscito nel mese di febbraio di quest'anno.
Scusa, cercavo di rendermi utile con una critica sincera e costruttiva. Il tuo prof ha pubblicato, ma oggi si pubblica di tutto.  
E noi tutti siamo qui per imparare.

Re: L'importanza dell'amicizia (titolo provvisorio) - Frammento

Luca Canetti ha scritto: ven apr 26, 2024 3:59 pmè una cosa che si fa fatica a mostrare
Sì, è molto più difficile mostrare. Noi tutti siamo legati al modo di scrivere "spontaneo" e "vecchio" che ci hanno insegnato a scuola. E questo, purtroppo, non dipende dall'invisibilità della protagonista del frammento. Il mio è solo un consiglio: prova a immaginare e a riscrivere  il tuo brano come se fosse la scena di un film, e senza una voce narrante. 
Il frammento che hai pubblicato non è "brutto", ma antico. Se non hai in programma di proporti a un editore, non vedo problemi. Ma, se vuoi provarci....

Re: L'importanza dell'amicizia (titolo provvisorio) - Frammento

Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pm viewtopic.php?p=61872#p61872

Quel giorno era lì, in piedi davanti al finestrino dell’autobus in sosta. Improvvisamente, e senza una ragione, una ragazzina di dodici anni iniziò a schiaffeggiarla, ordinò alle amiche di metterle un braccio dietro la schiena, e le rise in faccia. Disse di essere una poliziotta, e che se non avesse risposto alle sue domande l’avrebbe fatta camminare fino allo sfinimento. Una delle amiche della ragazzina, le disse che, se non fossero state soddisfatte, se non avesse fatto tutto quello che le chiedevano, e se non si fosse tranquillizzata, avrebbero tirato fuori i lunghi manganelli che avevano ben nascosti nelle tasche dei loro jeans e che l’avrebbero mandata all’ospedale. Ad un certo punto, una di loro approfittò di un momento di distrazione della sua vittima per darle una sberla. Dopo aver riso a lungo, due di loro, guardandola in faccia, dissero : «Quando cammini, guardati le spalle : ti teniamio d’occhio. Abbiamo tanti amici in queste zone. Puoi andare, anche se non hai risposto alle nostre domande. Ma stanne certa : ci rivedremo». A quel punto, le bulle scesero da quell’autobus e la lasciarono tranquilla. In paese, quella ragazza era conosciuta come ‘la donna invisibile’, e a nessuno è mai venuto in mente di sollevare delle obiezioni a proposito. Solo Marica, la sua migliore amica (anzi, una vera e propria sorella), poteva chiamarla Sara 
A lei, (le e la) troppe volte…

Solo il verbo “dire”, che è piatto come le suole delle vecchie scarpe da trekking : le bulle non dicono, ma gridano, si incazzano, sputano in faccia parolacce, strillano, eccetera eccetera.

Chi vive questa esperienza? La ragazza conosciuta come ‘la donna invisibile’?

Come si esprime, e come pensa, se è lei ad avere il punto di vista? È una persona semplice? Quanti anni ha? Osserverà tutto di conseguenza e non racconterà che
Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pmse non avesse fatto tutto quello che le chiedevano, e se non si fosse tranquillizzata, avrebbero tirato fuori i lunghi manganelli che avevano ben nascosti nelle tasche dei loro jeans e che l’avrebbero mandata all’ospedale. 
 E non racconterà neppure che
Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pm In paese, quella ragazza era conosciuta come ‘la donna invisibile’, e a nessuno è mai venuto in mente di sollevare delle obiezioni a proposito. Solo Marica, la sua migliore amica (anzi, una vera e propria sorella), poteva chiamarla Sara 
Hai fatto un riassunto, narrando ciò che avresti potuto mostrare. Esempio? Una scena dove Tizio vede la poverina ma non la “nota”. Il lettore capisce che è invisibile senza che lo scrittore racconti.
Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pm e a nessuno è mai venuto in mente di sollevare delle obiezioni a proposito. 
Altro esempio di scena alternativa che esprimerebbe “visivamente” il concetto: Tizio vede la poverina che viene maltrattata e non interviene: mostrare e non raccontare, così il lettore capisce senza che lo scrittore spieghi.
Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pmSolo Marica, la sua migliore amica (anzi, una vera e propria sorella), poteva chiamarla Sara 
Anche Solo Marica poteva chiamarla Sara si potrebbe mostrare. Non credo che, mentre subisce, la nostra amica si metta a pensare “Solo Marica mi chiama Sara”.
Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pmQuel giorno era lì, 
    Quel giorno era lì è un “c’era una volta”, perché è ovvio che fosse lì, e non poteva esserci in un altro giorno. 
Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pm una ragazzina di dodici anni iniziò a schiaffeggiarla, 
Come fa la vittima a conoscere con precisione l’età "esatta" della bulla?
Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pm«Quando cammini, guardati le spalle : ti teniamio d’occhio. Abbiamo tanti amici in queste zone. Puoi andare, anche se non hai risposto alle nostre domande. Ma stanne certa : ci rivedremo».
Le bulle sono “stronze” è non minacciano in modo forbito: «Quando cammini, guardati le spalle : ti teniamio d’occhio. Abbiamo tanti amici in queste zone. Puoi andare, anche se non hai risposto alle nostre domande. Ma stanne certa : ci rivedremo». Queste sono parole da brave figliole e non da "bullacce", che insultano, prendono per il …, eccetera eccetera, e mi limito perché non mi piace essere scurrile inutilmente. Ma un dialogo realistico deve esserlo per forza.
Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pm A quel punto,  
A quel punto è un altro “c’era una volta”, perché è scontato che “il punto” sia quello ed è inutile ribadire.

Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pm le bulle scesero da quell’autobus 
Potrebbero scendere da un altro autobus e non da quello?

Riassumendo: più che il frammento di un romanzo, pare un riassunto, dove non emergono picchi e sprazzi di sentimenti ed emozioni, come la stizza, la cattiveria, la crudeltà, la sofferenza, la rassegnazione, il dolore e la pazienza.

Lo spunto sarebbe buono, ma lo scrittore è troppo presente; è lì, sulla scena, dove annota per raccontare al lettore. Perché il lettore è altrove.
Luca Canetti ha scritto: ven apr 12, 2024 9:10 pm «Lasciami! Mi stai facendo male ! Lasciami !»
La parte migliore.

Ma è solo la mia opinione.

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