Statistiche: Inviato da Luca Canetti — mer mar 20, 2024 8:17 pm
bellissimaForse servirebbe una descrizione della ragazza, perché usare solo questo aggettivo è troppo vago e lascia tutto il lavoro al lettore, oltre a non fornire nessun dettaglio preciso che possa fornire una base per visualizzare la protagonista
bastava avere la possibilità di frequentarla e di conoscerla a fondo per rendersi conto che, in realtà, era una persona assolutamente squisita.
bastava osservarla quando tornava a casa, per capire che lì diventava un’altra personaqueste due frasi mi sembrano la ripetizione una dell'altra, espanderei o eliminerei la seconda; essenzialmente il concetto è lo stesso: Pamela si comporta in modo diverso a casa e fuori casa; dopo colleghi la cosa alla presenza del ragazzo/fidanzato, ma servirebbe almeno spiegare il motivo di questo comportamento, non necessariamente qui ma una distinzione di atteggiamento così netta deve essere motivata molto bene per essere credibile
frequentava un ragazzo che diceva essere il suo fidanzato; e da un certo punto di vista lo era, anche perché quel giovane poteva fare delle cose che erano vietate a tutti gli altri. MaTi segnalo l'accapo di troppo dopo "ma". Il concetto mi pare un po' ingarbugliato e fumoso. Chi dice che il ragazzo è il fidanzato di Pamela? Pamela stessa o il ragazzo? "Poteva fare delle cose [...] vietate a tutti gli altri", scusami la malizia, ma mi viene in mente solo una cosa dopo l'introduzione che fai, e il fatto che non sia sicuro sia il fidanzato o un amico rende il tutto più ambiguo di quanto sia necessario. Se uno (Pamela o il ragazzo) sostengono di essere fidanzati, o l'altro smentisce o non vedo perché gli altri debbano credere siano solo amici; di solito accade il contrario: due si credono amici ma tutti li vedono come fidanzati
tutti sostenevano che, in realtà, fosse il suo migliore amico.
non era raro che incontrasse qualche bulletto che, non sapendo cosa fare, sfogava la sua rabbia inespressa e il suo rancore nel vano tentativo di farla cadere o/e di far sì che lei si sentisse in colpa.Perché? Capisco che si possa spiegare anche in seguito, ma anche qui serve una motivazione di ferro per rendere Pamela il bersaglio di frequenti aggressioni, fisiche o verbali, da parte di "bulletti". Tenendo conto che stiamo parlando di una ragazza ventenne, mi viene da pensare che anche i "bulletti" abbiano la stessa età, quindi non parliamo di bambini o ragazzi che prendono in giro la compagna di classe per un qualche motivo infantile o "culturale" (banalmente Pamela potrebbe non essere italiana o venire da un'altra città), a vent'anni aggressioni simili sono al limite della piccola criminalità, cosa che deve essere giustificata
in paese girava voce che quello che aveva in essere col suo fidanzato fosse un rapporto ambiguoCome sopra, perché? Da quello che si è mostrato e detto finora non mi pare ci siano delle ambiguità, a meno che la mia ipotesi precedente non sia vera, in quel caso posso concordare. In ogni caso andrebbe spiegato cosa gli altri vedono di "ambiguo" nel loro rapporto
segno di una cultura incredibile e di un’intelligenza fuori dal comune.Come in altri tuoi pezzi, questa mi pare un'inutile idealizzazione ed esaltazione della protagonista, che il narratore fa senza un buon motivo all'interno del racconto
Statistiche: Inviato da Bardo96 — mer mar 20, 2024 3:15 pm
Statistiche: Inviato da Sira — mer mar 20, 2024 1:49 pm
Statistiche: Inviato da Sira — ven mar 15, 2024 3:52 pm
Statistiche: Inviato da Luca Canetti — mer mar 13, 2024 8:40 pm
Una foglia gialla cadde dal ramo. Tempestivamente. Ondeggiò leggera fino a scontrarsi con una pozzanghera ancora vivaL'immagine è suggestiva, anche se l'avverbio, che significa "a tempo opportuno", per coglierlo devo andare a pensare al momento in cui la pozzanghera è al suo culmine e può ben accogliere la foglia. E' così?
Il suo taglio corvino sbarazzino si confondeva con i colli del Winchester.Ti suggerirei di cambiare così:
«Charlotte vieni qui...» Disse prontamente disse in quel momento la maestra Wendy.Dopo il discorso diretto non serve la maiuscola; e prontamente perché?
Charlotte Castler era l'enigma della yellow class.Dovresti spiegare cosa sia questa "yellow class". Se non avesse importanza, ti suggerirei di dire semplicemente che Charlotte era l'enigma della classe, tout court.
Charlotte non si accorse di nulla, continuava a guardare fuori dalla finestra con quegli occhi grandi come le praterie inglesi. La sua maestra amava profondamente vedere quel verde accendere il suo viso, gli ricordavano i fili d’erba in primavera: forti e sani.Molto bella questa immagine: Brava!
poteva sentire il profumo della bimba: un improvviso abbraccio di latte riscaldò il camice di Wendy il cuore della maestra.
I suoi occhioni virgola persi in una nebbia autunnale, fissavano i numerosi quadretti disegnati sul grembiule materno della maestra. Scioccata da quel colore così inteso,la virgola te la consiglio per aprire l'inciso
«Ehy Ehi, Charlotte, guarda che bella palla che ho? La vuoi?» Disse disse con tenerezza.
La giovane maestra aveva preso a cuore Charlotte, sapeva che Charlotte Castler era un caso tosto.Una ripetizione inutile
l’obbiettivo principaleobiettivo
oltre il vetro non c’era nessuna speranza di un sorriso.Pensa che io pensavo che fosse "davanti al vetro"
Questa era la vera forza della natura, resistere alle temperie.Dopo "natura", ti consiglio i due punti, perché sono esplicativi.
Charlotte girò nuovamente il capo, ma non incrociò mai gli occhi di Wendy.forse meglio "non volle mai incrociare..."
No Wendy non se la beveva.Dopo il No ci vuole una virgola
erano attenti ad ogni dettaglio su quella pelle delicata ma sfregiata con violenza da chi le era indifferente."da chi non voleva il suo bene"
Dopo un po' la pioggia cessò, le ultime goccioline trattenute dalle foglie sembravano di cristallo: rigide e scalfite dal freddo. In quell’istante anche Charlotte assomigliava ad una goccia trattenuta dalla vita, fredda e inflessibile.Un'altra bella immagine che la tua sensibilità ha saputo dipingere: brava!
Questo aveva imparato Wendy e sperava tanto che Charlotte rispondesse a questo stimolo, invece, sino a quel momento, era stato tutto invano. Gli occhi di Charlotte rimanevano incollati alla vetrata, persi come ogni giorno.Un'aggiunta speranzosa...
Statistiche: Inviato da Poeta Zaza — mar mar 12, 2024 5:36 pm
Statistiche: Inviato da DaZero — mer mar 06, 2024 3:01 pm
Facevano una gran fatica anche solo a concepire un’ipotesi del genere ; la realtà, invece, era proprio quella; bisognava soltanto prenderne atto, accettarla, analizzarla e agire di conseguenza, per restituire alla ragazzina un minimo di tranquillità. Era anche fondamentale fare sì che la ragazzina non si sentisse giudicata, e permetterle di esprimersi liberamente. Invece, i suoi cari non capivano che i tempi non erano ancora maturi, e che Debora doveva trovare la forza di reagire. In quel momento, sentiva proprio di non farcela. Anzi, vedendola, si aveva l’impressione che avesse perso tutto il suo spirito combattivo, e che il mondo le stesse crollando addosso.
In quel frangente, Debora non c’era per nessuno : desiderava godersi quell’attimo fino in fondo. Era quello il momento della giornata preferito dalla ragazzina, e non lo viveva mai da sola, ma richiedeva sempre la presenza rassicurante di suo papà, anche perchè quell’uomo era un vero e proprio maestro nel pettinare i capelli della figlia, soprattutto perchè si assicurava sempre che tutto fosse in ordine, e non lasciava mai niente al caso. In sua compagnia, la ragazzina si sentiva leggera come una piuma, e parlava tranquillamente di tutto quello che aveva fatto a scuola.Ti consiglio di smuovere un po' la prosa in qualche punto perché cade in un effetto didascalico poco dopo l'inizio.
Statistiche: Inviato da DaZero — mar mar 05, 2024 10:47 pm
Qualsiasi cosa capitasse, sapeva di poter contare sulla sua famiglia che viveva per lei, dato che da quando la bimba era piccolissima non si sono mai concessi anche solo un’ora tutta per loroCredo il passaggio non funzioni molto a livello sintattico, oltre al fatto che usi il verbo al presente, dando l'idea che la cosa stia avvenendo ancora oggi, oltre all'usare "famiglia" al singolare e poi un verbo plurale; io cambierei "famiglia" in "parenti/genitori", ma forse non si tratta propriamente di un errore.
le avevano addirittura ornato il viso con quei fantastici codiniPerché "addirittura"? Stiamo parlando di una bambina di cinque anni, a me pare un'acconciatura adatta all'età e un desiderio normalissimo; scrivendo in questo modo, tu autore calchi molto la cosa, e quindi il lettore si aspetta che quei codini abbiano un qualche senso molto più profondo rispetto al semplice desiderio di una bambina.
In realtà, quei gioielli apparivano superflui, perchè la bimba aveva un animo pieno di luce, ma Debora li aveva richiesti per sottolineare il fatto che stava diventando il fiore all’occhiello della sua famiglia, nonché la principessina di casaOltre a non descrivere gli orecchini, che forse sono a forma di fiore, visto il riferimento che fai dopo, qui aggravi l'idea della bambina viziata: lei, non i genitori, non tu scrittore, ma il personaggio stesso si ritiene il "fiore all'occhiello della sua famiglia", un'idea che a cinque anni può anche andar bene, ma già verso i dieci/dodici inizia a suonare molto narcisistica.
Mentre suo papà le pettinava i codini e la frangia con phon e pettine, invece, Debora chiudeva gli occhi, e lasciandosi trasportare dalla sua fantasia straordinaria, immaginava di volare libera in un mondo fantastico e luminoso, popolato solo da sirene, principesse, elfi e unicorni.Queste due frasi mi paiono quasi in contrasto: da un lato dici che Debora ha una fantasia "straordinaria" e la descrivi mentre si perde nel suo mondo di fantasia, dall'altra che si focalizza sulla sua "crescita personale", le due cose, da come le poni, pare quasi si escludano a vicenda; non ho capito il riferimento ai fumetti: la disgiuntiva "pur avendo modo" mi fa pensare che Debora, che ha accesso a molti manga e fumetti, scelga di non leggerli per fare altro, nello specifico "concentrarsi sull'arricchimento del suo mondo interiore", forse conviene elaborare meglio questa cosa, perché sembra quasi che tu crei un'opposizione tra fumetti e fantasia.
Subito dopo aver finito di fare i compiti, pur avendo avuto modo di leggere diversi manga e un sacco di fumetti, l’interesse di Debora si concentrava sull’arricchimento del suo mondo interiore e sulla sua crescita personale
non lo sapevano ancora, ma per loro stava per iniziare un vero e proprio calvarioIn generale, ti consiglierei di lasciare al minimo, se non proprio di eliminarle del tutto, le "intromissioni" del narratore onnisciente.
Debora cercava di lottare con un aspetto della sua realtà quotidiana che le stava facendo molto maleDa quello che leggo dopo, credo che il gran problema, e che Debora affronta "come un'eroina", sia il fatto che tenga un diario segreto, che si chiuda per ore a scriverci sopra e che i genitori siano come terrorizzati da questo, al punto da chiedere con insistenza di leggerlo. Mi pare un po' poco per essere il grande conflitto, interiore e esteriore, che vai tratteggiando per tutto il pezzo, sopratutto perché non dai mai indizi che in questo diario Debora possa scrivere di gravi crisi esistenziali o problemi con qualche altro personaggio, ti limiti a citare la pallavolo, e in seguito il sogno di essere una giornalista, ma anche così non si capisce perché, oltre a citare l'età, questo inneschi una crisi così profonda, tanto da essere un "Calvario" per la famiglia.
Poche ore dopo, proprio mentre suo papà le stava pettinando i codini e la frangia con phon e pettine, fu subito chiaro che la chiave per risolvere il mistero che avvolgeva come un manto la piccola Debora si trovava nel suo diario segreto. Facevano una gran fatica anche solo a concepire un’ipotesi del genere ; la realtà, invece, era proprio quella; bisognava soltanto prenderne atto, accettarla, analizzarla e agire di conseguenza, per restituire alla ragazzina un minimo di tranquillitàOltre al fatto che "stacchi" in maniera troppo netta, prima pare che parlavi in generale, di cose ed eventi quotidiani e ricorrenti, adesso passi ad un momento ben preciso di un giorno ben preciso, continui ad insistere su un "mistero" senza però far capire al lettore di cosa si tratti, e facendo pensare che sia solo la volontà di Debora di non far leggere il suo diario. I genitori, per come poni la cosa, pare stiano facendo i conti con una situazione terribilmente drammatica, pare che Debora sia una delinquente, che si droghi, che abbia una qualche malattia cronica, che frequenti delle cattive compagnie, ma invece non sembra esserci traccia di tutto questo, eppure continui a calcare sulla "tranquillità" interrotta, ma senza mostrare o accennare come e perché questa tranquillità sia venuta meno.
già sapeva che il suo più grande sogno nel cassetto era diventare una giornalista sportivaCito solo questo, per comodità; quindi il "dramma" è questo sogno nel cassetto? E la consapevolezza, a dodici anni, di dover affrontare difficoltà e sfide impegnative? Pare un po' poco, per creare tutta questa tensione nella famiglia, anche perché non mi è chiaro perché Debora dovrebbe tener nascosto ai genitori una cosa del genere, tanto più che questi "la assecondano anche nelle piccole cose" e lei parla tranquillamente con il padre.
Grazie alla sua grande determinazione, era diventata una delle firme più illustri del giornalino della sua scuolaFosse un commento del narratore, lo si potrebbe considerare come l'ennesima intromissione, oltre che l'ennesima aggiunta alla "assoluta e divina perfezione" con cui descrivi Debora, ma pare che qui sia il personaggio a parlare, e questo un poco salva la frase perché una bambina di dodici anni può benissimo esaltarsi per ciò che scrive sul giornalino della scuola.
Statistiche: Inviato da Bardo96 — gio dic 28, 2023 11:32 am
Statistiche: Inviato da Luca Canetti — mar dic 26, 2023 8:29 pm
Statistiche: Inviato da Mina — lun nov 27, 2023 5:51 pm
Statistiche: Inviato da Bardo96 — lun nov 20, 2023 4:07 pm
Statistiche: Inviato da Nightafter — dom nov 12, 2023 10:01 pm